Alessandria non è un caso isolato: in dieci anni oltre 130 stragi familiari in Italia

di Sofia Ciatti
6 Min.

L’ultima strage familiare: il caso di Alessandria

Tra le stragi familiari, l’ultima si conta ad Alessandria, in Piemonte: Martino Benzi, classe 1956, ingegnere elettronico, nella mattinata di mercoledì 27 settembre ha ucciso la moglie Monica Berta (55 anni), il figlio di 17 anni Matteo e la suocera Carla Schiffo (78 anni), dopodiché si è tolto la vita.

Secondo quando accertato dagli inquirenti, Benzi avrebbe compiuto la strage utilizzando un coltello, colpendo prima moglie e figlio nell’appartamento dove la famiglia viveva e poi la suocera, nel giardino della RSA dove quest’ultima si trovava ricoverata.

Secondo le ricostruzioni della dinamica dei delitti, Benzi, dopo aver ucciso moglie e figlio nella sua abitazione, sarebbe entrato nella struttura sanitaria per anziani, si sarebbe presentato come ospite in visita per la madre di sua moglie e poi, quando si è trovato da solo con l’anziana nel giardino dell’istituto, l’avrebbe uccisa colpendola con un coltello per poi togliersi la vita con la stessa arma, tagliandosi la gola.

Stragi familiari
Da sinistra: Martino Benzi, la moglie e il figlio

Accanto al corpo dell’uomo gli investigatori hanno trovato e sequestrato un rasoio e un coltello.

La premeditazione dell’omicidio-suicidio è stata confermata da un biglietto trovato addosso a Benzi nel momento in cui è stato rinvenuto il suo cadavere insieme a quello della suocera nell’RSA: «Andate a casa, troverete altri due cadaveri».

Tutt’altro che un caso isolato: le stime sulle stragi familiari

Secondo le stime della banca dati Eures, sono state circa 136 le stragi familiari negli ultimi dieci anni in Italia, con grossomodo 300 vittime. Sempre secondo le medesime stime, 9 responsabili su 10 (il 90,1%) sono uomini.  

Nella stragrande maggioranza delle stragi familiari commesse da un uomo la vittima principale è la moglie o l’ex moglie (con 66 vittime dal 2010, pari al 56%), mentre i figli o altri parenti rappresentano le “vittime collaterali” di un evento principalmente diretto contro la coniuge o ex coniuge.

Frequenti anche i genitoricidi, ovvero l’omicidio di entrambi i genitori, con 14 casi negli ultimi 10 anni (11%) e i figlicidi multipli (12 casi, pari al 10,2%), questi ultimi spesso uccisi per colpire la partner/ex partner.

Numerosi anche gli omicidi multipli che coinvolgono altre figure familiari (fratelli, zii, nonni, nipoti) che rappresentano complessivamente il 33% degli eventi e il 29,3% delle vittime (circa 85).

Quando invece ad uccidere è una donna, la strage familiare riguarda quasi sempre solo i figli (in 11 casi, pari all’84,6% delle stragi familiari perpetrate da una donna) mentre nei restanti due casi si tratta di genitoricidi.

Complessivamente i figli uccisi nelle stragi familiari, sono stati nell’ultimo decennio all’incirca 94: 70 uccisi dai padri e 24 dalle madri.  

I suicidi allargati

Nel 54,2% dei casi, gli autori, dopo aver compiuto la strage, si sono suicidati (si parla dunque di “suicidi allargati”), a fronte del restante 45,8% che non si è invece tolto la vita.

La dinamica è più frequente quando l’autrice è una donna (delle 13 autrici di stragi familiari, 8, pari al 61,5%, si sono tolte la vita), a fronte di un più limitato 53,4% rilevato tra gli autori maschi (con 71 suicidi a fronte di 60 autori ancora in vita).

L’arma del delitto

Nelle stragi familiari emerge una predilezione per le armi da fuoco, che hanno determinato il 42,1% delle vittime (52,9% nei casi di suicidio dell’autore), seguite dalle armi da taglio (29,7% delle vittime), mentre percentuali meno significative si osservano per il ricorso alla violenza fisica (7,6%), alle armi improprie (5,2%) e a farmaci o veleni (4,5%).

L’archetipo delle stragi familiari: Doretta Graneris

Per rintracciare il modello archetipico di tutte le stragi familiari in Italia, la prima in assoluto documentata, occorre risalire al 1975: nella notte tra il 13 e il 14 novembre di quell’anno, in un appartamento di Vercelli, la diciottenne Doretta Graneris uccide a colpi di pistola cinque componenti della sua famiglia: la madre Italia, il papà Sergio, il fratello tredicenne Paolo e i nonni materni Romolo e Margherita.

Complice del massacro è il fidanzato di Doretta, Guido Badini.

Stragi familiari
Guido Badini e Doretta Graneris

La ragazza aveva troncato le buone relazioni con la famiglia e da alcuni mesi era andata a convivere con il fidanzato.

Tutti i cadaveri vennero trovati la mattina successiva nel salotto, uccisi mentre guardavano la tv, ancora accesa.

L’arresto di Doretta e Guido avvenne la mattina seguente al delitto, mentre facevano acquisiti in un mercatino rionale.

La ragazza all’inizio cercò di scagionare il fidanzato, il quale invece scaricò tutte le responsabilità su di lei. Entrambi condannati all’ergastolo, nel ’92 la ragazza ha ottenuto la libertà condizionale.

Fonti: AGI, Ansa, Corriere della Sera, Eures, Open.

Di Sofia Ciatti


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