La nascita del tacco e il mito di seduzione

La famosa calzatura simbolo del potere di seduzione femminile, ma che nasce per praticità e imposizione sociale.

di Antonucci Carola
8 Min.

La scarpa con il tacco è una calzatura tanto bella quanto scomoda. Motivo per cui, dalla sua creazione, ha generato polemiche sulla reale utilità di questo accessorio. Al giorno d’oggi, più che un must have, è una scelta di stile e di affermazione di sé. In un mondo della moda dove sono possibili svariate scelte anche più comode e – delle volte – eleganti, perché optare per la scomodità se non per una scelta puramente psicologica?

La nascita del tacco: dall’Armenia alla Persia, passando per Egitto e Grecia

Siamo in un periodo storico che risale a oltre 2000 anni fa – 5500 per l’esattezza – in Armenia. La prima scarpa con il tacco viene rinvenuta da un archeologo e realizzata con pelle bovina conciata. Gli studiosi affermano che tale scarpa sia stata progettata per il semplice uso protettivo. Il suolo presentava pericoli come sassi e dislivelli e temperature basse. Il rialzo presente sotto la suola – non ancora propriamente il tacco come lo pensiamo oggi – ha aiutato a percorrere lunghe distanze.

Delle pitture rurali egizie dimostrano come gli antichi Egizi usassero una calzatura con il tacco. Per la precisione, l’utilizzo di queste scarpe era raffigurato con uomini artigiani, il che fa pensare che fossero utilizzate come scarpe da lavoro o per camminare sul fango.

La storia del tacco, dalla nascita al simbolo di seduzione
Antichi tacchi. Photo: GettyImages

Diverse testimonianze ci giungono anche dall’Antica Grecia dove l’accessorio femminile più “in” del mondo contemporaneo veniva usato da attori durante le loro rappresentazioni teatrali. Più il tacco era alto, più il ruolo da interpretare era importante. Per questo veniva usato anche come misuratore di stima e onorificenza verso la bravura dell’attore stesso.

Tralasciando queste scoperte, molti studiosi pensano che l’invenzione risalga geograficamente in territorio persiano. I soldati persiani, infatti, li usavano per inserire i piedi nelle staffe in modo da mantenersi sulla sella con maggiore facilità.

L’esportazione in Europa

Dalla Persia, le scarpe con il tacco vennero portate in Europa, nel quindicesimo secolo, dal soldato Shah Abbas. Shah risaltò subito all’occhio degli aristocratici europei che videro nella calzatura un ulteriore elevamento del loro potere.

Il tacco nell’antichità.
Cippine. Photo: Diario digitale di una signora veneta del terzo millennio.

L’attestazione che la scarpa con il tacco venisse usata in Europa arriva dal nostro territorio nazionale. Proprio a Venezia le donne nobili usavano le “cioppine” – delle altissime zeppe – che attestavano il loro rango in base all’altezza. Spesso presentavano ornamenti dipinti o decorazioni di madreperla. Quindi, per non perdere nemmeno un granello della loro importanza, molte donne erano costrette a non camminare se volevano salvaguardare le loro caviglie. Forse da qui che nasce il mito della donna nobile ferma a ricamare e leggere?

In seguito l’utilizzo cambiò ulteriormente e presero il nome pianelle – ironia assai lodevole – e venivano usate per non sporcare i piedi su terreni poco curati. Il tacco era in sughero per conferire leggerezza e quelle degli uomini non superavano i pochi centimetri di altezza, quelle delle donne potevano raggiungere anche il mezzo metro.

Pensate che finisca qui? Assolutamente no, perché è proprio da qui che inizia il culto del tacco come lo conosciamo noi oggi.

Il ruolo del tacco nella società, al di là del ruolo pratico

Il tacco e la sua storia, come è diventato simbolo di seduzione
Photo: pexels

Il tacco, infatti, già da tempi lontani fungeva come richiamo erotico. Rendeva – e rende – l’andatura difficile ma allo stesso tempo riesce a conferire alla silhouette femminile un che di seducente. Proprio per questo motivo, il tacco si trasforma e diventa un elemento di seduzione erotica amata dagli uomini e – conseguentemente – subordinazione femminile.

Ma oggi é davvero così? Il tacco ha ancora un ruolo erotico sulla psiche maschile o è sfruttato dalle donne come slancio sociale e psicologico?

Se prendiamo in considerazione gli anni 40 e 50 del 900, il tacco era fortemente inteso come piacere maschile esterno alla propria figura. Cioè veniva imposto dalla società patriarcale sulle donne per giovare la vista al parterre maschile. Consideriamo, prima di proseguire, la caduta dell’uso maschile dei tacchi dopo la caduta della corte francese. Quindi, l’idea del tacco come simbolo di sensualità e femminilità viene avallato dalla nascita delle pin-up.

Nella società contemporanea

Il tacco e la sua storia, come è diventato simbolo di seduzione
Photo: pexels

Sebbene al giorno d’oggi abbia un uso più legato al contesto che di imposizione di costume, il tacco rimane per alcuni aspetti quello che, nella psiche umana, viene catalogato come “sogno erotico”. Abbiamo tutti in mente l’immagine di una Monica Bellucci che con le sue vibes da femme fatale, calca le passerelle e i red carpet con tacchi e tubini e sguardo ammiccante e sicuro di sé. Come lei, d’altronde, altre donne bellissime del mondo dello spettacolo. Rimane un volere maschile o una voglia femminile di sentirsi padrona del proprio corpo e del ruolo che le spetta nella società?

Qui inizia il bello, anzi bellissimo. Il sempre più forte volere della donna di rafforzare, attraverso l’immagine, la sua forza interiore. L’immagine di una donna che è consapevole del suo corpo e, con l’aiuto di stratagemmi legati alla moda, in questo caso il tacco, riesce ad imporsi in un contesto che resta per certi versi ancora maschile. E per quanto il tacco sia, ancora, un motivo di seduzione, la donna contemporanea ne ha fatto un punto di forza. Perché se è un piacere visivo per gli uomini, la donna è stata in grado di sfruttarlo a suo favore.

In conclusione

Come abbiamo detto, per quanto il tacco sia stato imposto – dal ruolo pratico al simbolo di importanza – al pubblico femminile, ad oggi ne risalta l’essenza stessa di seduzione che la donna non sceglie di allontanare da sé. Ne fa uso e comanda, a suo piacimento, l’idea che si ha della sua immagine.

Un accessorio indispensabile per la propria autostima, in quante ci siamo sentite belle con un abito e una scarpa con il tacco? In quante ci siamo sentite desiderabili? E no, cari uomini, non è stato per il vostro sguardo, ma per l’importanza che abbiamo dato a noi stesse, guardandoci bellissime davanti ad uno specchio.

Fermo restando che la libera scelta sia alla base della visione sociale, se una donna come Marilyn Monroe considerava il tacco come un’estensione della sua personalità, convinta del fatto che le donne non dovessero rinunciarvi, chi siamo noi per andarle contro?


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