Mixed by Erry: New Romantic ai limiti della legalità

Sydney Sibilia ci regala un nostalgico salto nel tempo a quando la piateria non conosceva l'illegalità

di Nina D'Amato
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

Mixed By Erry altro non è che una firma su una musicassetta – di un giovane ragazzo della Napoli degli anni ’80 – che sognava di fare il dj. Sibilia ci racconta i vicoli di Napoli, laddove nasce la prima “etichetta discografica illegale“, ma non solo, ci riporta indietro nel tempo e ci fa venir voglia di recuperare le vecchie cassette ormai desuete e impolverate.

«Li ho trovati su facebook, hanno una pagina.» esordisce così Sydney Sibilia quando parla del suo ultimo film, ad una sala gremita di ragazzi affascinati dal suo talento e dai suoi lavori durante il Giffoni Film Festival. L’idea di realizzare un lungometraggio, su quella che si rivelerà essere la prima forma di pirateria musicale, nasce dall’esperienza personale del regista.

Mixed by Erry è una storia vera tutta made in Naples. Sibilia racconta che negli anni della sua adolescenza, trascorsa in un quartiere di Salerno, non c’era un negozio di dischi pertanto l’unico modo per comprare la musica era andare da Peppe. Per cinquemila lire acquistavi una cassetta di Mixed by Erry, l’intera discografia ascoltata dal regista proveniva da quel “falso originale“.

La più grande casa di contraffazione discografica

mixed by errry
Scena dal film Mixed by Erry

L’estetica dell’Italia colorata e caotica degli anni ’80-’90, i walkman, i capelli lunghi sistemati alla meno peggio con il gel, lo scudetto del Napoli vinto nel 1987 e la centralità del Festival di Sanermo si mischiano con la poetica anticonformista di Sibilia, da sempre portavoce di storie vere al limite della legalità.

Sibilia ci racconta un pezzo di storia, ci riporta indietro nel tempo e ci regala un quadro variopinto e nostalgico del tempo passato, quando anziché di un clic bisognava riavvolgere il nastro – molto spesso con l’ausilio di una bic – per riascoltare il nostro pezzo preferito. Ci mostra, in poco meno di due ore, il sogno di un ragazzino di Forcella, Enrico Frattasio, che voleva diventare un Dj e che, per arrotondare, si dilettava nella composizione di musicassette nel retrobottega di un negozio di elettronica. In un certo senso ci riesce, mette su la più grande impresa discografica italiana di contraffazione, sfidando la legalità, guardando al futuro e rischiando la libertà, tutto in nome della musica.

Il falso d’autore di Mixed by Erry

mixed by erry

Un film con un ritmo travolgente e un’estetica quasi onirica, dei tempi comici studiati a tavolino e perfettamente riusciti volti ad omaggiare il grande Massimo Troisi. La sceneggiatura funzionale e intelligente a cura dello stesso Sibilia e di Armando Festa riesce a creare un ponte tra la generazione del pezzotto e delle audiocassette e quella di Spotify, che con il senno di poi non hanno mai neanche intravisto una cassetta.

Il regista della trilogia di Smetto quando voglio conferisce nella caratterizzazione di questo outsider un po’ del suo essere. Per tutta la durata del film si evince un senso di appartenenza di chi da quelle cose è stato plasmato, le ha vissute e ne porta i ricordi intrisi nel cuore. Il dolce ricordo di quando i nostri genitori si dedicavano intere compilation studiate appositamente per la persona amata, un po’ come la compilation New Romantic che Erry promette a Teresa.

Volevo solo fare il deejay

dal film Mixed by Erry

Dalla pellicola emerge un sentimento profondo verso la terra partenopea, un’intima conoscenza degli usi e costumi priva di artifizi e ricca di omaggi e inquadrature volte ad esaltare il realismo storico dietro una vicenda narrata al limite del paradossale. Ogni personaggio è approfondito e reso caratteristico. Nulla è lasciato al caso, dalla sottile comicità che richiama e omaggia l’arte di Massimo Troisi all’ispettore, interpretato magistralmente da Francesco di Leva, che ricorda a tratti quello di Lupin. Ma anche richiami al cinema di Tarantino e di Sorrentino.

La pellicola assume un po’ i toni di un crime, questa continua corsa contro il tempo per incastrare i fratelli Frattasio scandita da un buon un montaggio cattura lo spettatore. Il coloring del film e la fotografia conferiscono alla pellicola l’atmosfera da vecchia cartolina.

In conclusione

L’assurdo sta nello scoprire quello che un gruppo di tre fratelli, che da piccoli contrabbandavano tè rivendendolo per whisky insieme al padre, si ritrovano a metter su un’impresa con un fatturato che supera quello delle case discografiche italiane. Delle cassette con una tale influenza da essere falsificate a loro volta, il falso del falso. Eppure è una storia vera e Sibilia se ne fa portavoce nostalgico e affezionato. Una pellicola godibile che intrattiene e diletta. Uno dei migliori film della filmografia del regita, incrociamo le dita per la selezione agli Oscar. 4/5

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