Come un pesce d’aprile è finito malissimo a Bruxelles

di Sofia Ciatti
4 Min.

Le origini del pesce d’aprile

La tradizione del pesce d’aprile nasce in Francia nel 1500 e si diffonde ben presto in tutto il quadrante europeo.

Sino al 1500, il primo giorno dell’anno in Francia era il 25 marzo e i festeggiamenti culminavano il 1° aprile con banchetti e scambi di regali.

Nel 1564 re Carlo IX decide di adottare il calendario gregoriano, facendo poi slittare il Capodanno al 1° gennaio.

Alcuni sudditi, però, non hanno nessuna intenzione di accettare questo cambio: ben presto i loro concittadini cominciano a sbeffeggiare l’usanza e ogni anno, in occasione del 1° aprile, inviano ai “tradizionalisti” regali burla o li invitano a feste fantasma, inesistenti.

Poiché in quel periodo dell’anno il sole abbandona il segno zodiacale dei pesci, le vittime degli scherzi vennero in seguito definite “pesci d’aprile”, con un’usanza mantenutasi intatta sino ad oggi.

Pesce d’aprile finito male in Belgio

A proposito di feste fantasma, come nella Francia del XVI secolo, il primo aprile 2021, ormai due anni fa, circa 2mila persone si sono radunate in un grande parco pubblico di Bruxelles, in Belgio, per partecipare a un concerto che in realtà si è poi dimostrato un enorme pesce d’aprile.

Il raduno ha violato le restrizioni allora vigenti per contrastare la pandemia da Covid, in base alle quali si potevano incontrare al massimo quattro persone alla volta nei luoghi pubblici: per questo motivo è intervenuta la polizia che ha disperso con violenza la folla.

Pesce d'aprile

Il troll su Facebook

Tutto è cominciato quando una pagina Facebook ha creato un evento, “La Boum”, un festival musicale che si sarebbe tenuto l’1 e il 2 aprile del 2021 nel parco Bois de la Cambre, a sud di Bruxelles, promettendo che ci sarebbero stati vari concerti con oltre 100 DJ e tre palchi differenti.

L’evento in realtà non esisteva: non c’era nessun festival o concerto in programma, ma si trattava unicamente di uno scherzo organizzato come pesce d’aprile.

In ogni caso, si sapeva che la manifestazione musicale fosse falsa, visto che anche il comune di Bruxelles aveva fatto sapere di non aver autorizzato nessun raduno e annunciato che avrebbe mandato la polizia sul posto per evitare assembramenti.

Noncuranti delle disposizioni anti-Covid e delle dichiarazioni del comune belga, almeno 2mila persone sono andate al parco Bois de la Cambre.

Alcuni dei partecipanti hanno poi dichiarato, nei giorni successivi, di essere a conoscenza del fatto che non ci sarebbe stato nessun festival, ma che la loro presenza valeva come protesta nei confronti delle restrizioni imposte dal governo per via della pandemia.

Le conseguenze del troll

La polizia è poi intervenuta in tenuta antisommossa per disperdere i partecipanti, rispondendo con la violenza (usando, tra le altre cose, cannoni ad acqua, lacrimogeni e spray al peperoncino) e i presenti al raduno hanno cominciato a lanciare bottiglie e altri oggetti contro le forze dell’ordine stesse.

La Procura di Bruxelles ha successivamente aperto un’indagine per accertare chi siano stati gli organizzatori dell’evento.

Fonti: Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano, Il Post

Scritto da Sofia Ciatti


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