Temuta l’erosione in Veneto: stop al ripascimento?

di Giorgia Lelii
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

L’erosione è un fenomeno naturale, in parte causato e aggravato dalle attività umane, che modifica la morfologia dei litorali, arretra le spiagge e quindi la linea costiera. Finora, la soluzione usata è stata quella del ripascimento: in maniera particolare in Veneto, hanno portato e spostato grandi quantità di sabbia per cercare di limitare l’erosione (ovviamente pagando profumatamente).

Tuttavia, non si può andare avanti di questo passo. Che succederà se avverrà un’alluvione distruttiva? Un esempio è quello del 2019, l’Acqua Granda: il continuo arrivare di alluvioni a Venezia e sulla zona costiera veneta, che sommersero sia il capoluogo stesso che Chioggia. Ad aggravare la situazione, vi è anche l’ingrossamento del Mar Adriatico, insieme a piene simultanee di fiumi che sfociano attorno alla laguna.

Un “motore di sabbia”, Paesi Bassi.

Quindi, cosa fare per migliorare la situazione? Oramai sono decenni che l’Italia spende soldi per il ripascimento. E’ giunto il momento di pensare a qualcosa di più definitivo. A questo proposito, i Paesi Bassi risultano essere un esempio: il cosiddetto “motore di sabbia“, un’enorme penisola utilizzata come deposito di sabbia che ha consentito di plasmare la costa e rallentare l’erosione. Il primo “motore” è stato costruito a Ter Heijde. Hanno dragato 21,5 milioni di metri cubi di sabbia al largo. Successivamente, trasportati sulla costa per creare una nuova penisola estesa per 1,3 chilometri quadrati, lunga 2,4 chilometri e larga fino a un chilometro.

Hanno iniziato i lavori del “motore” nel 2011, alla bellezza di 70 milioni di euro. Il finanziamento del progetto inizia con l’obiettivo di non intervenire con nuovi ripascimenti per 20 anni. E i controlli fatti nel 2016 hanno confermato che l’erosione continuerà a non essere un problema anche in seguito. Inoltre, questo atteggiamento è molto più rispettoso dell’ambiente, piuttosto che i continui spostamenti di sabbia. Per di più, a Ter Heijde si è creato un nuovo ecosistema con specie vegetali che prima del 2011 non crescevano in questa zona.

Palm Island, Dubai

Nonostante i progetti non siano ancora noti, si crede stiano pensando a qualcosa di meglio dei Paesi Bassi. Modello Dubai, le cosiddette palm islands. La loro realizzazione è avvenuta con rocce sbriciolate provenienti da varie miniere degli Emirati Arabi Uniti e centinaia di milioni di tonnellate di sabbia dai fondali del golfo Persico (anche se questa estrazione non è stata affatto positiva per la barriera corallina e il suo habitat).

La priorità è ovviamente la difesa della costa. Il rispetto della natura è essenziale anche per ottenere fondi dall’Unione Europea. Abbiamo scoperto che esiste un capitolo di finanziamento da 250 milioni di euro a livello europeo dedicato appositamente al contrasto all’erosione della costa a cui l’Italia non ha mai attinto.

Alessandro Berton, presidente di Unionmare

Per avere questo finanziamento, tuttavia, si dovranno aspettare gli studi pubblicati l’università di Padova, scelta appositamente per collaborare con Unionmare alla risoluzione di questo problema.

Scritto da Giorgia Lelii


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