Mal d’amore: chi non ha mai provato i sintomi?

di Giorgia Lelii
6 Min.

Chi non ha mai sofferto di mal d’amore? Un cuore infranto per la fine di una relazione, o anche per qualcuno i cui sentimenti non corrispondono ai nostri. È uno dei sentimenti più devastanti che un essere umano possa mai provare, giovane o anziano che sia. Le crepe si adattano davvero a tutti e a tutte le situazioni.

E’ interessante vedere come questa fosse una patologia ben descritta nella letteratura medievale italiana. Intesa soprattutto nell’idea della malattia come risultato della rottura dell’equilibrio o squilibrio dei quattro umori ippocratici e del ciclico schema delle stagioni o delle fasi della vita. In questo ambito si parla soprattutto di passioni sfrenate, non controllate, di uomini e donne alla ricerca di un equilibrio. Ai giorni nostri?

Sebbene non sia riconosciuto come una vera e propria patologia clinica, può avere dei risvolti davvero significativi, sia sul corpo che sulla mente. Si crolla emotivamente, e all’improvviso non si è più in sé: rabbia, ansia, collera, talvolta depressione sono i sentimenti che prevalgono maggiormente. Soprattutto in caso di una rottura, si prova l’impulso di tormentare l’ex con messaggi e telefonate, oppure coprirlo di veleno sui social network. Tuttavia, non è questa la maniera di risolvere le cose, nonostante la vendetta sembri essere la miglior soluzione. E’ controproducente fare qualcosa con il giudizio oscurato dalle emozioni, quindi meglio evitare cose di cui ci si potrebbe pentire in un secondo momento.

Invece, se si avverte un malessere fisico, è del tutto normale. Secondo una ricerca pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences, i sintomi del mal d’amore sono fisici e facilmente percepibili da chi ne soffre. Lo studio ha infatti messo in luce che mal di testa, inappetenza, insonnia e crampi sono solo alcuni avvertimenti che il cervello mette in funzione per avvertire di questo particolare concetto di dolore, legato a una delusione sentimentale. A livello neurologico, le aree cerebrali che si attivano quando si soffre per amore sono le stesse che si “accendono” per una scottatura o una contusione.

L’amore non è quello che quei poeti delle palle vogliono farvi credere. L’amore ha i denti, i denti mordono, i morsi non guariscono mai.
Stephen King

L’antropologa e psicologa Helen Fisher e la neuroscienziata Lucy Brown hanno eseguito uno studio, nello specifico, di cosa succede al cervello quando si soffre per amore. Le “cavie” era un gruppo di 15 volontari di circa vent’anni, sottoposti ad una risonanza. Avevano una caratteristica in comune, ovvero essere reduci dalla fine di un rapporto sentimentale durato oltre 20 mesi.

Le scienziate hanno notato un notevole spicco di attività nella VTA, l’area tegmentale ventrale, una zona del cervello nella quale risiedono le emozioni collegate all’innamoramento e al piacere sessuale, responsabili anche del senso di soddisfazione alla fame, alla sete o dell’assunzione di droghe. La VTA presiede anche alla funzione “di ricompensa” che rilascia dopamina e genera quindi un senso di benessere. L’ipotesi di Fisher è che all’origine dell'”amore romantico” ci sia un senso di “profonda dipendenza”. L’amore innescherebbe meccanismi simili a quelli di una droga. Questo spiegherebbe perché sia così difficile da controllare e perché generi un senso di frustrazione così intenso quando il rapporto si interrompe.

Ci sono modi e modi per uscire da questa condizione psicofisica: è difficile, si sa, ma è per mantenere un buon benessere mentale. Secondo una ricerca dell’University of Michigan Medical School, che ha approfondito la reazione del cervello alla sofferenza d’amore, la chiave per guarire sarebbe la serotonina, un neurotrasmettitore presente nel sistema nervoso centrale. Un aumento di serotonina potrebbe aiutare il cervello a rilassarsi, evitando di attuare il meccanismo di difesa che lo fa reagire al dolore, facendoti “letteralmente” soffrire d’amore. Ci sono un sacco di alimenti ricchi di serotonina: noci, kiwi, ananas, ciliegie visciole, pomodori, banane e prugne e soprattutto cioccolata.

Tuttavia, si può anche provare con qualcosa di più pratico, come trovare un nuovo hobby, programmarsi un nuovo obiettivo, fare qualcosa che dia felicità. Impedire alla mente di pensare alla delusione d’amore, insomma: attività che garantiscano una correzione dell’equilibrio biochimico. Alle volte, anche uno stacco netto da tutto ciò che riguarda la persona interessata può essere utile.

Non resta altro che leggere all’infinito storie romantiche e sperare che l’amore eterno arrivi per tutti. Ricorda, se può aiutare…

Quando un amore finisce, uno dei due soffre. Se non soffre nessuno, non è mai iniziato. Se soffrono entrambi, non è mai finito.
Marilyn Monroe

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