La strage di Erba, il caso che torna a far parlare

di Alessia Giurintano
4 Min.

L’11 dicembre 2006 la provincia di Como si macchia di sangue. Si è consumato un delitto, plurimo, che sui media si diffonderà come la strage di Erba.

Le vittime accertate rispondono ai seguenti nomi: Raffaella Castagna (e suo figlio), Paola Galli (madre di Raffaella), Valeria Cherubini.

Colpiti ferocemente da spranga e coltello, perdono la vita in una delle maniere più atroci.

Ha salva la vita il marito della signora Cherubini, Mario, il quale sebbene avesse subito qualche colpo, è riuscito a sopravvivere grazie ad una malformazione alla carotide che lo ha miracolosamente salvato dal dissanguamento certo.

Azouz, Rosa, Olindo: il triangolo anche mediatico della strage di Erba

Il primo ad essere indagato per la strage è Azouz Mazouk, marito di Raffaella e padre di Youssef, il più piccolo fra le vittime. Le indagini rilevano un suo coinvolgimento nell’illegalità, più precisamente nel traffico di stupefacenti.

L’8 gennaio 2007 i sospetti sui coniugi Romano diventano concreti, determinandone l’arresto il giorno seguente.

Il 10 gennaio dello stesso anno, entrambi ammettono il delitto, fornendo ai magistrati minuziosi dettagli relativi alle modalità di esecuzione.

Eppure, il caso, non può ancora dirsi chiuso.

Strage di Erba coniugi Romano

Un caso lungo e complesso che ha toccato l’opinione pubblica

Nel corso degli anni, nonostante la condanna all‘ergastolo e un periodo di isolamento obbligato, i coniugi hanno ritrattato più volte sostenendo la loro innocenza e, piuttosto, la manipolazione violenta subita dalla magistratura, delle forze dell’ordine e del sistema carcerario in generale.

Anche Azouz per qualche tempo ha sostenuto l’innocenza della coppia, riversando la colpa sulla famiglia delle vittime, e guadagnandosi così una condanna per diffamazione.

Il primo marzo di quest’anno, però, tutto potrebbe nuovamente cambiare. Sul tavolo ci sarebbero nuove prove da valutare, e piccoli pezzi che non si incastrano perfettamente nel puzzle completo del caso.

Audio, consulenze, macchie, ricordi, sono tutte tracce opache che non trovano una collocazione unitaria nella ricostruzione dei fatti. Nel frattempo, i media, proprio come un aula di tribunale, sono pronti a riaccendere i riflettori.

La strage di Erba e l’attenzione mediatica

Oggetto di episodi sul piccolo schermo, brani musicali, talk show, la strage di Erba ha coinvolto l’opinione pubblica nel corso degli anni: perché?

Primariamente, come si ricordava sopra, per la ferocia e la crudeltà degli omicidi, che hanno coinvolto anche un bambino. La massa è provata dal sangue sì, ma maggiormente se è quello di una pura creatura.

Poi, colpisce il legame simbiotico della coppia, i coniugi Romano ch sono carnefici ma anche vittime, killer con disturbi psichiatrici.

Coinvolge la follia di coppia, la lucidità delle ricostruzioni, delle dichiarazioni spontanee e della ferma convinzione nelle ritrattazioni.

La massa è sempre alla ricerca di un colpevole, e si schiera solitamente per capire quale sia il lato giusto della storia.

Questa singolare- per così dire- propensione investigativa, è modulata dalle ricezioni mediatiche, che spostano l’opinione pubblica come si muove una bandiera al vento.

Ad ogni modo, lontano da ogni strategia comunicativa, il caso si riapre e l’attenzione è di nuovo sui coniugi Romano: l’Italia torna indietro al 2006, ma senza alzare alcuna coppa vincente.


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