Quando a Sanremo cinema e musica si intrecciano

Analisi delle fonti d'Ispirazione di Ghali e Alessandra Amoroso nei brani di Sanremo 2024

di Dudnic Radu
5 Min.

Quando il cinema incrocia la musica

Non c’è genere musicale che non abbia pagine strappate dai copioni delle pellicole del grande cinema. Nell’incessante sentiero che l’arte percorre c’è un gioco soffuso dove molti cantanti e cantautori giocano con ricercata maestria: l’ispirazione. Lo abbiamo visto più volte, ma oggi parleremo del punto dove il grande schermo incrocia la musica sul palco di Sanremo 2024. Ecco dunque come alla 74a edizione del Festival più seguito in Italia, alcuni artisti come Ghali e Alessandra Amoroso hanno aperto il sipario sulle loro fonti d’ispirazione.

Il messaggio di Ghali

Ghali si fa avanti con “Casa Mia“, un brano che evoca l’atmosfera claustrofobica e surreale del film “The Truman Show”. Come ha spiegato lo stesso cantante prima del festival, il testo è un dialogo tra lui e un extraterrestre che osserva il nostro pianeta con meraviglia, notando la sua bellezza nonostante le tragedie che lo circondano. Il brano si presenta come un’omaggio alla bellezza naturale, al senso di smarrimento contrapposta alla ricerca di identità, dove si affronta anche la critica sociale.

Il prato è verde, più verde, più verde,
sempre più verde (sempre più verde).
Il cielo è blu, blu, blu,
molto più blu (ancora più blu).

Il messaggio centrale di Ghali invita a riflettere sull’uomo che, noncurante della bellezza che lo circonda, si perde in un senso di alienazione. Come in “The Truman Show”, il protagonista vive nella sua bolla senza rendersi conto della realtà che lo circonda, anche noi spesso siamo ignari delle lotte sociali – dalla scala globale alle lotte periferiche- che si combattono intorno a noi.

Siamo tutti zombie col telefono in mano,
sogni che si perdono in mare,
figli di un deserto lontano,
zitti non ne posso parlare
Ai miei figli cosa dirò?
Benvenuti nel Truman show.

Il messaggio di Alessandra Amoroso,tra cinema e musica

Alessandra Amoroso presenta invece “Fino a qui”: una ballad classica carica di emotività e introspezione che sfocia nell’estrema consapevolezza della cantante, aiutata dal suo percorso psico-terapeutico. Malgrado il ritmo iniziale che sembra trasmettere note d’amore malinconiche, nel testo del brano si fa spazio la insita fragilità umana. Alessandra ci porta in una notte silenziosa, dove il background è quello della capitale italiana che dorme. Le piazze e i caffè della città sono vuoti, mentre la cantante si ritrova a lottare con la propria angoscia e il senso di smarrimento.

Sarà che questa vita
non la prendo mai sul serio.
e che magari un giorno me ne pento.
Ma ora no,
e anche se lentamente cado giù
da un grattacielo, durante il volo,
piano dopo piano mi ripeto:
“Fino a qui tutto bene”.

La cantante si rifà alla pellicola cult “L’odio“, diretto da Matthieu Kassovitz. La classe ’86 condivide il segreto che l’ha aiutata: non prendere mai la vita troppo sul serio, persino quando i pensieri diventano opprimenti, tanto da far sentire l’individuo piccolo e insignificante, come una formica nello spazio.  La vulnerabilità umana prende sempre più vita travolta dalla lotta interiore e della ricerca della propria scintilla, smarrita e ritrovata in un ciclo continuo. Il brano trasmette una sensazione di smarrimento e malessere vissuta dalla protagonista, ma nonostante tutto, viene preservata la speranza e l’ottimismo che fino a qui, andrà tutto bene. Il momento perfetto per affrontare la verità, di riconoscere la nostra complicità nell’ingranaggio della distruzione, e accettarlo.

“So chi sono io:
nello spazio, una formica”

L’apertura del lungometraggio “L’odio”, vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Cannes, nel 1995:

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: «Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio. 

Conclusione

E così, mentre le note si fondono con le immagini del grande cinema sul palco dell’Ariston, Sanremo 2024 si rivela un crocevia di cinema, emozioni e musica. Dopotutto, il cinema è il nostro moderno poema epico. Esperienza che incanta e sorprende, lasciando anche un segno indelebile nella storia della musica italiana. Perché la musica che incontra il cinema è solo l’arte che si fonde, si mescola e si reinventa, nel perpetuo gioco della creatività umana.

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