Indipendenza ucraina: l’allarme dell’intelligence di Kiev e la possibilità che si intensifichi l’offensiva russa.

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

24 Agosto 1991, 31 anni fa l’Ucraina costituiva una Repubblica indipendente. L’allora distaccamento dall’URSS è festa nazionale.

È un giorno particolare quello del 24 Agosto 1991 per gli ucraini, momento simbolico della secessione del loro paese dall’Unione Sovietica, ormai anch’essa arrivata quasi al crollo definitivo. L’Ucraina non fu la prima, seguì però le orme delle Repubbliche baltiche (Estonia, Lettonia e Lituania) e avviò un processo d’indipendenza che si concluse solamente a Dicembre tramite referendum popolare. Il risultato referendario impose l’addio definitivo a Mosca e la nascita dell’Ucraina come stato indipendente e sovrano, momento della storia mondiale non poco importante. L’8 Dicembre 1991, i leader delle Repubbliche slave (Russia, Ucraina e Bielorussia) firmarono l’Accordo di Belaveža, o Accordo di Minsk, sancendo definitivamente la fine dell’URSS come soggetto di diritto internazionale. La bandiera rossa dell’URSS venne definitivamente ammainata il 25 Dicembre. L’indipendenza ucraina rappresenta dunque uno dei molteplici (e più importanti) tasselli del processo di dissoluzione dell’URSS e del crollo del comunismo sovietico.

Perché il 24 Agosto 2022 potrebbe essere diverso?

Con alle spalle 7 mesi di guerra, gli ucraini si accingono al festeggiamento della ricorrenza dell’indipendenza del loro paese, sebbene con qualche remora. Kiev, consapevole dell’utilizzo strategico delle date simboliche da parte di Mosca, ha paura che questo giorno possa trasformarsi in una pesante minaccia nei confronti dei civili.
Andrii Yusov, portavoce dell’intelligence ucraina, ha lanciato ieri l’allarme riguardo possibili “attacchi missilistici o provocazioni sia all’interno che all’esterno del paese”. L’ambasciata statunitense a Kiev, nella giornata del 23 Agosto, ha diramato un’allerta sicurezza invitando i propri connazionali a lasciare il paese con qualsiasi mezzo di terra possibile. Tanti sono i civili che hanno iniziato ad uscire dalla capitale e dalle città principali. A Odessa, città chiave per il commercio nazionale, ieri hanno risuonato gli allarmi, mentre Dnipro, Nikopol e Kharkiv hanno subito pesanti attacchi missilistici.

Zelensky ha chiesto alla popolazione di prestare estrema attenzione, sottolineando il rischio di attacco verso gli edifici decisionali governativi, soprattutto nella capitale, ma promettendo al contempo una “risposta decisa” a eventuali attacchi russi.


L’Ucraina resiste, sicura che la propria bandiera continuerà a sventolare sulla casa del popolo. Oggi vi si rende omaggio ma le manifestazioni sono proibite, mentre in tante città è stato imposto il coprifuoco come misura preventiva agli attacchi.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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