Media, privacy, GDPR e trasparenza a livello mondiale

tra garanzia, trasparenza e analisi globale

di Dudnic Radu
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 10 Min.

Introduzione ai media digitali

Nell’era digitale, immergersi quotidianamente in un oceano virtuale di contenuti e informazioni è diventato la norma. Nell’uso comune dei social media per come li conosciamo, scorrere il feed dei social media su un autobus affollato è sempre più comune. Tutt’altro che comune è invece ricordarsi che dietro alle interazioni online si nascondono manuali di regole che plasmano il mondo digitale.

Ma quali sono queste regole accuratamente studiate? Chi le stabilisce? Come cambiano da un paese all’altro? E cosa fanno le istituzioni per farci trasparire sicurezza mentre navighiamo sul web e lasciamo alle grandi aziende i nostri consensi e dati? In questo articolo cercheremo di far emergere un quadro generale di quella parte di “Termini e condizioni d’uso”  che solitamente schiviamo. Ma mettiamoci comodi, perché la risposta a queste domande non è affatto semplice.

Garanzie sui media

Con la crescente importanza dei social media, sta diventando quasi imperativa la necessità da parte delle istituzioni di regolamentare le piattaforme social. Attualmente i social media sono controllati da poche compagnie private(Le Big Five: Google, Amazon, Apple, Meta, and Microsoft). La tecnologia sfreccia a tutta velocità, mentre le istituzioni cercano di stare al passo con il costante progresso. Diventa così primaria la necessità di garantire la sicurezza dell’individuo, la trasparenza delle istituzioni e il rispetto delle normative da parte delle grandi aziende.

Il trattato di Lisbona, firmato nel 2007, garantisce la protezione dei dati personali, che diventa un diritto fondamentale ai sensi del diritto dell’UE, riconosciuto da:

  • il trattato sul funzionamento dell’Unione europea
  • la Carta dei diritti fondamentali dell’UE

Queste regolamentazioni spesso si concentrano sulla privacy degli utenti, la rimozione di contenuti illegali o dannosi, la prevenzione dell’incitamento all’odio e la protezione dei dati personali.

Privacy policy

GDPR nell’UE

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è una legge dell’Unione Europea entrata in vigore il 24 maggio 2016. Si tratta di una delle regolamentazioni più significative e rigide al mondo relativa alla privacy dei dati personali. Il GDPR è progettato per proteggere e regolare il trattamento dei dati personali degli individui nell’UE e nello Spazio Economico Europeo (SEE), nonché le aziende al di fuori di queste regioni che gestiscono dati di cittadini europei.

Uno dei punti chiave è stato la richiesta di un “consenso esplicito“, il che significa che le aziende devono ottenere il permesso chiaro da parte degli utenti prima di raccogliere qualsiasi dato. Tutto ciò rende, ancora oggi, più trasparente il modo in cui le aziende raccolgono e utilizzano i dati degli utenti.

Per garantire che le aziende rispettino il GDPR, sono state previste multe per le violazioni. Queste, possono raggiungere cifre massicce, fino al 4% del fatturato annuo globale dell’azienda o 20 milioni di euro, a seconda di quale cifra sia più elevata. Ciò dimostra quanto sia seria l’Unione Europea nel far rispettare le regole in materia di privacy. (-Zanichelli)

Fonte: Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) UE.

foto in scala di grigi di un cartello in legno bianco e nero

Trasparenza: Il potere dell’informazione

La trasparenza è un altro pilastro chiave della regolamentazione dei social media. In questo mondo la complessità degli algoritmi di selezione dei contenuti può influenzare ciò che vediamo online, le istituzioni spingono affinché le piattaforme divulghino informazioni sul funzionamento di tali algoritmi. Conoscere i meccanismi che determinano quali contenuti appaiono nel nostro feed è fondamentale per una maggiore consapevolezza dell’contenuto informativo.

computer portatile nero acceso con schermo biancoL’Honest Ads Act negli Stati Uniti è un esempio di iniziativa volta a garantire maggiore riguardo per la pubblicità politica online. L’obiettivo principale di questa legge è assicurare trasparenza nella pubblicità politica sui social media e su altre piattaforme online. É stata introdotta quando venne analizzato l’impatto dei russi nel tentativo di compromettere le elezioni americane.

