Pier Paolo Pasolini: tra censura russa e italiana

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 7 Min.

La vita di Pier Paolo Pasolini, emblema di libertà intellettuale e sessuale, ha subito la censura in Russia. Ma vediamo – insieme – cosa è successo nel dettaglio.

La Russia censura Pasolini

Censura Pasolini

Ast, casa editrice russa censura “Pasolini. Morire per le idee” di Roberto Carnero, edito Bompiani 2022. Biografia in cui l’autore racconta Pasolini attraverso la sua opera e gli snodi più significativi della sua vita: il difficile rapporto con la Chiesa e la politica, la sensibilità nei confronti delle classi più umili e la scoperta della sua omosessualità fino alla tragica e, ancora, ufficialmente misteriosa morte.

Il primo a notarlo è stato il giornalista Ivan Davydov che ha, quindi, segnalato la censura. Mentre il recensore del libro Gorkij ha pubblicato una pagina quasi totalmente cancellata da strisce nere.

Il motivo è da ricondurre alla legge russa “Anti – LGBTQIA” approvata nel Dicembre 2022. Che vieta la relativa propaganda di uno stile di vita non aderente al paradigma eteronormativo. Secondo il canale Telegram “Cautation, News” la censura ha riguardato 1/5 del libro. In particolar modo i dettagli biografici, le dichiarazioni dello stesso Pasolini che rimandano esplicitamente al suo orientamento sessuale.

La casa editrice ha affermato che censurare fosse l’unica alternativa per pubblicare l’opera.

affinché la pubblicazione potesse almeno vedere la luce: Colorare sezioni di testo è una scelta più onesta rispetto al semplice taglio dei paragrafi come se non fossero mai stati nel libro.

Ast sembra però trovare degli elementi positivi nell’accaduto – secondo quanto riportato da Repubblica – infatti:

il lettore decide se utilizzare fonti di informazione per scoprire cosa gli viene nascosto in questa versione della pubblicazione. Grazie alla presenza di frammenti nascosti, emerge il richiamo al testo originale nel contesto moderno in cui viviamo qui e ora.

Pier Paolo Pasolini: la censura italiana ieri…

Nella democratica Italia, Pasolini – ieri come oggi – subisce censura.

Nel 1961 “Accattone“, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, dopo la Prima al Barbarini di Roma, che riceve violente contestazioni da un gruppo di neofascisti, viene censurato dal sottosegretario al ministero del Turismo e Spettacolo Renzo Helfer e ritirata da tutte le sale del Paese. “Mamma Roma” del 1962, con protagonista una prostituta, riceve il bollino “Vietato ai minori di 14 anni” che costa il taglio di alcune scene dialogate.

Simile sorte per “Il Decameron” (1971), riadattamento del capolavoro boccacciano che si presenta come critica dissacrante alla società contemporanea. Il Decameron, fa parte della Trilogia della vita che comprende, anche, “I racconti di Canterbury (1972)” e “Il Fiore delle mille e una notte” (1974) con sorte simile.

Il caso più eclatante è sicuramente Salò o le 120 giornate di Sodoma E’ presentato al Festival del Cinema di Parigi tre settimane dopo l’omicidio di Pasolini. Il produttore Alberto Grimaldi viene processato con un’accusa ben precisa:

immagini così aberranti e ripugnanti di perversione sessuale […] offendono sicuramente il buon costume e come tali sopraffanno la tematica ispiratrice del film sull’anarchia di ogni potere

E oggi

Il paragrafo si apre, però, con “un ieri come oggi”. Nel marzo 2022, infatti, in occasione del centenario dalla nascita di Pasolini Rai Movie manda in onda la Trilogia della vita.

Che appare, però, censurata nelle sue parti più espressive e significative: i nudi, i rapporti tra persone omosessuali o con delle prostitute.

La colpa di tale censura sembrerebbe da ricondurre al  Decreto Legislativo 31 luglio 2005, n.177, il cosiddetto ‘Testo unico della radiotelevisione.

  1. Fermo il rispetto delle norme comunitarie a tutela dei minori e di quanto previsto dagli articoli 3 e 4, comma 1, lettere b) e c), è vietata la trasmissione di film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico oppure siano stati vietati ai minori di anni diciotto.
  2. I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi, né integralmente, né parzialmente prima delle ore 22,30 e dopo le ore 7.
  3. Le emittenti televisive ed i fornitori di contenuti, salvo quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, lettera b), sono tenute ad osservare le disposizioni a tutela dei minori previste dal Codice di autoregolamentazione TV e minori approvato il 29 novembre 2002, e successive modificazioni. Le eventuali modificazioni del Codice o l’adozione di nuovi atti di autoregolamentazione sono recepiti con decreto del Ministro delle comunicazioni, adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previo parere della Commissione parlamentare di cui alla legge 23 dicembre 1997, n. 451.
  4. I soggetti di cui al comma 3 sono altresì tenuti a garantire, anche secondo quanto stabilito nel Codice di cui al medesimo comma 3, l’applicazione di specifiche misure a tutela dei minori nella fascia oraria di programmazione dalle ore 16 alle ore 19 e all’interno dei programmi direttamente rivolti ai minori, con particolare riguardo ai messaggi pubblicitari, alle promozioni e ad ogni altra forma di comunicazione commerciale e pubblicitaria.
Articolo 34

Ma chi prende le decisioni in merito di tagli e censure cinematografiche VM18 e VM14 ( che devono essere ulteriormente purgati per essere trasmessi in tv)? Fino al Dicembre 2021, data della sua ufficiale abolizione, vi era un’apposita Commissione di Censura.

Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti

Ex ministro della Cultura Dario Franceschini.

Ma i film sono stati trasmessi nel 2022. Quindi rimane un mistero degno dei film gialli. C’è da inserire, però, un altro elemento: spesso gli stessi produttori tagliano i film autonomamente per poterli vendere alla TV. Dando agli occhi dello spettatore un’opera cinematografica privata degli elementi più rappresentativi. Che sono quelli che ci fanno riconoscere anche la firma del regista, come quella di Pier Paolo Pasolini.


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