La fede: il trascendente concreto che si immerge nel reale

di Alessia Giurintano
5 Min.

‘Credenza’ è un termine notoriamente ambiguo. Da un lato, si riferisce a uno stato mentale, che prende o la forma di assenso a proposizioni o quella di fede in qualcuno; dall’altro, la parola designa gli oggetti dell’assenso.

‘Culto’ si riferisce a un insieme di pratiche rituali che hanno per oggetto e giustificazione entità sacre e che permettono di comunicare con esse, di utilizzare i loro poteri e di rendere loro omaggio, riaffermando così la loro posizione preminente nella coscienza dei fedeli.

Il sociologo Smith sostiene che il termine fede, universalmente ammesso e annesso ai fenomeni religiosi, non debba essere impiegato come sinonimo di “credenza”. Il primo termine va inteso nel senso in cui è intesa nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nel Corano e nella letteratura brahmanica o nel canone buddhista: come azione e non come intellezione, come un atteggiamento (di reverenza, accettazione, testimonianza, impegno, fedeltà) nei confronti del trascendente.

Ruolo della fede

Fede come assenso, scelta del sì

Fede’ significa ‘dir di sì’, rispondere affermativamente a un’offerta divina, a una rivelazione su cui l’intelletto non si sofferma mai perché non la mette mai in dubbio (come l’arabo iman e l’ebraico he’min, da cui deriva Amen).

E’ da intendere nel senso di accettazione, fedeltà, impegno – si potrebbe dire, in una parola, ‘sudditanza’ -, quale la si trova nel Corano o nella Bibbia, presuppone la credenza in certe proposizioni.

La fede del Corano e della Bibbia è il correlato di credenze concernenti le proprietà di Dio. Ed è proprio perché esiste la credenza che Dio sia un ‘signore’, che si insiste sulla necessità di accettarlo e di essergli fedele.

La religione nella società contemporanea: l’ipocrisia che uccide il profondo sentire

Per secoli, il genere umano ha cercato di comprendere e spiegare il significato della vita. Molti filosofi credono che questa contemplazione e il desiderio di comprendere il nostro posto nell’ universo siano ciò che differenzia l’umanità dalle altre specie. La religione, in una forma o nell’altra, è stata trovata in tutte le società umane da quando queste apparvero per la prima volta. Gli scavi archeologici hanno rivelato oggetti ritualiluoghi di sepoltura cerimoniali e altri manufatti creati appositamente per assolvere a queste funzioni.

La religione è un sistema di credenze, valori e pratiche riguardanti ciò che una persona considera sacra o considera essere spiritualmente significativa.

La religione può anche servire da filtro per esaminare altre questioni e altri componenti di una cultura.

Le forme religiose della concezione del mondo si trovano in ogni cultura conosciuta, e di solito vengono praticate in pubblico da un gruppo. E’ soprattutto un’istituzione sociale. Gli scienziati sociali riconoscono che la religione esiste come un insieme organizzato e integrato di convinzioni, comportamenti e norme centrati sui bisogni e sui valori sociali di base.

Ragazzo di fede che legge

Esperienza e credenza: il fondamento della fede come visione del reale

Perché credere? E soprattutto, perché avere la assoluta e cieca convinzione che esista altro oltre quello che è visibile (e tangibile!)?

La fede presuppone una serie di condizioni e valori che permettono all’uomo di ogni tempo e di ogni luogo di poter proseguire la propria esistenza in modo sicuro e più o meno lineare. La religione, o la credenza (e ancora di più l’esperienza!) religiosa spiega all’uomo il suo essere nel mondo, e addirittura lo ordina.

La religione è un cieco atto di fede, e un tacito bisogno d’amore. L’uomo si affida a qualcuno che lo supera, che è al di sopra, che tutto può e tutto governa.

Credere significa affidarsi, concedersi senza riserve, con la consapevolezza di essere amato e protetto incondizionatamente. In questa vita o in un’altra. E’ la consapevolezza di non essere solo, mai.

Scritto da Alessia Giurintano


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