Chi era Sandra Milo? Una vita volta alla settima arte

di Nina D'Amato
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

Sandra Milo, la diva che ha scritto la storia del cinema e della televisione italiana si è spenta oggi nella sua abitazione, circondata dall’amore e dal calore dei suoi cari. Il suo nome era Salvatrice Elena Greco ed era nata a Tunisi l’11 marzo 1933. La sua vita è sempre stata costernata di successi, ma non sono mancate avversità e momenti bui. Dai numerosi matrimoni (ben quattro) al tentativo di suicidio, dalla brillante carriera cinematografica al fianco di grandi registi quali Rossellini, Muccino, Salvatores all’abuso. Una donna eclettica con una vita da film.

L’icona degli anni sessanta ci lascia all’età di 90 anni dopo una vita volta allo spettacolo e alla settima arte. Ripercorriamo insieme la carriera cinematografica della musa che ispirò Federico Fellini.

Gli esordi di Sandra Milo

La sua prima apparizione sul grande schermo risale al 1955 nel film, diretto da Antonio Pietrangeli, “Lo scapolo” al fianco dell’amico e collega Alberto Sordi. La sua bellezza e la sua bravura risaltano subito e la inseriscono tra i volti noti del filone delle maggiorate. Il film che le permette di affermarsi nel panorama cinematografico è “Il generale della rovere” di Roberto Rossellini che le dona un ruolo controverso per l’epoca. Seguiranno diversi ruoli analoghi a quello di Olga.

Federico Fellini e il suo amore per Sandrocchia

Sandra milo e Federico Fellini

Diciassette anni l’uno affianco all’altro. Un amore clandestino che ha visto la luce del sole solo nel 2009 quando Sandra Milo confessò il loro amore durante un’intervista. Il loro amore nato fuori dal set, per lei fu un colpo di fulmine. L’attrice fu per il cineasta musa e complice incarnando il ruolo della femme fatale felliniana, disinibita e ingenua, in 8 e 1/2 e Giulietta degli spiriti.

Nella vita ci sono tanti amori, ma uno solo è il grande amore. Il mio è stato per Federico Fellini

Sandra Milo, Domenica In

Autentica, ironica, una vita volta alla settima arte

Sandra Milo negli anni sessanta inaugura una un’intensa stagione nel cinema d’autore con “Asfalto che scotta” diretta da Claude Sautel, poi arriva “Chi vuole dormire nel mio letto?” di André Hunebelle. Nel 1964 Sandrocchia vince il suo primo Nastro d’argento come attrice non protagonista per 8 e 1/2. Ma sarà La vista nel 1963, affiancata da Francois Périer, che darà vita al suo ruolo più complesso e riuscito. Nel 1965 verrà diretta da Dino Risi nella pellicola “L’ombrellone”. Nel 1968 dopo “T’ammazzo..Raccomandati a Dio” la Milo vedrà un periodo di allontanamento dal cinema per dedicarsi alla famiglia e ai figli.

Negli anni ottanta avrà una piccola parentesi televisiva che la vedrà alla conduzione di “Piccoli Fans” una trasmissione pomeridiana per bambini. Ha condotto anche “L’amore è una cosa meravigliosa” su Rai 2 dal 1989 al 1990.

Nel 2003 torna al cinema con Pupi Avanti e continua a recitare in diverse produzioni fino al 2023 con “Quelle brave ragazze” e un cameo in “Il più bel secolo della mia vita“.

Di Carola Antonucci.


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