Vannacci: un caso politico dopo la candidatura

di Fornito Emanuele
5 Min.

Dalla pubblicazione del suo libro Il mondo al contrario lo scorso agosto, il generale Roberto Vannacci ha attirato su di sé l’attenzione dei media, tra chi lo ritiene una vox populi e chi lo reputa una figura dalle idee “pericolose”, o per meglio dire, anticostituzionali, e <<lesive>>, come il Ministero della difesa che lo ha sospeso per undici mesi, per la divisa che indossa.

Tuttavia, la sua ascesa mediatica ha di certo interessato, e non poco, la politica, ed in particolare la Lega di Matteo Salvini che, ironia della sorte, il 25 aprile ha ufficializzato la candidatura di Vannacci alle prossime elezioni europee, che si svolgeranno il prossimo 8 e 9 giugno. Il generale è candidato in tutte le circoscrizioni da indipendente, ma non sono mancate le polemiche e i malumori, anche dall’interno del Carroccio.

Dichiarazioni “imbarazzanti” per il centrodestra

Quella di Vannacci è una “carriera” mediatica che, dalla sua recente nascita, si è contraddistinta da un meccanismo ripetuto: il generale rilascia delle dichiarazioni che indignano l’opinione pubblica, per poi correre ai ripari definendo strumentalizzate e fraintese le proprie parole, o addirittura aggrappandosi ad una neutralità che lascia il tempo che trova.

Vannacci generale
© IMAGOECONOMICA (fonte)

Ed è proprio quello che è accaduto i giorni scorsi, quando il generale ha deciso di inaugurare, si fa per dire, la propria campagna elettorale con un progetto che, riflettendoci, assume dei toni, per così dire, “nostalgici”: classi separate in base alla capacità degli studenti, compresi i disabili. Una dichiarazione che ha fatto sentire in dovere il ministro della scuola e del merito Giuseppe Valditara di mettere in risalto i dati di inclusione scolastica ottenuti dal governo attuale.

Vannacci: l’ultima di una lunga scia

Quelle di Vannacci sono esternazioni che rasentano ideologie che credavamo ormai estinte, ma che, soprattutto negli ultimi tempi, sono sempre più, pericolosamente, comuni. Dall’italiano che <<ha la pelle bianca>>, all’astensione di un giudizio sulle politiche di Mussolini, alla critica agli studenti che, secondo il generale, <<si mettono nelle condizioni di essere manganellati>>.

Naturalmente, sottoporre Vannacci ad un “processo” per le sue idee o per il fatto di non riuscire ad ammettere di essere antifascista risulta alquanto irrilevante. Piuttosto, ciò che fa riflettere è la promulgazione (e ancor di più l’adesione) di queste idee, ora portate anche in ambito politico. E una parte del centrodestra se n’è accorto.

La presa di distanza del centrodestra

Il “caso Vannacci” è oramai un dato di fatto in quello che è un partito, la Lega, sempre più staccato e disilluso dal suo leader, Matteo Salvini. Già nelle scorse settimane la scelta di candidare Vannacci è stata ampiamente criticata da membri interni al partito, convinti che questa sia solo l’ultima delle scelte di Salvini alle prese con una deriva estremista del partito. E, se il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che Vannacci <<non è della Lega>>, il partito in Friuli Venezia Giulia, guidato da Massimiliano Fedriga, non voterà il generale bensì i tre candidati regionali. Che sia questo l’inizio di una “spaccatura” interna?

© ANSA/ANGELO CARCONI

Prese di posizioni anche dagli alleati, come Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che è già da tempo nel mirino di polemiche che accusano il partito di non riuscire a fare i conti con le proprie radici e a cui le dichiarazioni di Vannacci non giovano di certo.


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