Haute Couture, marchio elitario e chi ne fa parte

Le dure regole dell'alta moda francese.

di Antonucci Carola
5 Min.

In questi giorni stiamo assistendo alla condivisione, da parte di diversi band, di abiti nelle grandi capitali della moda. Proprio ieri si è conclusa la settimana della moda a Milano ed è iniziata quella di Parigi che andrà a concludersi il 5 marzo. Non tutti però hanno la possibilità di sfilare a Parigi, ma soprattutto non tutti sono Haute Couture. Il marchio, infatti, è registrato e non è di libero uso.

Le rigide regole per usare il marchio Haute Couture

Fédération de la haute couture et de la mode

Come già accennato, il marchio è stato registrato legalmente dalla Chambre Syndacale de la Haute Couture nel 1945. Con la legalizzazione del simbolo, sono state instituite anche delle regole da seguire.

Una maison, infatti, per essere considerata alta moda, deve rispettare i parametri decisi dal Ministero Francese dell’Industria e dalla Fédération française de la couture. Questi criteri decisi recitano: gli abiti devono essere fatti su misura e cuciti a mano per ogni singola cliente, che deve poterli provare personalmente. La maison deve necessariamente avere uno o più laboratori a Parigi con minimo 15 dipendenti a tempo pieno e un atelier proprio con almeno 20 dipendenti.

A questi si aggiunge il dover presentare almeno due collezioni l’anno sul territorio francese, in questo caso sempre Parigi. Ogni casa di moda deve presentare, nelle collezioni, almeno 25 look tra giorno e sera. Prima del 2011 il numero ammontava a 50.

Ad oggi le sarte dell’alta moda ammontano a circa 3000 e vengono chiamate “le petites mains” – le piccole mani – proprio per la cura e la minuzia dei particolari cuciti a mano. Un abito da giorno arriva a costare qualche migliaia di euro, ma quelli di sera possono sfiorare anche il milione e, spesso, anche superarlo. Il valore, inoltre, aumenta di anno in anno.

Nonostante l’elevato costo di ogni look, quello che fruttano alle aziende è davvero poco. Proprio perché le clienti dell’haute couture sono quasi 2.000 in tutto il mondo e vengono spesso dalla Russia, Cina e Medio Oriente. Le modelle e le celebrità, al contrario, non sono in possesso di abiti dell’alta moda che vengono usati in anteprime o red carpet, ma sono una pubblicità per il brand che presta il suo abito e i suoi gioielli.

Se prendiamo gli anni ’50, tra le clienti vi era la principessa Grace kelly e la collezionista di arte e moda Marella Agnelli, moglie di Gianni Agnelli.

Chi può usufruire, nel 2024, del prestigioso marchio?

Haute Couture, marchi e rigide regole della moda
Armani Privé Haute Couture © Grazia

Al momento, nel 2024, la Haute Couture ha 30 brand che sfilano due volte l’anno a Parigi.

Nell’elenco non possiamo non partire dai famosi e storici Christian Dior e Coco Chanel. Accompagnati dagli altrettanto famosi: Schiaparelli, Elie Saab, Jean Paul Gaultier e Maison Margiela.

Haute Couture Valentino
valentino Haute Couture © Valentino

L’elenco poi continua con brand e maison più elitarie, poco conosciute proprio per l’esclusività dell’alta moda. Abbiamo, infatti, Imane Ayissi, Georges Hobeika, Rahul Mishkra e Juana Martin.

Maison Sara Chraibri, Alexis Mabille, Stéphane Rollande, Julien Fournié e Alexander Vauthier continuano l’elenco dei machi Haute Couture più di nicchia.

Si aggiungono poi: RVDK, Yuma Nakazato, Frank Sorbier, Viktor & Rolf, Zuhair Murhad, Julie De Libran, Ashi Studio, Aelis, Gurav Gupta e Robert Wun.

A concludere, non di certo per importanza, l’orgoglio italiano nella moda con Giambattista Valli, Armani Privé, Valentino e Fendi.

Di Carola Antonucci.


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