Le accise sul carburante servono a ripagare la guerra d’Etiopia?

di Francesco Cocco
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Dal 1° gennaio 2023 è scaduto lo sconto sulle accise voluto dal governo Draghi per contrastare i rincari sui carburanti dovuti principalmente alla guerra in Ucraina.

Ogni qualvolta che i costi del carburante aumentano, il dibattito pubblico e politico si focalizza sulle accise, in particolare sui finanziamenti e debiti che esse vanno o dovrebbero andare a ripagare, per esempio la famosa Guerra d’Etiopia del 1935-36. Ma è davvero così?

Che cosa sono le accise?

Partiamo dalle basi, per “accisa” s’intende un’imposta statale sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo. Essa rappresenta un tributo indiretto, in quanto il produttore che paga l’imposta erariale la gira al consumatore attraverso il prezzo di vendita. Una percentuale del prezzo finale, infatti, è rappresentato da tasse e imposte.

L’accisa, a differenza di altre imposte come l’IVA, presenta delle peculiarità: viene applicata una sola volta; si applica alla quantità e non al prezzo e infine non riguarda tutti i prodotti in vendita, ma solo alcune categorie specifiche, come i carburanti.

Proprio come nel caso dei carburanti, le accise e l’IVA rappresentano una parte del prezzo finale. In Italia, le tasse applicate su un litro di benzina rappresentano il 58% del prezzo totale e il 51% per quanto riguarda il diesel.

Queste percentuali sono tra le più alte d’Europa: la media europea si attesta al 50% per quanto riguarda la benzina e al 42% per quanto riguarda il diesel.

Quanto è costata la guerra d’Etiopia?

Tra i tanti finanziamenti e debiti che l’Italia deve ripagare, spunta sempre i soliti famosi: la ricostruzione dopo la strage del Vajont del 1963, la crisi dello Stretto di Suez del 1956, l’alluvione di Firenze del 1966, i terremoti dell’Irpinia, del Friuli e del Belice, la guerra d’Etiopia del 1935-36.

Proprio se quest’ultima s’infuoca il dibattito.

La guerra d’Etiopia, secondo i massimi storici, è stata la campagna coloniale più imponente della storia italiana, nonchè uno dei baluardi delle imprese in epoca fascista. Essa avvenne tra l’ottobre del 1935 e maggio del 1936 nell’allora Abissinia, l’attuale Etiopia. La guerra fu fortemente voluta dal Duce Benito Mussolini, perchè avrebbe avuto un grande impatto sul piano geopolitico internazionale per il Regno.

Nonostante la brevità dell’impresa, appena 9 mesi di guerra, le perdite furono consideravoli. Lo stato fascista pubblicò il bilancio ufficiale solo nel 1938 nel quale si rendeva noto che le vittime dell’impresa sarebbero state circa 4.350 e circa il doppio i feriti. Molti storici come Del Boca, però, ritengono le cifre alquanto sottostimate, frutto della propaganda fascista.

Per quanto riguardo i costi finanziari, le spese della campagna sarebbero state annunciate dall’allora ministro delle finanze Thaon di Revel, il quale quantificò la spesa complessiva in 12 miliardi e 111 milioni di lire. Anche in questo caso, gli storici tendono a dire che le cifre sarebbero di molto sottostimate. Lo stesso Del Boca riferisce che dall’archivio dei documenti del ministro Thaon di Revel i costi avrebbero superato i 40 miliardi di lire.

Le accise sui carburanti servono per ripagare la guerra d’Etiopia?

Arriviamo quindi al nostro quesito iniziale: le accise servono allo Stato italiano per ripagare i debiti della guerra d’Etiopia? Non è proprio così.

Da diversi anni molti politici hanno speculato sulla questione, come per esempio Matteo Salvini che nel 2015 pubblicò un video su Youtube elencando le 8 accise più antiche dello Stato italiano. Prima tra queste c’era proprio l’accisa della Guerra d’Etiopia che aveva un costo per il consumatore pari a 0,000981 euro al litro. Queste imposte specifiche, però, come comunicato dal sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono state soppresse nel 1993!

Inoltre nel 1995, il governo di Lamberto Dini legiferò un nuovo testo sulla disciplina delle imposte. Con la nuova norma, l’accisa sul carburante è definita in modo unitario e il gettito fiscale che lo Stato ne ricava non va a finanziare specifiche attività. Pertanto le accise non vanno più a ripagare uno specifico finanziamento, ma servono per coprire spese generali.

Scritto da Francesco Cocco

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