The Danish Girl (2015) di Tom Hooper: recensione

di Nina D'Amato
7 Min.

The Danish Girl è una storia emozionante che racconta la transessualità in Danimarca agli inizi del ‘900. La vicenda viene raccontata attraverso le pagine del romanzo di David Ebershoff, pubblicato nel 2000, e in seguito approda nelle grandi sale cinematografiche internazionali. Un’opera che racconta l’evoluzione e la trasformazione, un dramma interiore che trova libertà espressiva nella regia di Tom Hooper.

the danish girl
Scena dal film The Danish Girl

Vincitore di un Oscar come Miglior Attrice non Protagonista per Alicia Vikander, 3 nomination ai Golden Globe, 5 nomination ai premi BAFTA e 1 SAG Awards.

Il coraggio di amarsi: un viaggio attraverso se stessi

Siamo nella Danimarca degli anni Venti, dove i coniugi pittori GerdaEinar Wegener – interpretato magistralmente da Eddie Redmayne – vivono un periodo di tensione, nonostante i due siano profondamente innamorati.

Quando la modella che posa per il ritratto di Gerda non si presenta, il marito prende il suo posto, travestendosi da donna. È allora che Einar comincia a manifestare il suo alter ego femminile, Lili Elbe.

Grazie all’incontro con il pittore omosessuale Henrik e alle richieste della moglie, che si diverte a vederlo sotto le mentite spoglie di Lili, Einar perde gradualmente il contatto con la sua parte maschile.

La regia elegante e ironica è di Tom Hooper – regista di celebri pellicole come: il discorso del Re e Les Miserable – con un’impeccabile interpretazione dell’attore Eddie Redmayne.

The Danish Girl
Scena dal film The Danish Girl

Gerda è un pittrice ritrattista che fatica ad affermarsi. Per terminare un lavoro chiede al marito di posare per lei in abiti femminili, involontariamente da inizio al cambiamento d’identità di Einar che si rivelerà un processo liberatorio e distruttivo.

I due personaggi sono una coppia di artisti felicemente sposata dalle due carriere agli antipodi: lui ben apprezzato per i suoi caratteristici quadri dai soggetti misteriosi, meno apprezzata lei che si trova alla ricerca del soggetto che rieasca a liberarne la creatività.

Il percorso tortuoso della progressiva appropriazione e consapevolezza della sua identità femminile da’ parte di Einar si intensifica con la sua prima apparizione pubblica nelle vesti di Lili, presentata come la misteriosa cugina di Gerda.

L’attenzione che Henrik rivolge a Lili sarà fondamentale per gli autori alla quale permetterà di affrontare un discorso distintivo tra la transessualità e l’omosessualità.

Oltre i limiti del riflesso

Scena dal film The Danish Girl

Importante è la presenza degli specchi reali e metaforici: nello specchio l’uomo si riconosce celando, tuttavia, un misconoscere.

Questi momenti così intensi e importanti per il percorso psicologico del personaggio verranno accentuati da dettagli, sequenze, musiche di Alexandre Desplat e piani che interrompono la narrazione per assumere un carattere di tipo coscienzioso.

Una ricerca interna del protagonista che diventa di dominio dello spettatore capace di comprenderne le riflessioni grazie ad uno script sofisticato, delicato e intimo.

Sono tre i momenti fondamentali in cui lo specchio rifletterà gli stadi della presa di coscienza di Lili. Abilità del regista che permette di renderci sensibili, di prepararci ad una realtà che soltanto dopo ci apparirà amara. Il riflesso di Einar muta man mano che egli acquisisce consapevolezza del proprio essere. Le scene girate con profonda minuzia, seppur prive di dialoghi, sono il punto di forza più loquace dell’intera transizione.

È la mia unica speranza, questo non è il mio corpo. Devo lasciarlo andare!

dal film The Danish Girl

The Danish Girl: da crisalide a farfalla

L’ambizione del regista lo condurrà a trattare un argomento delicato, finora confinato al cinema d’autore. Attraverso una spiccata sensibilità e intelligenza racconta la storia della trasformazione del personaggio in Lili, non dal suo punto di vista, ma bensì attraverso gli occhi della moglie Gerda.

Scena da The Danish Girl

Durante questo percorso Gerda troverà la sua musa nella ragazza ‘danese’ e l’appoggio del migliore amico d’infanzia di Einar, Hans. I due infatti incarneranno perfettamente il tema della pellicola: la necessità di un sacrificio d’amore per permettere all’altro di essere se stesso.

Nella fase finale del film, infatti, Einar è determinato a raggiungere la propria libertà. La scelta del protagonista è stata molto criticata, non tutti hanno appoggiato la scelta di un uomo nei panni di Lili e diversi ritenevano che l’interpretazione del camaleontico Eddie Resmayne non fosse tra le sue più riuscite.

La fotografia che ci regalerà una toccante metafora del passaggio della crisalide a farfalla e ai costumi. La scenografia sembra catapultare lo spettatore all’interno di un museo. I quadri compositivi uniti a dei piani sequenza sapientemente scelti e ad un ottimo montaggio conferiscono alla pellicola onirica.

Per tutto il film non si scena mai nei dettagli, restituendo alla storia dignità e riservatezza. Il finale del film, ricco di grande emotività, verrà accompagnato da una nota dolceamara che con eleganza segnerà lo spettatore.

Ti amo, sei l’unica persona che ha dato senso alla mia vita…e mi ha resa possibile!

tratto da The Danish Girl

In conclusione

Il tema del film viene affrontato con una sensibilità prorompente. Nonostante in alcuni punti possa apparire stucchevole, studiato a tavolino con il mero intento di piacere a tutti, ritengo che sia un film validissimo. Una poesia che racconta un processo tortuoso e difficile, seppur romanzando buona parte, ma senza privarla della sua drammaticità. L’interpretazione di Eddie è stata eccelsa in un ruolo cucito su di lui. Il montaggio e la scenografia sono il punto di forza dell’intero film. Sicuramente una chicca da non perdere.

Scritto da Nina D’Amato


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