USA 2024, uno sguardo al mese di Febbraio

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 7 Min.

Si è appena concluso il secondo mese della primary phase delle elezioni negli USA, vediamo cosa è successo e quali sono le basi su cui si consoliderà la corsa alle elezioni.

Continua la corsa alle primarie negli USA e si intensifica, in realtà, cristallizzandosi progressivamente sui due personaggi che, ormai, sembrano i più papabili vincitori delle convention di luglio. Il forme President Trump e il Presidente uscente Biden sferzano infatti colpi sempre più pesanti nelle primarie che si susseguono nei vari Stati federali, tenendo salda la propria posizione alla guida del Partito d’appartenenza.

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Ormai, almeno secondo gli analisti, è ampia la possibilità che si ripresenti la stessa lotta politica del 2020, con Biden e Trump a contendersi la Casa Bianca. Trump avanza imperterrito nelle primarie, accaparrandosi grandi numeri di rappresentanti per la Convention, mentre un’affaticata Haley cerca di stargli dietro. Biden, invece, nonostante il suo livello di salute sia preoccupazione di molti, ha ormai affermato il suo post al vertice del partito. Nel mese di febbraio sono state diverse le vicissitudini che si sono susseguite, vediamole insieme!

USA 2024: tutte le primarie di febbraio

La corsa alle elezioni ha toccato, in questo mese, ben tre diversi stati. Sud Carolina, Nevada e Michigan si sono susseguiti in tutto il mese di febbraio, tenendo le primarie in quattro date diverse. Il primo Stato, il Sud Carolina, ha aperto il mese il 3, con la primaria democratica. Dei 65 delegati da mandare alla convention di luglio, 55 sono andati a Biden, che ha ottenuto la vittoria sugli altri due candidati con più del 96% delle preferenze. Va tenuto conto, in ogni caso, che alla primaria si è espresso solo il 4% degli elettori registrati.

All’interno del Partito democratico è il nome di Biden quello a ricevere la quasi totalità dei voti, così come è successo anche in Nevada il 6 febbraio e in Michigan il 27. Nella prima Biden ha ottenuto 36 delegati su 48, mentre nella seconda 115 su 140. Il resto dei delegati non ha ottenuto l’assegnazione, rimanendo “unpledged”.

Nonostante Biden ottenga successo, sebbene in alcuni casi con un ristretto numero di elettori registrati (come in Sud Carolina), in alcuni casi le aspettative sugli “uncommitted”, dunque dei non allineati, sono state di gran lunga superate. Il caso riguarda il Michigan, dove i non allineati hanno raggiunto il 13% dei voti, molto più di quanto ci si aspettasse. La disaffezione politica negli USA – ma soprattutto la perdita di fiducia nei candidati – non si lega solo a questioni economiche (dove Trump è politicamente in vantaggio) ma anche alle crisi internazionali apertesi negli ultimi anni. L’elettorato pro-palestina manda infatti in perdita Biden, sul cui collo grava la disattenzione (politicamente importante) su ciò che sta accadendo a Gaza.

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Anche il GOP ha tenuto le proprie primarie nel mese di febbraio, in tutte le quali a primeggiare è stato il former President Trump. Ad aprire il Nevada, dove la primaria è stata un’ecatombe per i candidati. A vincere quasi il 64% dei voti è stata la casella “nessuno dei candidati”, gran parte dei quali probabilmente provenienti dagli elettori di Trump. Questo perché la legge del Nevada permette di partecipare sia alle primarie che ai caucus (dibattiti interni ai collegi elettorali) e Trump ha partecipato solo tramite i caucus, dove ha ottenuto il 99% delle preferenze. Haley, infatti, aveva deciso di partecipare solo alle primarie, consapevole di non poter contrastare Trump nei caucus. Lo stesso giorno, le primarie repubblicane delle Virgin Islands hanno assegnato a Trump 4 delegati per la convention.

Una vittoria meno “stra-” di Trump l’abbiamo vista in Sud Carolina, dove Haley ha preso il secondo posto con più del 39% dei voti. Il Sud Carolina, dove è stata Governatrice dal 2011 al 2017, è il vero termometro all’interno del GOP. Nella storia delle primarie repubblicane nello Stato, infatti, il vincitore si è sempre rivelato il candidato alla convention finale. Haley, battuta in casa anche nelle contee che rappresentava nella legislatura statale, ha annunciato di non abbandonare la corsa, almeno fino al 5 marzo, giornata chiave della corsa alle presidenziali. Trump ha ottenuto la vittoria anche in Michigan, dove ha strappato quasi il 70% di preferenze. Al momento Trump ha 122 delegati stimati alla Convention, mentre Haley si ferma solo a 24.

USA: Trump e Biden, ma è sicuro saranno loro?

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Dopo Colorado e Maine, anche l’Illinois blocca l’accesso alle primarie per Trump. A deciderlo, un giudice dello Stato, che però ha ritardato la sentenza per un ricorso del former President. La questione dell’immunità di Trump ha ormai plasmato il dibattito politico-sociale statunitense, il quale aspetta la decisione della Corte Suprema a tale proposito. La Corte Suprema dovrebbe esprimersi nel mese di giugno, dopo aver finito le interrogazioni sul caso riguardante Trump. Per ora Trump rimane in corsa, ma la (seppur non grande) possibilità che possa infine essere escluso va tenuta in considerazione.

Il medico del Presidente Biden frena le preoccupazioni sulla salute del numero uno della Casa Bianca. Apparentemente Biden risulta “idoneo al lavoro”, nonostante i dubbi sulla sua salute cagionevole siano aumentati nelle ultime settimane. Riguardo la questione, la Vicepresidente Harris ha già comunicato di essere pronta a sostituire Biden nel caso questo dovesse incorrere in problemi.

USA2024: prepariamoci al mese di Marzo!

Grande attenzione la riserviamo al mese di Marzo, turning point della corsa alle presidenziali USA. Il 5 marzo, infatti, ben 17 stati tengono le proprie primarie, sia per uno dei due partiti che per entrambi (la maggior parte dei 17). Nxwss seguirà la giornata del 5 marzo, coprendola interamente!

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