Machiavelli e Guicciardini: tra politica e visione dell mondo

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 6 Min.

La letteratura abbraccia la riflessione politica fin dall’alba dei tempi. Oggi tesseremo insieme un confronto tra due intellettuali che a tale riflessione devono buona parte della loro fama: Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini.

Per rendere il confronto più chiaro, risponderemo a tre quesiti:

Qual è la forma di governo migliore?

Quale ruolo ricopre la storia a sostegno del presente?

Qual è la natura dell’essere umano

La forma di governo migliore: Machiavelli e Guicciardini a confronto

Machiavelli

La risposta in Machiavelli non risiede nella staticità, bensì in una circolarità.

Autore del Principe e dei Discorsi, nel quale, a differenza che nel suo Capolavoro, troviamo un’esaltazione del forma repubblicana In tal senso, è errato ridurre il suo pensiero al confronto estenuante tra queste due opere.

Machiavelli ha a cuore il bene dello Stato, questo interesse prescinde dalla specifica forma di Governo. L’autore dimostra, quindi, un’apertura nei confronti di nuove esperienze politiche.

Come gli esseri viventi, le forme statali nascono, si sviluppano, si indeboliscono e periscono in un continuo processo ciclico. Quest’ultimo è il segreto che tiene in vita uno Stato, nella rigenerazione, infatti, trova la sua forza.

Fondamenti essenziali di tutti gli Stati sono le buone leggi e le buone armi, e non ci possono essere buone leggi dove non ci sono le buone armi.

Il Principe, Niccolò Machiavelli

Guicciardini, d’altro canto, è avverso sia al dominio personale dei Medici che ad una forma di governo “democratica”. Egli simpatizza per un regime oligarchico, ossia di pochi, perchè percepisce nelle forme repubblicane una debolezza di fondo. Nonostante tale considerazione anche Guicciardini si dimostra aperto ad un governo misto perchè ha in sé tutte le esperienze politiche.

Il ruolo della storia

In Machiavelli ritorna il celebre assunto:

La storia è maestra di vita

In Machiavelli assistiamo ad un processo induttivo: dal generale al particolare. In tal senso. secondo lui, è possibile ricavare dal passato, in particolare dalla Roma Antica, delle regole generali e delle dinamiche che si instaurano indipendentemente dal periodo storico in cui ci troviamo.

In questo senso, nell’autore manca quello slancio scientifico, che contraddistingue Guicciardini, in lui vive ancora il mito del passato, esso non è analizzato nella sua neutralità, ma viene percepito come leggendario.

La istoria è maestra delle azioni nostre

Niccolò Machiavelli

Di avviso opposto è Guicciardini, in lui si intravede un atteggiamento critico, nel senso etimologico del termine.

Nei Ricordi l’autore fa riferimento alla discrezione, dal verbo discernere ossia, in questo contesto specifico, analizzare caso per caso. In tal senso, la storia non è maestra di vita perchè ogni evento è caratterizzato da un contesto e delle dinamiche che lo rendono unico.

È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente, e per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione ed eccezione per la varietà delle circunstanzie, le quali non si possono fermare con una medesima misura; e queste distinzione ed eccezione non si truovano scritte in su’ libri, ma bisogna le insegni la discrezione.

I Ricordi, Francesco Guicciardini

La Natura umana: parola a Machiavelli e Guicciardini

Guicciardini

Machiavelli crede fermamente che l’essere umano sia malvagio e, per tale motivo, se necessario, il Principe deve saper usare “la bestia”.

uno principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quelle pigliare la golpe e il lione; perché il lione non si defende da’ lacci, la golpe non si defende da’ lupi. Bisogna, adunque, essere golpe a conoscere e’ lacci, e lione a sbigottire e’ lupi. Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può, pertanto, uno signore prudente, né debbe, osservare la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. E se gli uomini fussino tutti buoni, questo precetto non sarebbe buono; ma perché sono tristi, e non la osservarebbono a te, tu etiam non l’hai ad osservare a loro.

Il Principe, Francesco Guicciardini

Guicciardini ha, invece, un atteggiamento più morbido: l’uomo è per natura portato al bene, ma la società e le sue dinamiche, lo rendono debole e, per tale motivo, sensibile al male.

Non crediate a costoro che predicano sí efficacemente la libertá, perché quasi tutti, anzi non è forse nessuno che non abbia l’obietto agli interessi peculiari, e la esperienzia mostra spesso, ed è certissimo, che se credessimo trovare in uno stato stretto migliore condizione, vi correrebbono per le poste.

I Ricordi, Francesco Guicciardini

Di Costanza Maugeri

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