Il Primo Ministro israeliano Netanyahu vuole chiudere Al Jazeera

di Alessia Giurintano
3 Min.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vuole chiudere Al Jazeera, un media internazionale ancora attivo nella Striscia di Gaza (uno dei pochi).

Al Jazeera è da lui considerato un canale terroristico che farebbe propaganda palestinese. Per questo lo scorso lunedì 1 aprile il Parlamento ha approvato una legge che ne ordina temporaneamente la chiusura.

La legge si estende a tutti quei media ed emittenti internazionali considerati pericolosi per la sicurezza del paese.

Al Jazeera sta documentando l’operato delle forze militari israeliane in territorio palestinese, e il primo ministro israeliano Netanyahu lo considera il megafono di Hamas, che fomenta odio verso l’esercito israeliano.

Con 71 voti favorevoli, e 10 contrari, i microfoni di Al Jazeera – e non solo- si spengono (seppur temporaneamente).

Cosa significa chiudere Al Jazeera?

Le tensioni che Israele ha con Al Jazeera non sono nuove, anzi.

Nel 2022 la giornalista Shireen Abu Akleh, di origine palestinese-americana, è stata uccisa da un soldato israeliano in un campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Per questo omicidio era stato fatto appello alla Corte penale internazionale.

Inoltre, nell’ultimo periodo, gli attacchi nella Striscia di Gaza hanno colpito un cameraman e un giornalista proprio di Al Jazeera, oltre ai civili palestinesi.

Chiudere media e emittenti internazionali, ma Al Jazeera in particolare, comporta:

  1. Attaccare il principio di libertà di stampa e il diritto all’esercizio della professione giornalistica;
  2. Intensificare il clima di censura e ostilità sui media e verso i media;
  3. Creare tensioni con il Qatar, in cui Al Jazeera ha sede.
Il governo israeliano vuole chiudere Al Jazeera

La messa al bando in Israele fa scoppiare la polemica

La prima risposta arriva proprio dal Qatar, dove i responsabili di quella che è stata definita “TV terrorista“, respingono le accuse definendole “menzogne gravi e ridicole”.

La legge approverebbe una chiusura della rete in Israele per 45 giorni, che potrebbe essere prolungata fino alla fine delle operazioni militari a Gaza.

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, durante una conferenza stampa a Washington, ha affermato che «una mossa come questa è preoccupante».


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