SaturDie Ep. 29 – La triste storia di Sarah Scazzi

Il delitto di Avetrana

di Gaia Vetrano
17 Min.

Saturdie Ep. 28 – La triste storia di Sarah Scazzi

Quanto spesso sentiamo parlare di femminicidi. Di delitti irrisolti o di morti violente, come quella di Sarah Scazzi.

Pochi casi lasciano così tanto il segno. Nella storia del nostro paese c’è quello di Yara, di cui vi abbiamo parlato la settimana scorsa. Ma i più recenti, come quello di Michelle. Eppure, non tutti conoscono la storia dietro il delitto di Avetrana. Un dramma familiare reso pubblico a causa di un finale tutt’altro che felice.

Non una storia normale, ma di gelosia e amori rubati.

Una storia esplosa grazie alla rilevanza mediatica che gli venne data dai social, come Facebook, e da un programma televisivo quale Chi l’ha visto?.

Immaginate un attimo di trovarvi seduti tra le sedie del pubblico del programma televisivo. Fuori non fa più molto caldo: è ottobre, ormai l’estate si è conclusa. Una stagione passata a discutere riguardo la scomparsa di una giovane pugliese, sparita il 26 agosto scorso.

Proiettato sul grande schermo c’è il volto di una madre. Fuori c’è il mondo, e i campi di Taranto. Ma anche la libertà e, forse, una figlia ancora viva.

La gente guarda la televisione e, oltre i muri, e le finestre, il male e le atrocità sono compresse in qualche luogo, dove una giovane è rinchiusa. Qui ci vuole giustizia.

Fortunatamente per voi è stato riservato un posto di tribuna a “Chi l’ha visto?”, programma che negli ultimi anni ha spopolato, grazie anche a casi del genere. È un po’ macabro – forse – stare lì a scrutare le sofferenze di una povera madre, ma si sa, all’essere umano hanno sempre intrigato queste vicende.

Forse perché stralciano quel velo di normalità che rende le nostre vite così banali. Forse perché, egoisticamente parlando, ci ritroviamo tutti a tirare un respiro di sollievo, e a ringraziare qualche Dio perché non fa capitare queste disgrazie proprio a noi. Oppure, perché provare solidarietà ci fa sentire più simili agli altri. Più umani.

Sarah Scazzi
Sarah Scazzi

Molti lo definiranno uno spettacolo osceno. L’ennesima dimostrazione di come il giornalismo italiano riesca a trarre da una tragedia materiale adatto a una prima pagina. Come se i familiari delle vittime non fossero persone, ma spugne da spremere per estrarre da loro fino all’ultima dichiarazione strappalacrime.

In realtà è solo il primo atto di un dramma che bloccherà l’Italia per settimane.

Sul grande schermo c’è Concetta Serrano, riconoscibile dai suoi capelli rossi. Fuori da Avetrana probabilmente non è mai uscita. E se l’ha fatto non è sicuramente per presentarsi a un programma televisivo che tratta la scomparsa di sua figlia.

Poi c’è la conduttrice, Federica Sciarelli. Una donna che sa come fare spettacolo. Sa come creare una sarabanda mediatica sopra cui si erge un solo nome.

Bastano poche parole per fare aumentare gli ascolti. Poche semplici parole.

È il 6 ottobre del 2010 quando Federica Sciarelli comunica in diretta televisiva del ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi.

Da quel momento Concetta Serrano è solo una madre che ha appena scoperto che il caso della scomparsa di sua figlia si è appena trasformato in un caso di omicidio.

Giornale riguardo il delitto Scazzi

L’hanno presa

La cornice nel quale ha inizio la nostra storia è quella di un paese da dove, forse, chiunque vorrebbe scappare. Certo, non è necessario vivere in una metropoli per parlare e stare bene. In mezzo a settemila abitanti c’è un’alta probabilità di trovare qualcuno.

Non è un borgo tentacolare, una vecchia crocevia romana, con animo di fiera battagliera. Una piccola perla delle Murge pugliesi, dove si respira aria di mare. Molti degli abitanti seguono ormai la storia di Sarah da mesi.

È il 26 agosto quando Concetta Serrano denuncia la scomparsa di sua figlia.

La piccola Scazzi ha 15 anni. È iscritta al secondo anno del liceo alberghiero e avrebbe percorso, prima di sparire, un piccolo tratto di strada. Quello che separa casa sua, in via Corso Verdi, e quella della cugina Sabrina Misseri, in via Grazia Deledda.

Quest’ultima è la cugina dal lato materno, estetista ventiduenne. Rende attraenti tutte le dame di Avetrana. Questa vive con Cosima Serrano e Michele Misseri. La coppia, prima di tornare ad Avetrana, viveva in Germania. Cosima lavorava prima in un’azienda di gelati, poi di cioccolata. L’altro, invece, è stato muratore per un cimitero. Ora vivono in Italia con le due figlie, Sabrina e Valentina, che vive a Roma.

