Perché le Iene sono al centro di una tragedia

di Francesco Alessandro Balducci
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Si tratta di una tragedia. Anzi, di una “tragedia nella tragedia“, come affermato da Teo Mammucari, conduttore della trasmissione “Le Iene“, finita inevitabilmente nel polverone della vicenda. La storia è quella di Roberto Zaccaria, 64enne di Forlì che si è tolto la vita dopo aessere finito in un servizio delle Iene ed essere stato messo alla gogna nella sua città.

Come si è consumata la tragedia

La storia prende le mosse da un altro suicidio, quello di Daniele, un 24enne che ha scoperto di essere vittima di Roberto Zaccaria. Quest’ultimo sui social network si era finto “Irene“, una ragazza di 20 anni, tramite l’uso di fotografie appartenenti ad una modella romana. Irene avrebbe avuto contatti con il ragazzo 24enne, tanto da intrattenere con lui una relazione amorosa virtuale. Dai tabulati delle chat, si scorge come le parti in causa siano arrivate addirittura a parlare di matrimonio e figli. Sarebbe dovuto essere solo uno scherzo. O, almeno, questa è stata la motivazione che ha dato Zaccaria. Invece non lo è stato affatto.

Daniele si è suicidato, perchè ha scoperto di essere stato vittima di una grande menzogna. Questo fatto, in gergo tecnico, prende il nome di catfishing. Si tratta di un reato, consistente della sostituzione di persona. Un problema che negli ultimi anni è in netta crescita. I genitori del 24enne si sono rivolti alle Iene per far luce sulla vicenda. E la trasmissione televisiva di Mediaset, sempre molto attenta a questi temi, si è subito precipitata sul posto.

Incontrato Zaccaria, l’inviato Mediaset Matteo Viviani è stato incalzante e perforante nella sua opera. Le motivazioni addotte dall’uomo 64enne hanno fatto trasparire come, nei piani, si trattasse solo di uno scherzo. Uno scherzo finito male. Ma proseguito peggio. Nonostante Le Iene abbiano oscurato il volto, Zaccaria è stato riconosciuto dai suoi concittadini, che si sono messi immediatamente all’opera per far girare voce del fatto. Sarebbero apparsi anche dei poster con il suo volto, in paese.

Tutto ciò ha spinto anche Zaccaria al suicidio, probabilmente in seguito all’assunzione di un mix di farmaci. E’ stata la madre a ritrovare il suo. Le Iene sono finite inevitabilmente nell’occhio del ciclone per la vicenda, che ha ancora molti lati oscuri da chiarire.

Aspetti da chiarire

Innanzitutto, il giovane 24enne pare aver dato segnali che potessero far pensare alla volontà di suicidarsi, ma Zaccaria non si sarebbe mosso per impedirlo. In secondo luogo, però, anche Le Iene sono accusate di non aver utilizzato tutti i metodi necessari per preservare la figura di Zaccaria. In terzo luogo, si sarebbe alzato anche un polverone nei confronti del reato di “sostituzione di persona” il quale, alla luce di questa vicenda, ma anche di altre simili, apparirebbe insufficiente.

Il legale della famiglia di Zaccaria ha annunicato che sta valutando di querelare la trasmissione di Italia 1 per “una forma di tutela che lo mettesse al riparo dalla gogna mediatica“. Dall’altro lato, la Procura di Forlì ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per istigazione al suicidio.

Le parole delle Iene

Voce in capitolo, in questa vicenda, la hanno, però, anche Le Iene. La celebre trasmissione di Mediaset è storicamente in prima linea quando si parla di questo genere di argomenti. Minacce digitali, reati che spesso pasano sotto traccia all’opinione pubblica e nuovi pericoli sono il loro pane quotidiano. Trascinati dal lato dell'”eroe” a quello del possibile colpevole, hanno deciso di far sentire la loro voce, in merito alla vicenda.

Sicuramente continueremo a occuparci di catfishing perché imparare a riconoscere il problema è il primo passo per evitarlo“. Con queste parole Matteo Viviani, inviato che si è occupato del caso, ha aperto la trasmissione di martedì 8 novembre. “Il catfishing è un fenomeno molto più ampio e pericoloso di quello che si può immaginare e le vittime sono sempre i soggetti più deboli, quelli che dovrebbero essere maggiormente tutelati. E la domanda è: attorno a questo problema stiamo vivendo un vuoto normativo? Abbiamo gli strumenti per proteggere le persone più a rischio? Nel nostro ordinamento è previsto il reato di sostituzione di persona, ma siamo sicuri che sia sufficiente?“.

A lui fa eco il conduttore, Teo Mammucari. “Una tragedia nella tragedia, sono giorni che non parliamo d’altro. Questo tema merita riflessioni profonde che continueremo a condividere con voi“.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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