In Russia la letteratura greco-romana potrebbe diventare un tabù

di Costanza Maugeri
12 Min.

La Russia tenta un’ulteriore cancellazione della comunità Lgbtqia+ tramite censura. E lo fa con una l’approvazione di una legge, o meglio con l’inasprimento di una già esistente. La Duma, Camera bassa del Parlamento russo ha approvato una modifica di una legge del 2013 che prevede il divieto di “fare propaganda LGBTQIA” tra i minori. L’inasprimento estende tale divieto anche tra gli adulti. A tutta – quindi – la popolazione russa è vietato anche – solo – fare allusioni e “promuovere” stili di vita e rapporti affettivi e sessuali che si allontanano dal paradigma cisgender – eterosessuale. La legge deve passare al vaglio della Camera superiore che – considerata l’unanimità della Duma – presumibilmente sarà approvata. Ed essere firmata da Vladimir Putin.

La presunta cultura gay e Lgbt è uno strumento nella guerra ibrida contro il nostro paese e noi abbiamo il compito di proteggere la nostra società. Ci troviamo in una guerra che ha assunto un significato metafisico. Le parate dei gay dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano. Questa guerra è contro chi sostiene i gay, come il mondo occidentale, e ha cercato di distruggere il Donbass solo perché questa terra oppone un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale e porta avanti la propaganda Lgbt

Il relatore Khinsthein

Ma chi lo comunica al relatore Khinsthein che non esiste una cultura LGBT, ma una cultura umana che – da millenni – ci racconta la sessualità e l’amore? Si, perchè parlare di omosessualità significa parlare di sessualità che – come tutte le sfere umane – è complessa. Nell’accezione etimologica di “complexus”, abbraccio. Che accoglie un’infinità di declinazioni e sfumature.

Cultura umana che con una politica di cancellazione LGBTQIA+ subisce una negazione della sua stessa natura. Un attentato culturale alla storia dell’uomo. Alla libertà dei cittadini russi, delle nuove generazioni di questo Paese. Ai quali verrà negato non solo di amare e di essere chi sentono liberamente. Ma potrebbe anche essere censurato un infinito patrimonio letterario dalle origini antichissime che ci ha sempre parlato dell’amore e del far l’amore tra due persone dello stesso sesso.

Fin dalla civiltà assiro – babilonese…

L’Epopea di Gilgamesh scritta verso il 2150-1400 A. C – e che si pone come la più antica attestazione di letteratura epica mondiale – è un’opera assiro – babilonese che racconta la storia del re – eroe Gilgamesh che, dopo la morte del guerriero Enkidu, lascia il suo regno per andare alla ricerca di Utnapishtimv, un eroe immortale e sperare, così, nella vita eterna. Il rapporto tra Gilgamesh e Enkidu è volontariamente ambiguo.

Nasce da uno scontro fisico che, però, si risolve con la riappacificazione, sancita dalla loro pari forza fisica. Insieme vivono mille sfide, sfidando anche gli dei. Questo raffronto ha un prezzo: i due attirano la vendetta del Cielo che culmina con la morte di Enkidu. Un pianto disperato, quello di Gilgamesh:

La sorte del mio amico pesa su di me:
per sentieri lontani ho vagato nella steppa.
La sorte di Enkidu, il mio amico, pesa su di me:
per sentieri lontani ho vagato nella steppa.
Come posso io essere tranquillo, come posso io essere calmo?
L’amico mio che amo è diventato argilla;
Enkidu, l’amico mio che amo, è diventato argilla.
Ed io non sono come lui? Non dovrò giacere pure io
e non alzarmi mai più per sempre?

Epopea di Gilgamesh

Tra i due vi è un rapporto sentimentale fortissimo tanto che

Gilgamesh quindi lo abbraccia e lo ama come una moglie

E l’Antica Grecia? Potrebbe diventare un tabù in Russia

Russia censura
Ganimede

In Russia verrebbe – forse – censurato anche Apollodoro di Atene? Uno dei più grandi storici e grammatici dell’Antica Grecia. Che nell’opera sugli Dei, un trattato in 24 versi, ci racconta di miti greci, ordinandoli per tematica.