Cosima e Michele lavorano la terra, e si spaccano la schiena nel farlo.

Da quando si perdono le tracce di Sarah, la prima a parlare è proprio Sabrina. Dichiara di averla aspettata per andare assieme al mare insieme a un’amica, Mariangela Spagnoletti. Sono proprio le due che danno l’allarme perché, quando provano a chiamare la Scazzi, cade sempre la linea.

A detta della Spagnoletti, la Misseri avrebbe ripetuto, mentre aspettava invano l’arrivo della cugina, “L’hanno presa”. Ma chi?

Concetta Serrano, mamma di Sarah Scazzi, in diretta tv
Concetta Serrano, mamma di Sarah Scazzi, in diretta tv

L’Italia di Sarah Scazzi

La pista del sequestro e del rapimento a sfondo sessuale sono le più battute. Avetrana è sotto shock, mentre in paese arriva un esercito di giornalisti, inviati, cameraman, truccatrici, fonici, direttori e chi più ne ha più ne metta. Da ogni parte d’Italia arrivano per raccontare il caso di fine estate.

La storia di un’adolescente biondina scomparsa nel nulla è perfetta. Sarah è scomparsa ma tutti conoscono il suo volto, perché le sue immagini vengono diffuse in tutte le reti televisive. Immortalata sul piccolo schermo.

Ma prima di quel 26 agosto, cosa si nascondeva dietro quel sorriso? Sarah era una giovane in grado di voler bene. Di avvolgere chi le sta vicino in una morsa di calore. Mamma Concetta è una donna austera, quasi impassibile. In grado di amare, ma incapace di dimostrarlo, se non con il rigore. È una donna di fede, una testimone di Geova.

Il padre e il fratello vivono e lavorano in Lombardia, e tornano solo per le vacanze. Così, ricerca l’amore paterno in suo zio, Michele, e tratta sua cugina Sabrina come se fosse sua sorella. Per i Misseri, Sarah è come una terza figlia.

Sarah e Sabrina

La giovane passa tutti i giorni a casa degli zi. Con loro è più leggera, e nei confronti della istintiva Sabrina prova grande stima. Quest’ultima è reduce da una relazione di cinque anni, da cui porta ancora le cicatrici. Ma ora nel suo cuore c’è solo Ivano Russo.

Questo è un bel fusto, il carisma di chi ci sa fare con il passato da militare. Un cuoco che non ha intenzione alcuna di fidanzarsi. Non con Sabrina, che per lui ha perso la testa. Chissà cosa l’attrae, sarà forse l’erotismo proviciale?

La Misseri presenta Sarah ai suoi amici, introducendola in un giro di ventenni. Tutti più grandi della piccola Scazzi. Girano tra pub, nei locali. Chiacchiere, frustrazioni, voglia di estate.

La faccenda si fa complessa quando, tra Sabrina e Ivano, si mette in mezzo Sarah. Tra i due ci sono sguardi, occhiatine. La Scazzi si avvicina al ventisettenne chef. Tra i due non può che esservi amicizia, o almeno questo si ripete la Misseri.

Basta poco per ridurre in frantumi il rapporto tra due donne, e fidatevi se ne so qualcosa. Se di mezzo c’è la passione, o un carattere focoso come quello di Sabrina, le cose non sono affatto facili. Tutta Avetrana sa che ha un debole per Ivano, che lei scherzosamente paragona a un Dio.

Il paese è in fido: tutti spettegolano. Ma per la Misseri è l’unico luogo al mondo per far sbocciare il loro rapporto.

Il numero di SMS che i due si scambiano supera i quattromila. Lui è schivo, lei la definiremo una sottona.

Eppure, la pazienza premia. È agosto quando finalmente i due si appartano in auto. L’approccio sessuale c’è, ma qualcosa non funziona. Manca la chimica, Ivano non vuole completare il rapporto. Per Sabrina è una tragedia. Un rifiuto che provoca in lei un vortice di sconforto.

La piccola Misseri racconta a Sarah, in cerca di conforto, di quella tragica notte. Di come si senta adesso inadeguata, sbagliata. Si chiede perché le cose per lei non vadano per il verso giusto. Quando mai sarà fortunata in amore. Allora Sarah ne parla con il fratello Claudio, che guarda caso è proprio amico di Ivano. La questione della macchina diventa di dominio pubblico.

Tutta Avetrana viene nutrita da questa storia, anche a causa delle chiacchiere nate da Sarah. La Scazzi non è più la dolce cuginetta, ma pian piano le due cominciano a detestarsi. Sabrina di lei racconta in giro che si venda per due coccole a Ivano. L’altra scrive della Misseri nel suo diario, dandole della “stronza”.

Basta così poco per separare due donne.

Sabrina Misseri

Più di un dramma familiare

Ma ritorniamo alla famosa puntata di Chi l’ha visto.

La notizia della morte di Sarah sconvolge Avetrana.

Concetta viene definita la Sfinge, perché il suo sguardo non tradisce emozioni.

