Stupro di Chianciano Terme: la vicenda e i provvedimenti

di Alessia Agosta
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 3 Min.

È successo tutto la notte tra il 4 e il 5 agosto 2023. Una ragazza diciassettenne dell’Uzbekistan avrebbe subito uno stupro di gruppo a Chianciano Terme da parte di tre ragazzi della Federazione Italiana di scherma, che ad oggi risultano indagati.

Il caso: la mattina seguente

La ragazza originaria dell’Uzbekistan si trovava a Chianciano Terme, in provincia di Siena, per un ritiro estivo a cui partecipavano varie Federazioni di scherma. 

La sera prima i partecipanti al ritiro erano andati in un bar per festeggiare. La mattina seguente, l’atleta si è svegliata piena di lividi e dolori, e si è ritrovata in una camera con i tre atleti italiani membri juniores della FIS, uno disteso accanto a lei e uno intento a rivestirsi.

La ragazza, ritornata nella sua camera, ha chiamato la madre che la raggiunge sul luogo e insieme si dirigono al pronto soccorso.

In loco le vengono fatti alcuni esami che rivelano tracce di alcool e sostanze stupefacenti nel sangue. Si ipotizza quindi che la ragazza possa essere stata drogata, dal momento che, come atleta agonista, è soggetta a verifiche periodiche antidoping.

L’accusa nello stupro di Chianciano Terme

L’avvocato dei due maggiorenni, Enrico De Martino, riporta la loro innocenza e resta in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria. I due risultano indagati dalla Procura di Siena. Il terzo, minorenne, resta nelle mani della Procura per i Minorenni.

La difesa: perché è trascorso tutto questo tempo?

La risposta è presto data dall’avvocato della diciassettenne, Luciano Guidarelli, che ha deciso di rendere il caso pubblico per denunciare l’ennesimo ritardo della burocrazia italiana. 

La procura, denuncia l’avvocato, non ha nemmeno attivato il «Codice rosso» per lo stupro di Chianciano Terme, la legge n. 69 del 2019, promulgata per rafforzare la tutela di coloro che subiscono violenze.

Guidarelli accusa anche la Federscherma di non aver preso provvedimenti contro i tre atleti, rendendo inevitabile incontrarli in altri ritiri o gare, causando ancora più traumi nella ragazza.

La replica della Federazione

La FIS afferma di aver avuto confronti con la magistratura per permettere l’attività investigativa e di “aver depositato anche la nomina per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio”.

Interviene anche il presidente Paolo Azzi affermando di “aver fatto tutto ciò che era in loro potere” e che “non si possono sospendere gli atleti senza almeno un provvedimento cautelare, un rinvio a giudizio o la chiusura delle indagini”.

La Procura di Siena ha sequestrato i telefoni dei tre indagati. Potrebbero tornare utili per ricostruire la vicenda dello stupro di Chianciano Terme.


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