“L’Elegia di Madonna Fiammetta” di Boccaccio: la donna da oggetto a soggetto amoroso

di Costanza Maugeri
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo(dove morirà nel 1375) o a Firenze nel 1313 da una relazione extraconiugale tra il mercante Boccaccino di Chellino, socio della Compagnia dei Bardi, e una donna di umili origini della quale non si hanno informazioni precise.

Due sono le città che confluiscono nell’anima mediterranea di questo scrittore. Napoli, che rappresenta l’ambiente giovanile di formazione, in cui avrà modo, per un periodo che va dal 1327 al 1340, di frequentare gli ambienti mondani e la Corte di Roberto D’Angiò (la compagnia bancaria per il quale il padre lavora, rappresenta il principale sostegno finanziario della Corte Angioina).

Portrait of Giovanni Boccacci, Kunsthistorisches Museum Habsburger Portratgalerie

Durante gli anni della “dolce vita napoletana” vivrà immerso in quella cultura cortese, che gli permetterà di sperimentare quel perpetuo “esercizio d’amore” che rappresentarà un repertorio essenziale della sua Opera.

Nel 1340 sarà costretto a tornare a Firenze, a causa di problemi economici legati all’attività lavorativa del padre.

Firenze sarà per Boccaccio un vaso ricco di tradizione, cultura cittadina e comunale e un’ occasione per sperimentare il suo io umanista. Nella sua Toscana egli sarà un vero e proprio slancio culturale.

Si impegnerà in un fitto lavoro editoriale e di trascrizione di Classici latini, opere romanze e contemporanee come la Divina commedia di Dante e gli Scritti del Petrarca.

La scrittura del Boccaccio, a differenza del suo “magister” Petrarca, si rivolge sempre verso l’esterno, verso il Mediterraneo e verso il mondo.

Boccaccio è il padre indiscusso della prosa moderna. In lui il repertorio classico, cortese, medievale si sposa perfettamente con la sua maestria nel saper raccontare, inventare e descrivere. È un crogiuolo di enigmi, inganni e mistificazioni che trova terreno fertile in una prosa che nasce da un amore quasi erotico, sensuale per il racconto.

L’Elegia di Madonna Fiammetta: la centralità di una voce femminile

L’Elegia di Madonna Fiammetta (nome della donna amata dall’autore, che potrebbe identificarsi con Maria D’Aquino, figlia illegittima del Re napoletano) è un’opera scritta probabilmente tra il 1342 e il 1343 sotto la forma di una lunga lettera che Fiammetta scrive alle “innamorate donne”. L’opera riprende tutti i motivi classici e cortesi con un’essenziale novità, ossia uno slancio verso la modernità.

La voce che canta l’amore è femminile, così la donna diventa soggetto e non più oggetto amoroso elogiato da una figura maschile.

Madonna Fiammetta narra la sua sofferenza d’amore. Ella è Innamorata di Panfilo (personaggio dietro cui si nasconde lo stesso Boccaccio), che la tradisce lasciando Napoli, per trasferirsi a Firenze. Attraverso la voce malinconica e sofferente della donna, Boccaccio esprime il suo dolore per aver dovuto sopportare la lontananza dell’amata.

L’Elegia di Madonna Fiammetta: il primo romanzo psicologico italiano

Il fatto stesso che sia Fiammetta a narrare il suo dolore attraverso i suoi moti interiori, portando avanti un racconto soggettivo degli eventi, descritti non per come si presentano oggettivamente, bensì per i sentimenti che provocano nella protagonista, ci può far considerare quest’opera il primo romanzo psicologico della letteratura italiana.

Un dolore psicologico quanto più silenzioso e lacerante possibile, reso tale dal fatto che l’amore per Panfilo è un segreto, che non può confessare. Ella, infatti, ha come sposo un uomo premuroso e affettuoso, con il quale deve nascondere i motivi della sua chiara sofferenza.

Affermare che quest’opera sia un romanzo psicologico non deve farci cadere in errore. Il termine non deve essere associato alla concezione moderna di psicologia.

La psicologia della donna è strettamente collegata, infatti, all’artificio letterario di matrice colta.

Cosa vuol dire? La descrizione del travolgente calderone di sentimenti di Fiammetta, creata attraverso la sua stessa voce, è in fondo il pretesto per sfoggiare una nobile letteratura carnale, in cui la più alta beatitudine è rappresentata dalla laicità del rapporto fisico tra gli amanti.

Scritto da Costanza Maugeri


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