Ebbe due figli, Ilo ed Erittonio; ma Ilo morì senza discendenza, e il trono andò a Erittonio, che sposò Astioche, figlia del Simoenta, e generò il figlio Troo. Quando Troo succedette al trono del padre, dal suo nome chiamò Troia la regione, sposò Calliroe, figlia dello Scamandro, generò una femmina, Cleopatra, e tre maschi, Ilo, Assaraco e Ganimede. Ganimede era bellissimo: e Zeus lo fece rapire dalla sua aquila, e lo portò in cielo, dove gli diede il compito di coppiere degli Dèi. Assaraco sposò Ieromneme, figlia del Simoenta, e generò Capi; Capi sposò Temiste, figlia di Ilo, e generò Anchise: di lui si innamorò Afrodite, e dalla loro unione nacquero Enea e Liro, che morì senza figli.

Sugli Dèi III.12.2

Questi versi ci rimandano all’episodio mitico Zeus – Ganimede. Apollodoro si concentra – e non nasconde – la bellezza fisica di Ganimede. Zeus lo rapisce perchè se ne invaghisce. L’attrazione omosessuale – quindi -diventa divina. Leggiamo un passo dell’Iliade che tratta lo stesso episodio.

da Troe nacquero poscia tre figli non tocchi da menda,
Ilio ed Assàraco, e, pari d’Olimpo agli Dei, Ganimede,
ch’era il piú bello fra quanti sono uomini sopra la terra.
Questo rapirono i Numi, che fosse coppiere di Giove,
per la bellezza sua, che avesse dimora fra i Numi.
Ilio ad un figlio poscia die’ vita, non tocco da menda,

Iliade (XX.231-235)

Saffo e l’isola di Lesbo

Una politica come quella russa tacerebbe anche su Saffo, la celeberrima poetessa greca.

La sua vita si mescola con la leggenda. Nata intorno al 630 a.C. a Mitilene, capitale dell’isola di Lesbo. Cresce in una famiglia aristocratica. Questo ambiente le dona il privilegio di poter studiare, acquisisce una straordinaria cultura letteraria e musicale. Dopo l’esilio a Siracusa causato da conflitti tra la sua famiglia e la politica locale, ritorna in città. Qui si dedica alla poesia lirica.  A capo di un tiaso, una comunità che offriva un’educazione artistica e religiosa sotto la protezione di un Dio, in questo caso Afrodite. Le sue allieve si dedicavano a poesia e canto.

L’immagine di Saffo – come esempio di amore lesbico – nasce dall’idea che avesse rapporti con le sue allieve e elle stesse tra loro. La figura della Dea Afrodite inserisce – sicuramente – nei rituali comunitari un aspetto dionisiaco. In ogni caso, questa ricostruzione nasce dalla lettura dei suoi componimenti:

Vorrei veramente essere morta.
Essa lasciandomi piangendo forte,

mi disse: “Quando ci è dato soffrire,
o Saffo: contro mia voglia
io devo abbandonarti”.

Saffo le risponde: “Allontanati felice,
ma ricorda che fui di te
sempre amorosa.

Ma se tu dimenticherai
(e tu dimenticherai) io voglio
ricordarti i nostri celesti patimenti:

le nostre ghirlande di viole e rose
che a me vicina, sul grembo
intrecciasti col timo,

i vezzi di leggiadre corolle
che mi chiudesti intorno
al delicato collo,

e l’olio da re, forte dei fiori,
che la tua mano lisciava
sulla mia lucida e delicata pelle,

e i molli letti
dove alle tenere fanciulle ioniche
nasceva amore della tua bellezza.

Non un canto di coro,
né sacro, né inno nuziale
si levava senza le nostre voci,

e non il bosco dove a primavera
il suono…”

Frammento n.94. Traduzione di Salvatore quasimodo

Antica Roma: ma cosa ne resterà in Russia dei suoi versi?