Michele Misseri, il 26 settembre, racconta di aver trovato il telefono di Sarah per i campi di Avetrana. Ogni barlume di dichiarazione viene intercettato dalle telecamere. Sabrina è sempre disposta a mostrarsi in camera. L’opinione pubblica comincia a dubitare della famiglia Misseri.

La stessa Concetta Serrano chiederà di indagare in casa degli zi. Strano che Michele abbia ritrovato il telefono, e strano che Sabrina sia così disponibile a rilasciare interviste.

Così gli inquirenti cospargono di cimici casa Misseri e l’auto di Michele. Riescono così a captare un monologo dello zio. Questo si trova in auto e, mentre ascolta la notizia del ritrovamento del corpo della Scazzi, comincia a parlare da solo. In poche parole, confesserà di essere stato lui ad averla uccisa.

Seguono nove ore di interrogatori prima che Michele confessi di aver commesso il delitto nel suo garage, prima di abbandonare il corpo in un pozzo in Contrada Mosca. Sarah sarebbe morta a causa di asfissia meccanica da costrizione, in gergo tecnico. In parole povere, Misseri l’avrebbe strozzata con una corda.

L’autopsia individua proprio un solco sulla parte posteriore del collo. Questa, tuttavia, è una delle poche certezze.

Misseri corona la prima confessione affermando di aver abusato del cadavere, ma il RIS non trova tracce di violenze sul corpo.

Dopo il primo interrogatorio, Michele fornirà sempre nuove versioni, zoppicanti e contraddittorie. In pochi giorni dà vita a dieci nuovi racconti. Ma il 15 ottobre tira finalmente in ballo Sabrina, che lo avrebbe aiutato nel delitto, tenendo ferma Sarah.

La piccola di casa Misseri viene subito arrestata per concorso in omicidio, mentre si moltiplicano le bugie raccontate dal padre per allungare le indagini. Alla fine, Michele accuserà sua figlia di aver ucciso la Scazzi. Lo avrebbe fatto per gelosia, perché la cuginetta era troppo vicina al bello Ivano. Lui avrebbe solamente occultato il cadavere.

Dopo questa decisiva confessione, lo zio ritratterà le sue posizioni, negando il coinvolgimento di Sabrina. Eppure, chiunque stenta a credere che quest’ultima non sia coinvolta.

Sulle dinamiche dell’omicidio, sugli spostamenti di Sarah da casa sua verso casa dei Misseri, si è detto tanto. Ma il nostro racconto non è ancora finito.

Michele Misseri

L’ultimo grande nome

C’è un’altra figura coinvolta. È il 26 maggio 2011, Sabrina è già stata arrestata. Con poca classe, i media commentano la sua figura e la sua storia. Eppure, basta poco perché si dimentichino di lei.

In manette e in prima pagina c’è proprio lei, Cosima Serrano. La mamma di Sabrina, moglie di Michele e zia di Sarah. Una donna ferma e che si spezza la schiena. Che le sue sofferenze le trasforma in certezze.

Cosima Serrano, parente di Sarah Scazzi
Cosima Serrano

A incastrarla le analisi sulle celle telefoniche. Il cellulare di Cosima avrebbe effettuato una telefonata dal garage proprio il 26 agosto. Ci sarebbe anche una testimonianza in un fioraio che aveva visto Sarah strattonata dalla zia e trascinata di forza in macchina, dove ad aspettarla c’era proprio Sabrina.

Dichiarazione che venne poi ritrattata.

Il processo si apre nel 2012. Sul banco degli imputati e dei testimoni si schiera un catalogo umano ampio e vastissimo.

Sarah Sca sarebbe stata inseguita per strada e poi strangolata in casa. Sabrina avrebbe fatto finta di inviare dei messaggi alla cugina in cui la incitava a sbrigarsi, mentre il corpo veniva trasportato in garage. A Michele il compito di ripulire la scena.

La Cassazione conferma l’ergastolo a Sabrina e a Cosima, Michele sarà condannato per inquinamento delle prove e occultamento del cadavere. Anche Ivano sarà condannato, avrebbe mentito ai giudici sostenendo di non aver visto Sarah il giorno del delitto. In realtà, il giovane avrebbe visto entrambe le cugine, causando una lite furiosa tra le due.

Ivano avrebbe continuato poi a mentire durante gli interrogatori. Perché non dire la verità? Cosa avrebbe avuto da perdere?

Una vicenda quasi allucinante, dove la comunità gioca un ruolo fondamentale.

Tutt’oggi, Michele continua ad addossarsi la colpa. Forse per scagionare la moglie e la figlia, oppure per attirare l’attenzione su di sé.

Settemila anime che hanno visto, hanno spettegolato, hanno testimoniato, ma anche mentito. Dopo la condanna, ad Avetrana torna la pace. Ma nulla sarà come prima. Chissà se, arrivata la notte, qualcuno ancora ci pensa, alla storia di Sarah.

Scritto da Gaia Vetrano


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