Intercomprensione: parliamone attraverso “La Primavera” di Tusiani

di Costanza Maugeri
6 Min.

Caro lettore, cara lettrice, oggi facciamo un piccolo esperimento di lettura e intercomprensione. Leggi, con calma, la poesia che ti scriverò di seguito.

Con verde blando / viene cantando / la primavera:

viene cantando / al cielo al monte / al fresco mar radiante,

gloria celeste / musica agreste / rosa infinita: 

sublime, santa, / viene la poesia, / la primavera canta. 

Delira, respira / con brio / sereno 

la lira / del rio / sublime, santa 

viene la poesia / la primavera canta 

La Primavera di Joseph Tusiani
La Primavera di Tusiani

L’hai letta? Hai notato qualcosa di strano? Se la tua risposta non è affermativa, ti sorprenderò. Questa è una poesia bilingue: italiano-spagnolo. Se conosci, anche un minimo, lo spagnolo prova a rileggerla e ti accorgerai come sia possibile farlo senza alcuno sforzo.

La storia di emigrazione di Giuseppe Tusiani, naturalizzato Joseph, nato in Puglia nel 1924 e morto a New York nel 2020, si lega con un fenomeno linguistico e comunicativo: l‘intercomprensione.

Un fenomeno linguistico e comunicativo affascinante

s. f. Comprensione reciproca; con particolare riferimento alla comprensione tra coloro che parlano lingue diverse, ma facilmente comprensibili.

Enciclopedia Treccani

Perchè un parlante italiano e uno spagnolo possono leggere questo testo con facilità, o semplicemente, comunicare senza troppi forzi?

Quest’opera esaspera un fenomeno comunicativo e linguistico affascinante: l’intercomprensione.

Prendiamo come esempio due parlanti: una ragazza spagnola e un ragazzo italiano e poniamo come assunto che i due giovani non conoscano uno la lingua dell’altra. Durante una conversazione, però, i due, parlando ognuno la propria lingua, riusciranno ad interagire senza troppe difficoltà.

Cosa sta accadendo tra loro? I parlanti di due lingue affini, pensiamo al gruppo delle lingue romanze o germaniche, riusciranno a capirsi perchè i loro due idiomi hanno la stessa base ciò significa che condividono parzialmente il codice linguistico. L’intercomprensione, quindi, è un processo naturale che ha favorito, nei secoli, la comunicazione tra esseri umani.

Da EuRom4 a EuRom5: un metodo d’insegnamento basato sull’intercomprensione scritta

Intercomprensione scritta
 ©EuRom5

L’intercomprensione non è solo orale, ma anche scritta. Come ci dimostra, esasperando il fenomeno, l’opera di Tusiani.

Gli anni ’90 dal secolo scorso sono ricchi di ricerca scientifica sul plurilinguismo e sull’apprendimento linguistico. Tra gli studiosi spinti in questo studio ricordiamo, sicuramente, Claire Blanche-Benveniste.

Ella, coinvolgendo un team di studiosi e studiose Università di Aix-en-Provence, di Salamanca, di Lisbona e di Roma Tre, pubblica il testo di EuRom4. Esso è un metodo d’insegnamento che sfrutta il fenomeno dell’intercomprensione e coinvolge quattro lingue romanze: portoghese, spagnolo, italiano e francese. I destinatari sono i parlanti, la cui lingua madre è una delle quattro. Con l’apprendimento simultaneo delle restanti tre lingue, il team di studiosi e studiose, assicura:

in quaranta ore si arriva alla comprensione scritta in tutte le lingue romanze affrontate

Attualmente è presente il manuale della nuova versione: EuroRom5. Esso si basa sul lavoro di Claire Blanche-Benveniste, ma comprende una quinta lingua: il catalano.

L’aggiunta di un’ulteriore lingua romanza è stata, dopo lunga sperimentazione nei vari paesi, ritenuta fattibile, in quanto non sembra creare un sovraccarico cognitivo per gli apprendenti. EuRom5 si presta all’aggiunta di altre lingue o di altre varietà linguistiche.

Il progetto permette ai parlanti di riflettere in maniera critica sulla propria lingua e sul rapporto con le altre appartenenti allo stesso gruppo linguistico.

EuRom5 permette una riflessione sulla propria lingua materna e sul rapporto di questa con le altre, e contribuisce a una presa di coscienza linguistica di notevole interesse. Poiché il processo di apprendimento si basa su un sistema di regolarità e di attese legate alle nozioni di famiglia linguistica, di corrispondenza linguistica e sulla natura delle somiglianze delle lingue incontrate, l’apprendente fa un’esperienza diretta dei fenomeni di cambiamento linguistico 

Pag 52 del manuale “EuRom5”

E come disse Umberto Eco, nel 1933:

una Europa di poliglotti non è un’Europa di persone che parlano correntemente molte lingue, ma nel migliore dei casi di persone che possono incontrarsi parlando ciascuno la propria lingua e intendendo quella dell’altro.


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