Giuliano Montaldo: ripercorriamo la carriera del regista

di Emanuele Fornito
4 Min.

Si è spento a Roma nella giornata di ieri il regista Giuliano Montaldo. Nato a Genova, Montaldo ha dato un grande contributo al cinema italiano, distinguendosi anche per le proprie doti attoriali. In sua memoria, ripercorriamo in questo articolo la sua carriera.

L’esordio attoriale

Il primo contatto con il mondo del cinema avviene nel 1951 in Achtung! Banditi!: dietro la macchina da presa non vi era Montaldo, bensì Carlo Lizzani, peraltro anch’egli all’esordio come regista. Seguono poi diverse interpretazioni per registi come Vittorio Gassman, Elio Petri, Francesco Maselli o Luciano Emmer, che caratterizzano una carriera attoriale mai davvero abbandonata da Montaldo, il quale, anche negli ultimi decenni, è apparso in film come Il caimano di Nanni Moretti o Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, nel quale interpreta un vecchio poeta di nome Giorgio, interpretazione che lo ha portato alla vittoria del premio come miglior attore non protagonista ai David di Donatello 2018.

Montaldo

La carriera da regista

Esordisce alla regìa ben dieci anni dopo l’esordio come attore, e lo fa con Tiro al piccione, un film tratto dall’omonimo romanzo del 1953: esso è il primo film di quella che può definirsi una prolifica carriera registica. Fanno seguito diversi film come Una bella grinta (1965), Ad ogni costo (1967) e Gli Intoccabili (1969), il quale garantì a Montaldo un discreto successo dopo i flop con i film precedenti.

Montaldo

La trilogia del potere

Giuliano Montaldo tocca l’apice della propria carriera da regista con la cosiddetta “trilogia del potere“, composta da Gott mit uns (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973). La trilogia è di fondamentale importanza per la corrente del cinema politico italiano e riflette sulle ingiustizie e i soprusi promulgati dal potere militare (Gott mit uns), da quello giudiziario (Sacco e Vanzetti) e da quello clericale o religioso (Giordano Bruno). Grazie anche alle ormai storiche interpretazioni di Gian Maria Volonté, protagonista negli ultimi due film della trilogia, Montaldo riesce a rappresentare avvenimenti storici controversi e clamorosi per l’ingiustizia dalla quale sono stati caratterizzati: Sacco e Vanzetti, i due italiani condannati alla sedia elettrica dalla giustizia americana con l’accusa di omicidio, ma colpevoli soltanto di una provenienza diversa ed un’appartenenza ideologica non conforme al sistema; Giordano Bruno, illuminato intellettuale bruciato vivo a Roma dalla Chiesa per le proprie idee ritenute eretiche.

Montaldo
Riccardo Cucciolla e Gian Maria Volonté in “Sacco e Vanzetti” (1971)

Scritto da Emanuele Fornito


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Fonte filmografia: Comingsoon

Articoli Correlati