Traffico di rifiuti, tra mafia e ambiente

di Alessia Giurintano
3 Min.

L’Italia è nuovamente al centro della cronaca per un illecito che si ripete continuamente, tra il silenzio generale e l’immobilità istituzionale: il traffico di rifiuti.

Sono cinquemila le tonnellate di rifiuti rinvenute nelle acque del torrente Valanidi a Reggio Calabria, ormai una discarica a cielo aperto.

Un arresto e quattro indagati al momento, è il bilancio delle persone coinvolte, tutte della stessa azienda.

Posto sotto sequestro anche il patrimonio materiale dell’attività: la decisione è del gip di Reggio Calabria.

Gli indagati, titolari e dipendenti di una azienda specializzata nel settore del movimento terra, non sono nuovi alla collusione con le organizzazioni mafiose.

Le indagini condotte dai carabinieri, infatti, fanno emergere dei precedenti nello stesso ambito, e mostrano un rapporto collusivo con l‘ndrangheta locale.

provando a volare - trying to fly

Il traffico di rifiuti e la collusione mafiosa

I rifiuti rinvenuti nel torrente calabrese, sono solo l’ennesima prova di un Paese in cui il sistema mafioso agisce, più o meno indisturbato.

L’azione repressiva è sì presente, e spesso anche incisiva, ma qui appare evidente che non basti. Sono necessarie misure di prevenzione, e di contrasto.

La mafia è una organizzazione gerarchica, ma che senza una rete di contatti esterna non può resistere e sopravvivere.

Essa necessita della collusione con figure esterne, anche istituzionali, dato che si configura come potere alternativo.

La collusione con imprenditori appare infatti ideale, soprattutto se di settori specializzati in ambiti di interesse mafioso: l’edilizia, fra altri.

Il riciclaggio devasta l’ambiente già in sofferenza

I rifiuti sono una delle fonti primarie di inquinamento. Essi producono infatti liquami e sostanze dannose per l’ambiente.

Il loro abbandono e uno smaltimento errato compromettono il naturale sviluppo ambientale, contaminando le acque, il suolo, l’aria.

Lo smaltimento illecito contribuisce ad aumentare, infatti, il livello di tossicità ambientale.

Il problema è grave, e quanto mai urgente. Penalizzare i responsabili è prò solo una parte dell’azione, che copre l’aspetto giuridico e non quello civile.


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