Navalny: opposizione, democrazia e controversie

di Emanuele Lo Giudice
6 Min.

La morte di Alexei Navalny ha scosso plurime istituzioni occidentali, che hanno prontamente condannato la Russia e la repressione dell’opposizione. Chi era Navalny e perché la sua figura, sebbene controversa, era importante?

Navalny

Il 16 febbraio 2024 è arrivata la notizia della morte di Alexei Navalny, uno dei più noti e famosi oppositori politici del Presidente russo Vladimir Putin. Ad oggi si sa ancora poco riguardo la morte e il corpo di Navalny, essendo fuoriuscite diverse versioni della vicenda.

Il carcere dove si trovava Aleksei Navalny al momento della morte è la Colonia Penale IK-3, sita a quasi 2mila km da Mosca. Colonia a regime speciale, viene chiamata anche « lupo polare », soprattutto per la sua ubicazione lontana e isolata dai grandi centri abitati. La Colonia Penale dove Navalny era ormai rinchiuso da due mesi è considerata una delle più dure di tutta la Russia. Un « inferno vivente, proprio come descritto dall’oppositore politico. Sulla morte di quest’ultimo sono molti dubbi, soprattutto riguardo il corpo.

La salma di Navalny sarebbe ad oggi in Siberia, in un ospedale a Salakhard, presenza confermata anche alcuni testimoni locali. Novaya Gazeta ha fatto sapere della presenza di lividi riconducibili a una forma fi avvelenamento. Determinalo è impossibile, non essendoci alcuna autopsia ad ora in grado di confermare tale questione. 

Lo sgomento per la morte di Navalny è stato ampio in tutto l’occidente, dove l’attivista e politico russo rappresentava l’opposizione politica a Putin. Dubbi a parte sulla sua morte, la sua figura rimane alquanto controversa, sebbene il suo ruolo politico in Russia sia stato importante. A Navalny, infatti, non si legano solo idee politiche ampiamente discutibili e opinabili, ma anche il perseguimento di un concetto di democrazia che non trova posto in Russia. 

Navalny, figura controversa

Nato fuori Mosca del 1976 e avvocato di professione, Alexei Navalny è diventato negli ultimi anni una figura centrale nella lotta al regime di Putin, considerato « pieno di ladri e corrotti ». I trascorsi di Navalny, soprattutto all’inizio della sua carriera, non sono propriamente rosei. Parte del partito liberale Yabloko dal 2000 al 2007, ha condiviso l’attività politica con diversi gruppi xenofobi ed estremisti, tra i quali era profondo anche il sentimento anti immigrati.

Navalny, agli esordi della sua carriera politica, poteva essere benissimo definibile come un profondo nazionalista. Proprio per tale motivo, Yabloko lo espulse dalla propria compagine, soprattutto per le sue posizioni razziste contro i popoli del Caucaso e dell’Asia Centrale. A supporto di ciò, anche l’appoggio all’invasione russa della Georgia avvenuta nel 2008. Nel tempo, in ogni caso, l’intenso nazionalismo si è progressivamente trasformato in populismo. Il populismo era lo strumento ai suoi occhi utile (per la quantità di persone che attrae) a battere Putin. In ogni caso, le posizioni xenofobe e anti immigrazione rimasero, cosa che portò Navalny ad essere inviso anche agli altri oppositori politici di Putin, sia di sinistra che di centro. 

Sebbene negli anni alcune sue posizioni vennero moderate, diversi analisti lo considerano un mero « prodotto mediatico », reso « simbolo di libertà dall’Occidente » nonostante l’ideologia distante dai valori democratici. Ad oggi Navalny rappresentava un unicum nell’opposizione a Putin, essendo stati gli altri oppositori eliminati in circostanze mai del tutto chiarite. La riscossione della fama di Navalny è data principalmente dalla lotta alla corruzione e alle attività degli oligarchi russi, nonché dell’intero apparato statale russo.

Democrazia e opposizione

Navalny

È importante la relazione che intercorre tra democrazia e opposizione, l’esistenza della quale permette il giusto bilanciamento dell’attività politica di un intero organismo. L’opposizione, all’interno di un sistema costituzionale correttamente funzionante, rappresenta infatti il giusto esercizio delle istituzioni. Nella mancanza di essa, il sistema sarà ancorato ad una sola realtà politica. Quest’ultima sarà allora capace di permeare le istituzioni e di debilitare le altre realtà politiche che vi sono contrarie.

Per tale motivo la figura di Navalny ha nel tempo acquisito un’importanza sempre più vasta. Tale importanza è data non solo dal ruolo che ha giocato, ma anche dalla capillare e sistematica repressione che ha ricevuto. Al di là delle ideologie personali, discutibili e condannabili nella lotta politica democratica, l’impedito accesso (ripetutamente negato) alla funzione politica ha di fatto dimostrato il blocco del sistema statale russo. Quello che per Putin era in realtà solo « un fastidio » (Navalny non aveva internamente ancora i numeri per debilitare la figura di Putin), si è rivelato tutt’altro.

Bisogna tenere a mente, ovviamente, le posizioni politiche dell’oppositore, questo non significa debilitarne il ruolo in quanto tale. Qualora il sistema permettesse una libera opposizione, dunque il ruolo di oppositore represso venisse meno, saranno gli ideali di quest’ultimo ad essere dibattuti democraticamente. 

L’accoramento occidentale, in ogni caso, è rapidamente sfociato in qualcosa ritenuto largamente « patetico » dall’opinione pubblica. La giusta commistione del ruolo di Navalny e delle sue posizioni sarebbe utile non solo a capire l’importanza dell’opposizione, ma anche come funziona la lotta politica democratica. 

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