Islamofobia: per conoscere, comprendere e imparare a convivere

di Alessia Giurintano
4 Min.

L’islamofobia impedisce a singoli o gruppi di persone di potersi esprimere liberamente in merito all’identità di fede (o fede identitaria).

L’avversione, e la discriminazione nei confronti di persone e/o comunità musulmane (o percepite come tali), sono crimini la cui radice risiede nel pregiudizio

Il sentimento della paura come base dello stigma

Con “Islamofobia” si intende una forte avversione, di radice pregiudiziale, verso la cultura e la religione islamica.

La paura costituisce uno dei fattori principali di stigmatizzazione dei gruppi sociali all’interno e all’esterno di una società.

Un episodio che ha inevitabilmente segnato un punto di svolta nella percezione comune di “minaccia” e “paura” è stato l’attentato dell’11 settembre 2001.

L’attribuzione della tragedia al fondamentalismo islamico e la sua rivendicazione da parte delle forze terroristiche di al-Qa’ida, hanno modificato il comune sentire collettivo dell’Occidente tutto.

islamofobia

Il problema con l’altro e l’origine culturale dell’Islamofobia

«Gharb, è la parola araba che traduce Occidente, la quale indica anche il luogo dell’oscurità e dell’incomprensibile, che mette sempre paura. Gharb è il territorio di ciò che è strano. E tutto ciò che non capiamo, ci fa paura »

Con queste parole, Fatema Mernissi, nota scrittrice e sociologa marocchina, chiarisce il nucleo fondativo dell’avversione in generale: l’ignoto.

Ne consegue dunque che la raffigurazione dell’alterità attraverso il lessico della paura e del pericolo costituisca un esercizio con cui un po’ tutte le società si sono misurate sin dalle epoche più remote.

islamofobia

L’intolleranza e la responsabilità politica: il capro espiatorio normalizzato

Sentimenti di paura e di disprezzo hanno assunto nuova legittimazione anche a seguito della propaganda politica di movimenti e partiti che hanno risvegliato il discorso xenofobo in diversi Paesi.

Si può parlare di normalizzazione- o addirittura- di banalizzazione dell’islamofobia poiché si registrano idee e sentimenti xenofobi tanto a destra che a sinistra (in Italia e in Europa).

Come sottolinea Renate Siebert: «Il bisogno intimo di indirizzare verso un nemico, un “capro espiatorio“, le tensioni insopportabili prodotte dai processi sociali “più grandi di noi” viene appagato dalla licenza di odiare gli “islamici”, offerta su un piatto d’argento dopo gli attentati terroristici di al-Qa’ida»

Per concludere, il musulmano ha una doppia colpa: è straniero, e dunque altro, e professa una religione macchiata da una colpa ancora più grande, inammissibile.

di Alessia Giurintano

Fonti: Osce, Treccani, Jura Gentium, Sportello Antidiscriminazioni Comune di Brescia


Le foto presenti in questo articolo provengono da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se un’immagine pubblicata risulta essere protetta da copyright, il legittimo proprietario può contattare lo staff scrivendo all’indirizzo email riportato nella sezione “Contatti” del sito: l’immagine sarà rimossa o accompagnata dalla firma dell’autore.

Articoli Correlati