USA 2024, uno sguardo al mese di Gennaio

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Si è appena concluso il primo mese della primary phase delle elezioni negli USA, vediamo cosa è successo e quali sono le basi su cui si costituirà la corsa alle elezioni.

Le elezioni americane, si sa, sono seguite con attenzione da tutto il mondo. Il cambio della Presidenza alla Casa Bianca non sono è importante per la politica interna, ma anche per gli equilibri internazionali che, come ben sappiamo, ad oggi sono ben lontani dall’essere stabili. Con lo special USA2024 Nxwss intende seguire l’evolversi della corsa elettorale, analizzando gli eventi che si susseguiranno in questi mesi e spiegandone le caratteristiche.

USA2024

Oggi, conclusosi ormai gennaio, è giusto delineare un quadro generale di ciò su cui si andrà a costruire la campagna elettorale fino a novembre 2024. Vediamo le prime vittorie di Trump e la sua traballante corsa, ormai da parte sua creduta tutta in salita, ma anche le scelte del Partito Democratico e i papabili prossimi candidati vicepresidenti. Scopriamo cosa sta accadendo!

Trump: dall’Iowa al New Hampshire, tra vittorie e incertezze giudiziarie

L’ex Presidente Trump inizia la propria corsa elettorale con due vittorie nette nei primi due Stati ad aver indetto le primarie: Iowa e New Hampshire. In Iowa Trump ha vinto con uno vantaggio del 30% sul secondo candidato, DeSantis, che poco dopo ha annunciato il ritiro dalla campagna. In New Hampshire, invece, Trump ha vinto con un vantaggio di poco più del 10%, riducendo la forbice di differenza ma guadagnandosi comunque un corposo numero di delegati. Quest’ultimi, destinati alla Convention finale prevista a luglio, sono ad oggi 31. Nikki Haley è ferma a 16, volenterosa di aumentarli nelle prossime primarie. L’ex Governatrice ha infatti annunciato che non intende ritirarsi, preferendo continuare la corsa contro il numero uno del GOP.

In ogni caso, come sostenuto dal New York Times e anche dall’attuale Presidente, è già chiaro chi sarà il candidato repubblicano. Le prime vittorie in Iowa e New Hampshire, infatti, parrebbero già indicare il candidato vincitore alla convention del partito.

Trump, nonostante le vittorie, rimane comunque sotto accusa, con numerosi processi da affrontare. Sebbene diversi Stati USA si siano mossi contro l’ex Presidente, per ora non sembra esserci alcun impedimento riguardo la sua legittimità. Trump deve guadagnarsi la nomination presidenziale, almeno per legittimare la sua lotta contro la magistratura agli occhi degli elettorati indecisi. Nel frattempo, lo stesso giorno delle primarie in Nevada, la Corte Suprema ascolterà le argomentazioni sulla legittimità di Trump.

USA2024, cosa aspettarsi?

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Biden è ormai già considerato il candidato democratico alla corsa presidenziale USA, avendo anche lui stravinto in New Hampshire. È una vittoria comunque simbolica, essendo arrivata al di fuori dell’organigramma del Partito ed avendo vinto Biden con il sistema write-in. Sono stati infatti gli stessi elettori a scrivere a mano il nome del Presidente USA uscente, il quale aveva deciso di non fare campagna nello Stato. Nonostante sia stata una vittoria senza delegati, il risultato indica che è Biden il nome ricercato all’interno del Partito Democratico. Inoltre, risulta il candidato preferito nell’elettorato femminile, il quale appoggia l’attuale Presidente al 58%.

L’economia giocherà un ruolo importante, a dirlo il Premio Nobel Krugman. Nel possibile nuovo faccia a faccia tra Biden e Trump, è l’economia, non solo la politica estera, a determinare in gran parte la vittoria. Ad oggi, infatti, gli USA si trovano ad affrontare una sfiducia sociale più critica di quella sopraggiunta con la crisi economica del 2008. Secondo Krugman è un problema di percezione, dunque il voto si legherà strettamente all’andamento dell’economia.

I prossimi mesi saranno determinanti per capire come proseguirà al corsa elettorale e chi, tra i candidati rimasti al secondo posto, potrebbe eventualmente diventare un candidato alla vicepresidenza. Biden potrebbe ricorrere assieme a Harris, anche se la Vicepresidente non ha riscontrato molto supporto negli anni del suo mandato.

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