La sonda spaziale JUICE è in viaggio verso Giove

di Sofia Ciatti
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Galileo e Giove

Nel gennaio del 1610, Galileo Galilei notò, grazie al suo telescopio, quattro corpi celesti nelle vicinanze di Giove, il pianeta più grande dell’intero Sistema solare.

In un primo momento, Galilei si convinse fossero stelle, ma, osservandole per qualche giorno, capì che si muovevano intorno a Giove: giunse quindi alla conclusione che fossero delle lune in orbita intorno al pianeta.

Galileo compiva così la prima osservazione scientifica dei satelliti di Giove, in seguito definiti galileiani proprio in suo onore.

A differenza della Terra, Giove non è roccioso: è un’enorme palla di gas in maggioranza costituita da idrogeno ed elio. Viste le sue dimensioni, gli astronomi ritengono sia stato il primo pianeta a formarsi nel Sistema solare, quando inglobò gli avanzi dei gas che avevano dato origine al Sole.

Giove è il più grande corpo celeste nelle nostre vicinanze: sarebbero necessari 11 pianeti come il nostro messi in fila per coprire il suo diametro, e ne occorrerebbero 300 per ottenere una massa uguale alla sua.

Giove
Tempeste e aurore su Giove

La sonda spaziale Juice

Dopo oltre quattrocento anni, tre di quelle lune stanno per essere visitate da JUICE (JUpiter ICy moons Explorer), una nuova sonda spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) le cui osservazioni saranno fondamentali non solo per scoprire le caratteristiche di queste lune, ma anche per comprendere come si formi la vita su pianeti diversi dal nostro.

Il lancio di JUICE era previsto per le 14:15 di giovedì dalla base di lancio di Kourou, nella Guyana francese (a nord del Brasile), ma è stato rinviato a pochi minuti dalla partenza a causa di alcuni fulmini nelle vicinanze della rampa di lancio.

Proprio ieri, venerdì 14, alle 14:14 (ora italiana), JUICE è partita dalla base di lancio nella Guyana francese, cominciando un viaggio che la porterà a raggiungere Giove nel luglio del 2031. Il lancio è avvenuto regolarmente dopo il rinvio di giovedì a causa delle condizioni meteorologiche avverse.

La sonda sfrutterà inizialmente la spinta gravitazionale di Venere e della Terra, arrivando nelle vicinanze di Giove tra circa otto anni.

Negli anni seguenti effettuerà numerosi passaggi ravvicinati per raccogliere dati su Europa, Callisto e soprattutto Ganimede, offrendo nuovi importanti dati sulle lune ghiacciate di Giove e svelando nuovi dettagli sul funzionamento del Sistema solare e sulla formazione dei pianeti.

Giove
Ganimede

I passaggi intermedi e l’arrivo su Giove

Il viaggio della sonda sarà molto lungo: compirà circa 750 milioni di chilometri in 8 anni, seguendo una traiettoria che la porterà a ripassare due volte vicino alla Terra (nell’agosto 2024 e nel gennaio 2029) e una volta vicino a Venere (nell’agosto 2025) per sfruttare la forza di gravità dei pianeti ed ottenere una maggiore spinta.

«La sonda ha un peso di sei tonnellate e il razzo che la spinge in orbita non ha forza sufficiente per mandarla direttamente a Giove», spiega Enrico Suetta, responsabile di Leonardo, l’azienda italiana che ha realizzato diverse strumentazioni a bordo della sonda spaziale, «e sfruttare la gravità dei pianeti consente di scambiare energia e rendere l’orbita sempre più larga, sino a intersecare quella di Giove».

L’inserimento finale nell’orbita della luna Ganimede è invece previsto per dicembre 2034.

Fonti: Il Post, Ansa, Focus, ASI (Agenzia Spaziale Italiana), ESA (European Space Agency), National Geographic.

Scritto da Sofia Ciatti


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