Mosca punta il dito contro Kiev. Podolyak, consigliere di Zelensky: “non siamo uno Stato criminale”.

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

“Una fautrice di alto profilo della disinformazione russa” la identificava Londra assieme ad altre istituzioni anglosassoni. Darya Dugina, laureata in filosofia all’Università Statale di Mosca, lavorava con i media governativi nel sostegno a Putin e al governo russo all’estero. La Dugina era soggetta alle sanzioni applicate in contrasto all’invasione russa dell’Ucraina, proprio come suo padre, Alexander Dugin, ispiratore della politica putiniana.

Mosca trema: che è successo a Darya Dugina?

La vittima viaggiava da sola nella Jeep del padre quando questa, in direzione della capitale, è stata fatta esplodere. Qualche ora più tardi la polizia russa, con sicurezza, ha sostenuto di aver accertato che il veicolo fosse stato fatto esplodere a distanza. Rimane insicurezza sul fautore del gesto, indirizzato presumibilmente contro Dugin, che doveva essere presente a bordo. La ricerca si è intensificata nelle ultime ore e si sono moltiplicati i possibili autori dell’attentato, dai partigiani russi anti-putiniani ai servizi segreti occidentali. “Un messaggio a Putin dall’Occidente” ha sostenuto qualche testata giornalistica, la quale ha visto nella morte di Dugina un avvertimento al Presidente russo.

Già da ieri Mosca aveva promesso ripercussioni gravi nei confronti dell’Ucraina se si fosse venuto a scoprire che la matrice fosse sotto direzione di Kiev. Oggi, 22 Agosto, l’accusa formale arriva da un comunicato del Fsb (Servizi Russi d’intelligence), nel quale la responsabilità viene attribuita ai servizi segreti ucraini. L’esecutrice, dai file del Fsb, sembra essere Natalia Vovk, ucraina di nascita, la quale sarebbe arrivata in Russia a fine Luglio e che sarebbe fuggita poco dopo la morte della Dugina. Video a dimostrazione, la Vovk sarebbe entrata in territorio russo per seguire da vicino i Dugin, i quali erano tenuti già da tempo sotto osservazione per la loro stretta ideologia filo-putiniana. La Vovk sarebbe ora riparata in Estonia.

Alle accuse, respinte dall’Ucraina, Zelensky risponde blindando la giornata del 24 Agosto, giorno dell’indipendenza. La morte di Darya Dugina e l’attacco considerato “compiuto dal regime nazista ucraino” potrebbe essere un ulteriore turning point del conflitto scoppiato il 24 Febbraio 2022.

Alexander Dugin: chi è il filosofo pro-Putin?

Le idee ultranazionaliste lo rendono uno degli uomini più vicini a Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa.

Definisce l’invasione dell’Ucraina una “guerra santa contro l’Anticristo”, parole che gli valsero, nel 2014, l’espulsione dall’università pubblica perché sostenitore dell’ “uccidere, uccidere, uccidere” gli ucraini. Appare agli occhi dell’Occidente l’odierno Rasputin, fido collaboratore di uno zarista contemporaneo. Dugin crede che la Russia sia una “Roma eterna” che ha l’obbligo di contrapporsi al materialismo dell’Occidente. Nel 2002 dà vita al partito Eurasia, mentre dal 2014 dà pieno sostegno ai separatisti del Donbass.
Le sue orme erano seguite, almeno fino a ieri, da sua figlia Darya, parte della cerchia di Putin e fervente sostenitrice dell’azione russa in Ucraina.

La morte di Darya rimane per adesso un rompicapo da risolvere, infittito ogni ora da accuse di natura diversa. L’Occidente della NATO attende, l’Ucraina supplica e la Russia, per l’ennesima volta, ringhia e promette vendetta.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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