L’Iran accusa Israele di aver bombardato il suo consolato in Siria

di Mirko Aufiero
5 Min.

Secondo l’Iran, lunedì Israele avrebbe bombardato l’edificio del suo consolato a Damasco – adiacente all’ambasciata – e ucciso diversi suoi diplomatici e funzionari militari. Tra questi il generale di brigata Mohammad Reza Zahedi, comandante di alto rango delle forze al-Quds, un ramo d’élite del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC).

Si tratta dell’obiettivo iraniano di più alto rango dall’uccisione del leader delle forze al-Quds Qassem Soleimani, voluta da Donald Trump nel 2020.

Gli attacchi sarebbero stati condotti tramite missili lanciati dagli aerei da combattimento israeliani F-35. Il ministero della Difesa siriano ha affermato che l’antiaerea è riuscita ad intercettare solo alcuni di questi missili, mentre altri sono riusciti a raggiungere l’edificio provocandone il crollo.

Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, le persone rimaste uccise sarebbero undici. Tra queste, otto iraniani, due siriani e un libanese. Illeso l’edifico dell’ambasciata, nella quale si trovava l’ambasciatore iraniano in Siria.

Le reazioni dal mondo

Teheran ha accusato Israele di essere responsabile dell’attacco e ha promesso una risposta. Sulla scia dell’Iran, anche la milizia libanese Hezbollah: «Questo crimine certamente non passerà senza che il nemico riceva punizione e vendetta».

Secondo gli iraniani si tratta di una «flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del principio fondamentale dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche e consolari».

Anche gli Stati Uniti sono ritenuti responsabili dall’Iran per via del loro sostegno ad Israele. Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha commentato l’attacco dicendo che Washington è «preoccupata per qualsiasi cosa possa provocare un’escalation o causare un aumento del conflitto nella regione».

Il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amirabdollahian, ha convocato martedì il diplomatico svizzero che rappresenta gli Stati Uniti in Iran per protestare per l’attacco. «Un messaggio importante è stato inviato al governo americano in quanto sostenitore del regime sionista. L’America deve dare risposte», ha detto il ministro.

Diversi Paesi musulmani hanno condannato l’attacco israeliano, tra cui Arabia Saudita, Iraq, Giordania, Oman, Pakistan, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. A questi si aggiunge la Russia, che in una nota del ministero degli Esteri ha definito «inaccettabile» l’attacco al consolato.

Il (non) commento di Israele

L’esercito israeliano si è rifiutato di commentare l’accaduto. Daniel Hagari, portavoce dell’Idf, ha però affermato che secondo l’intelligence israeliana l’edificio colpito non sarebbe un consolato, ma un «edificio militare delle forze Quds mascherato da edificio civile a Damasco».

Il New York Times riporta che quattro funzionari israeliani sotto anonimato hanno confermato che l’attacco è stato condotto da Israele. Tuttavia, le maggiori testate internazionali affermano di non poter verificare questa informazione.

Gli attacchi di Israele contro gli interessi iraniani

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ayatollah_Ali_Khamenei_at_the_Great_Conference_of_Basij_members_at_Azadi_stadium_October_2018_020.jpg https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2a/Ayatollah_Ali_Khamenei_at_the_Great_Conference_of_Basij_members_at_Azadi_stadium_October_2018_020.jpg Khamenei.ir, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons Iran Israele

Negli ultimi anni Israele ha condotto centinaia di attacchi in Siria con l’obiettivo di impedire il trasferimento di armi dall’Iran a Hezbollah e il rafforzamento della presenza di Teheran nel Paese.

Siria e Iran sono alleati da anni, specialmente a partire dallo scoppio della guerra civile nel paese di Bashar al Assad nel 2011. Il presidente siriano è diventato sempre più dipendente dagli aiuti iraniani nel corso degli anni, che gli hanno permesso di far fronte alle rivolte armate e mantenere il potere.

La Siria viene spesso collocata all’interno del cosiddetto «asse della resistenza», ossia un insieme di Paesi e gruppi armati sparsi per il Medio Oriente armati e finanziati dall’Iran. Questi gruppi sono presenti in Siria, Libano, Iraq, Yemen e Palestina. Ne fanno parte, tra gli altri, Hezbollah, gli Houthi e Hamas.

Gli attacchi israeliani sul territorio siriano si sono intensificati a partire dal 7 ottobre. Risale soltanto a giovedì l’attacco israeliano contro diversi siti nei pressi di Aleppo, nel quale sono state uccise 42 persone. Tra queste, sei membri di Hezbollah.


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