Perché ci viene da vomitare quando vediamo qualcuno vomitare?

di Sofia Ciatti
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

Cosa ci dice la scienza a proposito del vomito: il disgusto

Sarà capitato più o meno a tutti, al termine di una serata forse un po’ over the limit, di dover assistere un amico o un’amica che aveva necessità di vomitare: improvvisamente, nel momento in cui vediamo quell’amico o quell’amica vomitare, ecco che un conato di vomito viene anche a noi. Come mai?

Questo riflesso è generato dalla sensazione di disgusto che ci investe non appena vediamo qualcuno vomitare.

«Il disgusto ha avuto un’importante funzione evolutiva», chiarisce Francesco Mancini, docente di Psicologia Clinica presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma.

«È un meccanismo biologico che ci protegge dall’ingestione di sostanze tossiche e dannose: si è evoluto nei nostri antenati proprio come strumento di difesa da malattie e infezioni».

Il disgusto, dunque, da un punto di vista puramente evolutivo, viene a configurarsi come un segnale di pericolo, facendoci allontanare da un odore poco gradito o convincendoci a sputare un cibo stomachevole.

Vomitare

La percezione del disgusto è uguale per tutti? Nel caso del vomito, sì

Secondo quanto emerge da uno studio condotto da Paul Rozin, ordinario di Psicologia all’Università della Pennsylvania, tutti (chi più, chi meno), senza distinzioni, siamo disgustati dal vomito, così come dal sangue, da animali come i topi, dall’urina o dalle feci.

Tuttavia, al di là di alcuni elementi che generano un disgusto universale, ciascuna popolazione ha gusti e disgusti propri, strettamente connessi al frangente storico e culturale.

«Ogni popolazione ha eletto le proprie sostanze ripugnanti, soprattutto nell’alimentazione», spiega il Professor Mancini.

«Per noi occidentali, per esempio, è oggi rivoltante anche solo immaginare di mangiare insetti, mentre per le popolazioni asiatiche e africane è un costume normale».

Ma allora perché ci viene da vomitare quando vediamo qualcuno vomitare?

Indagini di neuroimaging hanno dimostrato ampiamente che il disgusto è contagioso: in uno di questi studi, pubblicato su Neuron e condotto all’Istituto di Neuropsicologia di Marsiglia, ad un primo gruppo di volontari è stato fatto annusare un liquido maleodorante, mentre un secondo gruppo li guardava.

L’attività del cervello di questo secondo gruppo, così come l’espressione che assumeva il loro volto, ricalcava quella tipica di chi è disgustato, anche senza aver annusato il liquido in prima persona.

Possiamo affermare a tutti gli effetti che la sensazione di vomito è, quindi, “contagiosa” e possiamo spiegarlo analizzando l’attività cerebrale che si registra nel momento in cui siamo disgustati dal vomito.

La regione coinvolta in questo caso è il lobo dell’insula (o corteccia insulare), una porzione del nostro cervello che si suddivide in due ulteriori aree (insula anteriore e insula posteriore).

La corteccia insulare riveste diverse funzioni legate alla gestione delle emozioni e alla regolazione dell’omeostasi corporea.

In particolare, l’insula anteriore presiede alle funzioni olfattive e gustative: diversi esperimenti di risonanza magnetica hanno messo in luce il ruolo dell’insula anteriore nel regolare l’esperienza di un folto numero di emozioni basilari, tra cui il disgusto e, dunque, anche la sensazione di vomito che da esso deriva.

Vomitare

Fonti: Neuron, Penn (University of Pennsylvania), INM (Institute NeuroMarseille), Focus.

Di Sofia Ciatti


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