Strage di Altavilla, il fanatismo religioso e il comune sentire

di Alessia Giurintano
3 Min.

Altavilla Milicia, provincia di Palermo. La notte dello scorso 11 febbraio, si consuma una strage in una villetta unifamiliare. 

Trentasette minuti dopo lo scoccare della mezzanotte, i carabinieri ricevono una chiamata. Dall’altro capo del telefono c’è Giovanni Barreca, in stato confusionale. Confessa di aver ucciso la moglie, a suo dire, posseduta dal maligno.

A perdere la vita, dopo un rito di esorcismo compiuto da Giovanni con l’aiuto di una coppia di complici, sono la moglie e due dei figli. 

Giovanni Barreca è un muratore di cinquantaquattro anni, è sposato con Antonella Salomone, ed è padre di tre figli: una ragazza di diciassette anni, un ragazzo di sedici, e un bambino di cinque. 

Il vicinato lo descrive come un fanatico religioso, convinto della presenza del Maligno nella sua famiglia, tanto da sterminarla a seguito di lunghe sevizie. 

La ricostruzione dei fatti presenta dei punti poco chiari, sebbene ci sia stata ammissione di responsabilità. La stessa figlia diciassettenne, ora in carcere minorile, ha ammesso il suo coinvolgimento al rito. 

Catene, bavagli, bruciature sul corpo, invocazioni: le vittime hanno subito queste torture per un tempo prolungato, sebbene non ancora stabilito. 

Quando i carabinieri arrivano sul posto, trovano due cadaveri torturati. Un terzo, quello della donna citata nella chiamata – rinvenuto successivamente- è stato bruciato e gettato nella campagna. 

Secondo quanto ricostruito, Kevin, il figlio maggiore, si sarebbe difeso con morsi e calci, invano. Il rito di purificazione dal demonio lo ha strappato alla vita. 

Fanatismo religioso e psicosette dietro la strage di Altavilla

Con il termine fanatismo religioso si intende l’espressione esasperata del credo, per cui si può arrivare a commettere atrocità in nome di una entità superiore, il Dio. 

L’atteggiamento estremista, l’esasperazione della religiosità, non è affatto innocente. 

Sebbene in Europa un simile esito sconvolga, c’è davvero chi crede che il fine, anche il più atroce, giustifichi il mezzo e soprattutto lo esoneri dalla responsabilità. Dio è onnipotente, giusto e infinitamente buono. 

La messa in atto di un rito presuppone una estraniazione dalla realtà circostante, tale da considerarsi in una dimensione altra, dove l’illecito, l’immorale, diventa necessario e obbligato. 

Il cordoglio collettivo e lo stato di shock nazionale

La strage di Altavilla ha provocato nella cittadinanza un senso dell’orrore. La diffusione di messaggi e dettagli minuziosi, l’età delle vittime, la dinamica macabra e surreale, hanno attivato un senso di timore diffuso. 

Quello che ha segnato la collettività è il delirio nella normalità. È una strage familiare segnata dall’ombra e da elementi inquietanti. 

Il Maligno, il Dio, gli esorcismi e la Morte. Tutti questi concetti toccano sfere tabù per il sistema culturale italiano, ingabbiato -anche inconsciamente- nel modello cattolico della Chiesa.  

Questo caso di cronaca ha del macabro che richiama i secoli bui medievali, ma non c’è stregoneria di mezzo. 


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