Gli agenti russi si sono “camuffati” da cittadini americani per promuovere post su Facebook attraverso pubblicità a pagamento, che sono stati condivisi da migliaia di americani ignari. Questa campagna online ha raggiunto complessivamente 126 milioni di utenti di Facebook prima delle elezioni del 2016. Gli agenti russi hanno anche pubblicato oltre 131.000 messaggi su Twitter e più di 1.000 video su YouTube.

 L’Honest Ads Act richiede che le piattaforme online divulghino informazioni chiare e accessibili sul finanziamento delle pubblicità politiche e sul modo in cui queste pubblicità vengono mirate direttamente agli utenti.

Fonte: The Honest Ads Act negli Stati Uniti.

Censura dei media in Cina:

La Cina è nota per il suo rigoroso controllo sulla libertà di espressione online. Il cosiddetto “Grande Firewall” è un sistema di censura che blocca l’accesso a numerosi siti web e piattaforme esterne, compresi i social media occidentali come Facebook e Twitter. Censura mirata a prevenire il libero scambio di informazioni e a bloccare l’indirizzo Ip, filtri URL, e VPN di profili che minacciano la centralità del governo.

Per episodi nascosti ai media, come il massacro di Piazza Tienanmen (1989), la Cina è ancora oggi nota per il suo rigoroso controllo sulla libertà di espressione online:

Le attività politiche, i contatti con gruppi politici e le dichiarazioni politicamente sensibili (anche nei social media) possono avere conseguenze penali. Le autorità cinesi controllano sistematicamente Internet e bloccano l’accesso a numerosi siti web e social media. […] La polizia può punire gli atti contro la morale e l’ordine pubblico con multe e pene detentive fino a dieci giorni. Non è necessaria la sentenza di un giudice.

 – Menziona il Dipartimento per gli Affari Esteri svizzero nella sezione “Consigli di Viaggio per Cina”.

Le liste di ciò che è vietato sembrano essere più di un romanzo di Dostoevskij e comprendono discussioni politiche del Partito Comunista Cinese, argomenti come i diritti umani, la democrazia, e qualsiasi forma di dissenso politico. il governo cinese richiede ai cittadini di utilizzare i propri documenti d’identità reali per registrarsi su piattaforme online, il che consente al governo di monitorare le attività online degli utenti ed eventualmente punire coloro che condividono contenuti proibiti.

una foto in bianco e nero di un cartello che dice privacy per favore

Digital ethical media code in India:

Il “Digital media ethics code” è un quadro etico introdotto dal governo indiano per regolare il contenuto pubblicato sui media digitali in India.

Il codice etico dei media digitali è stato spiegato dal signor Sahay, evidenziando la necessità di un “Codice etico dei media Digitali” di fronte all’esplosione dei contenuti digitali.

“Il “Digital media ethics code” mira a impedire la trasmissione di contenuti offensivi per le donne o dannosi per i bambini. La presenza di un organo di regolamentazione può controllare e fermare la diffusione di notizie false e rendere i pubblicatori responsabili. Si tratta essenzialmente di una legislazione centrata sul cittadino”, ha dichiarato il Segretario del Ministero dell’Informazione e della Radiodiffusione, Shri Vikram Sahay.

Egli ha inoltre sottolineato che l’India è il mercato OTT (Over-The-Top) in più rapida crescita al mondo e che ci si aspetta che il mercato raggiunga i 2,9 miliardi di dollari entro il 2024, con una crescita annuale del 28,6%.

Una delle principali disposizioni di questo codice è la chiara classificazione delle notizie come “notizie”, “opinioni” o “pubblicità“. Questo è fondamentale per evitare la confusione tra il contenuto informativo e il materiale promozionale, garantendo che gli utenti possano distinguere autonomamente tra fatti e commenti o pubblicità.

Il codice sottolinea inoltre l’importanza del rispetto per la sovranità nazionale. Richiede alle organizzazioni digitali di evitare di pubblicare contenuti che minacciano la sovranità, l’integrità, la difesa e la sicurezza dell’India, nonché rapporti che potrebbero incitare alla violenza o a qualsiasi altra attività illegale.

Fonti.

di Radu Dudnic


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