Strage di Erba: rinviata l’udienza della revisione del processo

di Costanza Maugeri
12 Min.

La Strage di Erba è uno dei casi giudiziari che ha smosso maggiormente l’opinione pubblica – e non solo – negli ultimi anni. Rosa Bazzi e Olindo Romano sono condannati all’ergastolo per omicidio plurimo. L’udienza di revisione – svoltasi oggi 1 Marzo – è stata rinviata al 16 Aprile. A chiedere il rinvio, la difesa. Si prende del tempo per rispondere adeguatamente all’Avvocato Generale e al procutore generale di Brescia. Ma perchè è stata chiesta la revisione del processo? Su quest’ultimo si muove – secondo molti – l’ombra di un errore giudiziario. A pensarlo – primo fra tutti – Azouz Marzouk, marito e padre delle vittime. Stamattina – prima di entrare in Aula – ha sostenuto:

Sono emozionato, stiamo avendo la nostra rivincita. Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, poi già nel primo anno dopo il massacro ho cambiato idea e ora credo che non sia stata fatta giustizia. Oggi possono riparare. La pista della droga è quella che tutti vogliono far credere, ma mi danneggia visto che mi sto trasferendo in Italia. Credo non sia stata fatta giustizia e ora spetta ai giudici farla.

In una lettera – dal carcere – Olindo Romano scrive:

Caro Marco, ho saputo della revisione telefonando a Rosa, lei era emozionatissima e anche io mi sono emozionato non vedevo l’ora di rifare il processo. Noi ci aspettiamo che finalmente possa esserci un processo vero che con oggettività valuti le prove. Penso proprio che saremo in aula il 1 marzo. Voglio ringraziare il Procuratore Generale di Milano Tarfusser che ci ha fatto riconquistare la fiducia nella giustizia. Speriamo che a Brescia ci siano magistrati che valuteranno con serenità tutte le anomalie di questa vicenda. A me e Rosa in questi anni è mancata la possibilità di stare insieme come facevamo prima, vogliamo solo quello

Ma perchè Rosa e Olindo sono stati condannati all’ergastolo? Prima di rispondere è necessario fare un passo indietro:

Cosa accadde l’11 Dicembre 2006?

E’ la sera dell’11 Dicembre 2006. I vigili del fuoco sono chiamati a spegnere un incendio in via Diaz, ad Erba, provincia di Como. Quando, però, entrano dalla finestra dell’appartamento, si trovano di fronte una strage: ci sono i corpi di tre donne, di un bambino piccolo, l’uomo – invece – è ancora vivo. Le quattro vittime sono Raffaella Castagna, 30 anni; suo figlio Youssef Marzouk di due anni; la madre  57enne Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini di anni 55. Il sopravvissuto – ferito gravemente – è Mario Frigerio. Egli ha una malformazione congenita, la sua carotide, infatti, non si è recisa quando l’assassino ha tentato di sgozzarlo.

Il primo sospetto

Azouz Marzouk

Il primo sospettato è il marito di Raffaella Castagna, Azouz Marzouk. La sua posizione è aggravata dal fatto che pesano su di lui dei precedenti per spaccio. L’opinione pubblica si scaglia, credendolo in fuga. A scagionarlo – davanti alle telecamere televisive – sarà il suocero, Carlo Castagna. Azouz, infatti, si trova in Tunisia – suo Paese natale – per un viaggio programmato da tempo. Non può essere stato lui.

8 Gennaio 2007: l’arresto dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano

L’8 gennaio 2007 vengono arrestati i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano. Vivono nell’appartamento sottostante quello della Strage. Due giorni dopo il plurimo omicidio – il 13 Dicembre – si sarebbe tenuta una causa civile con Raffaella Castagna. La donna li aveva denunciati per ingiuria e lesioni, dopo una lite avvenuta durante il Capodanno del 2005.

La coppia si professa innocente e ha un alibi: la sera del massacro è a cenare in un noto fast food, il McDonald’s e conserva lo scontrino. Che, però, riporta un orario che potrebbe incastrarsi con la ricostruzione. E’ emesso, infatti, due ore dopo la strage.

Gli indizi a carico dei coniugi

Tre indizi incastrano i coniugi romano:

  • nelle intercettazioni dei due sospettati non viene mai commentata la vicenda, ma emerge una frase sospetta di Rosa Bazzi: «Adesso sì che possiamo dormire».;
  • La moglie, quel giorno, accende la lavatrice dopo le 18:00. Dai tabulati della società elettrica, infatti, emerge un elemento: non accadeva mai che la donna la mettesse in funzione dopo quell’orario;
  • sul tappetino dell’auto dei coniugi una macchia di sangue femminile, sangue di Valeria Cherubini.

La confessione, il processo e la testimonianza di Frigerio

Il 10 Dicembre 2007 i coniugi dichiarano la loro colpevolezza con una confessione molto dettagliata:

Ho fatto tutto da solo. Ho sbagliato, lo so, devo pagare. Ecco, io vorrei solo vedere mia moglie ogni tanto. Per il resto, pago tutto».