Russia censura
Virgilio

E se – ancora oggi – Mosca è detta la Terza Roma come protettrice della Cristianità. Ai cittadini russi potrebbe essere negata la lettura dello storico Svetonio che nella Vita dei Cesari non tace sui rapporti sessuali tra Caio Giulio Cesare e il re Nicomede IV:

Fece il servizio di leva in Asia, presso lo stato maggiore di Marco
Termo. Mandato da costui in Bitinia per cercare una flotta, si attardò
presso Nicomede e qui corse voce che si fosse prostituito a quel re.

Vita dei Cesari è un’opera storiografica in cui l’autore ci racconta la vita, in 8 Libri, di alcuni tra i più grandi imperatori romani, figurano, tra gli altri, Augusto, Tiberio, Nerone, Vespasiano, Domiziano.

Catullo e i versi per il giovane Giovenzio? Il nome deriva da “juvenis”, giovane, colui che è giovane.

Se i tuoi occhi di miele, Giovenzio,
mi fosse lecito baciare,
migliaia di volte io li bacerei
e non potrei esserne mai sazio,
anche se più fitta di spighe mature
fosse la messe dei miei baci.

Carme 48

Sarebbe censurata anche la seconda Bucolica di Virgilio. Uno dei componimenti bucolico – pastorali scritti a partire dal 42 a.C. e divulgati intorno al 39 a.C. Un amore non corrisposto che crea sofferenza. Trattato con naturalezza, Virgilio ci descrive un sentimento omoromantico.

ll pastore Coridone ardeva per il bell’Alessi,
delizia del padrone; ma non aveva nessuna speranza.
Soltanto tr i densi faggi, vertici ombrosi,
veniva assiduamente: lì questi rozzi lamenti
solitario lanciava ai monti e alle selve con inane passione:
O crudele Alessi, non ti curi dei miei canti?
Non hai compassione di me? Alla fine mi farai morire.
Ora anche le pecore prendono le ombre e il fresco,
ora anche gli spineti nascondono le verdi lucertole;
e Testili per i mietitori affaticati dall’intensa calura
l’aglio e il timo pesta, erbe odorose;
ma mentre le tue orme seguo, sotto il sole ardente
mi risuonano gli arbusti per il canto delle rauche cicale.

Estratto dalla seconda Bucolica di Virgilio

Sarebbe negata anche la descrizione di Marziale relativa al suo ragazzo ideale o quella in cui scherzosamente mostra gelosia per un certo Massimo. Negli Epigrammi, componimenti brevi di genere vario. Spesso contenenti una battuta comica finale.


Oh Massimo, io ti scrocco un invito a pranzo;
mi vergogno a dirlo, ma vado a caccia di questo invito.
Tu però scrocchi l’invito a pranzo di un altro
quindi siamo pari. Io, al mattino, vengo a portarti
il mio saluto, ma mi dicono che tu sei andato
a salutare qualcuno prima di me:
quindi siamo pari. Io ti faccio da scorta
e sono il battistrada di un altezzoso signore.
Tu fai da scorta a un altro: quindi siamo pari.
Ne ho abbastanza di essere uno schiavo,
non voglio essere lo schiavo di uno schiavo.
Il re, oh Massimo, sia libero da padron

Perché la censura è un problema?

Come accennato a principio dell’articolo, censurare il patrimonio letterario non significa solo negare che esiste – anche – altro rispetto al paradigma cis-etero. Ma rappresenta un atteggiamento antistorico che vorrebbe piegare la storia all’ideologia politica.

Perché è un problema? La consapevolezza del mondo che ci circonda si innesca quando conosciamo il nostro passato in tutte le sue sfumature. Il presente – infatti – nell’accezione più concreta del concetto è frutto del nostro passato. La storia è un continuum che non possiamo ignorare. E’ un cammino che non possiamo intraprendere senza sapere da dove siamo partiti.


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