Estratto di una delle confessioni di Olindo

Non meno forti saranno le parole della moglie:

ll bambino l’ho fatto io. La mamma l’ho fatta io e gliene ho date tantissime e idem anche alla Raffaella

La coppia cercherà di ritrattare. Ma il 29 Gennaio 2008 il processo – a loro carico – ha inizio.

Il testimone Frigerio, durante il processo, testimonia:

Lo ripeterò finché campo: è stato Olindo, mi fissava con occhi da assassino, non dimenticherò quello sguardo per tutta la vita, ho come una fotografia».

Olindo era una belva, mi schiacciava con il suo peso, era a cavalcioni su di me. Ha estratto il coltello mentre mia moglie invocava aiuto. Poi mi ha tagliato la gola, non ho sentito più nulla, solo il sangue che usciva e il fuoco che divampava. Ho pensato: se non muoio per la ferita, muoio tra le fiamme.

La condanna

Rosa e Olindo

Il 26 Novembre 2008 vengono condannati all’ergastolo con isolamento diurno per tre anni. La condanna verrà confermata da Corte D’Appello e Cassazione. Il marito è detenuto nel carcere di Opera, la moglie in quello di Bollate. Entrambi in provincia di Milano. La coppia si vede tre volte al mese per due ore.

il 9 gennaio 2023 hanno ottenuto il sì all’istanza di revisione del processo.

Ma perchè è stata richiesta la revisione del processo?

Prima di rispondere al quesito che dà il titolo a questo paragrafo, capiamo cosa si intende con “ revisione del processo“. Per far ciò, consultiamo il Codice di procedura penale.

È ammessa in ogni tempo a favore dei condannati, nei casi determinati dalla legge, la revisione delle sentenze di condanna o delle sentenze emesse ai sensi dell’articolo 444, comma 2,(1) o dei decreti penali di condanna, divenuti irrevocabili, anche se la pena è già stata eseguita o è estinta(2).

Articolo 629 del Codice di procedura penale

L’articolo successivo ci chiarisce i casi nei quali si può richiedere la revisione.

1. La revisione può essere richiesta:

  1. a) se i fatti stabiliti a fondamento della sentenza o del decreto penale di condanna non possono conciliarsi con quelli stabiliti in un’altra sentenza penale irrevocabile [648] del giudice ordinario o di un giudice speciale;
  2. b) se la sentenza o il decreto penale di condanna hanno ritenuto la sussistenza del reato a carico del condannato in conseguenza di una sentenza del giudice civile o amministrativo, successivamente revocata, che abbia deciso una delle questioni pregiudiziali previste dall’articolo 3 ovvero una delle questioni previste dall’articolo 479;
  3. c) se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto a norma dell’articolo 631;
  4. d) se è dimostrato che la condanna venne pronunciata in conseguenza di falsità in atti o in giudizio o di un altro fatto previsto dalla legge come reato.

Il caso di Rosa e Olindo sembra rispondere al comma 3 e 4. Infatti, la difesa e il Procuratore di Milano Tarfusser hanno chiesto la revisione perchè sembrano essere emerse nuove prove a sostegno dell’innocenza dei due ergastolani e dei dubbi sulle prove già presenti.

Cosa non torna?

  1. Ci si chiede come due persone “comuni” abbiano potuto compiere un eccidio così ferrato senza lasciare alcuna traccia sulla scena del crimine. L’unica, infatti, si trova nel battitacco dell’auto. Si scopre che durante i sopralluoghi – spesso – gli agenti non indossarono i dispositivi per evitare l’inquinamento della prove. Ipotesi? La traccia fu portata da una delle figure incaricate delle indagini preliminari.
  2. La testimonianza di Frigerio non è considerata pienamente attendibile per due motivi: è plausibile che sia stata indotta. Infatti, prima di accusare Romano egli aveva indicato come autore del delitto un uomo che non corrispondeva ai suoi tratti somatici. E, inoltre, i traumi psicologici e celebrali possono aver compromesso l’attendibilità delle sue parole.
  3. Le testimonianze dei coniugi sono in contraddizione tra loro. Sembra siano iniziate – altro elemento – dopo la promessa loro una cella matrimoniale.
  4. Le prove a carico di Rosa si ridurrebbero alla confessione. Mario Frigerio, infatti, non la nomina. E, inoltre, non è in possesso di una patente di guida. Questo elemento fa sembrare altamente improbabile l’ipotesi che la traccia nell’auto l’abbia lasciata lei.

1 Marzo: decisione prima udienza rinviata

La difesa di Rosa e Olindo inizierà a parlare il 16 Aprile. Il rinvio è stato richiesto proprio da quest’ultima.

Il pg di Brescia, Guido Rispoli ha sostenuto – oggi in aula – che crede impossibile ribaltare la condanna a causa di una “cascata di prove” su Rosa e Olindo. Ad intervenire anche l’Avvocato Generale, Domenico Chiaro:

Non sono fatti nuovi dal punto di vista probatorio. Non assurgono a dignità di prove.

Chiaro ha, inoltre, sostenuto, che Frigerio non ebbe falsi ricordi.

La decisione è, in ogni caso, rinviata al 16 Aprile prossimo.


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