Il circolo ancestrale di Stonehenge: quali segreti ha da raccontare?

di Giorgia Lelii
6 Min.

Stonehenge è un sito neolitico che si trova in Inghilterra, ad Amesbury (Whiltshire). Il nome significa “pietra sospesa” (stone: pietra, henge: “hang”, sospendere), ed è un celebre ed imponente cromlech (“circolo di pietra”, in bretone). La sua costruzione risale a circa 5000 anni fa, nell’età del bronzo e del ferro. Le pietre che costituiscono il complesso sono di arenaria, hanno oltre 60 milioni di anni e pesano circa 25 tonnellate.

In totale, esse sono 93, disposte secondo due cerchi ideali. Quello interno è costituito da sei grandi blocchi sormontati da tre architravi, mentre quello esterno è fatto di diciassette monoliti. Chi l’ha costruito? Nessuno ne è certo, e rientra nel velo misterioso che avvolge le pietre. Saranno stati i Druidi? I Romani? I Sassoni? O ancor più indietro le prime comunità agricole locali?

Le infinite funzioni di Stonehenge

Vari sono gli scopi che gli studiosi cercano di attribuire a Stonehenge: luogo di sepoltura, di cerimonia, meta di pellegrinaggio religioso e altri ancora. Tuttavia, queste teorie non hanno prove schiaccianti a confermarle, quindi non possono essere considerate del tutto veritiere. Ma anche questo è il tratto interessante del complesso: tutto il mistero riguardante le sue origini.

Altre funzioni di Stonehenge sono ricollegabili ad un memoriale per onorare, e forse, anche per entrare in contatto con spiriti di antenati lontani. Tuttavia, ci fu una teoria che prese una marcia in più rispetto alle altre. Negli anni ’60, l’astronomo Gerald Hakwins ipotizzò che le pietre funzionassero come un calendario astronomico, e diversi punti corrispondevano al solstizio, all’equinozio o all’eclissi. I critici l’hanno subito screditata, sostenendo che all’epoca i costruttori di Stonehenge non avevano tutte le conoscenze necessarie per prevedere tali eventi.

Più recentemente, invece, degli archeologi britannici hanno rinvenuto dei resti umani con segni di malattie e lesioni. Ciò ha portato a credere che il sito possa essere anche stato un luogo di guarigione, visto che si pensava che le pietre blu (che fanno parte dei monoliti) avessero capacità curative.

Teorie di costruzione

In questo ambito di mistero di Stonehenge, la fantasia non ha eguali.

Una prima storia nasce nel 1130, grazie allo scrittore Geoffrey of Monmouth, appassionato delle vicende di Re Artù. Nel suo libro più famoso, “The History of the Kings of Britain”, spiega come Stonehenge sia stato costruito dai druidi e dalla magia (e ciò era considerato come verità fino al tardo periodo dei Tudor, nel XVII secolo). In questa versione, i giganti portarono i massi dall’Africa all’Irlanda per le loro proprietà curative. Successivamente Merlino, mago e compagno di Artù, fece arrivare le pietre a Salisbury per costruire un monumento commemorativo ad un gruppo di nobili, uccisi in battaglia dai Sassoni.

 Erich von Däniken, in tempi più recenti, nel libro “Misteri irrisolti del passato”, propone la teoria secondo la quale degli alieni primordiali, venerati come dei, abbiano dato agli antichi religioni e tecnologie. Questa idea ha portato l’autore a credere che il sito fosse stato costruito con mezzi soprannaturali. A confermarlo anche delle registrazioni di avvistamenti spettrali tra le pietre, insieme a vari avvistamenti UFO. L’area, infatti, è spesso definita una “calamita” per questo genere di fenomeni, soprattutto da chi crede nelle Ley Lines (linee che attraversano il globo trasportando energia soprannaturale tra monumenti e morfologie naturali).

L’ipotesi più accreditata? Un incredibile sforzo umano. Si pensa che molte pietre impiegate nel complesso provengano da chilometri e chilometri di distanza: quelle di sarsen da circa 40 km a nord della pianura, mentre quelle blu dalle Preseli Hills nel nord del Galles (circa 320 km di distanza dal Wiltshire). Dunque, il trasporto del sito è avvenuto su zattere e rulli di tronchi lungo il fiume, ma alcuni sostengono che vi sia stato l’utilizzo di enormi ceste di vimini. Poi cuscinetti a sfera, lunghe assi scanalate e squadre di buoi.

Stonehenge… oggi

Ad oggi, il sito attira più di 800.000 turisti all’anno. Nel 1986 Stonehenge è stato aggiunto al registro dei siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO insieme ad Avebury, un henge neolitico situato a 27 chilometri di distanza che è più antico e più grande del suo vicino più famoso.

Durante il corso degli anni Stonehenge ha subito dei restauri, ad inclusione di pietre cementate per evitarne il collasso. Intanto, ci sono stati degli scavi archeologici e degli sviluppi dell’area che hanno permesso di riportare alla luce altri siti significativi nelle vicinanze, inclusi alcuni henge.

In questi casi così avvolti nel mistero, una macchina del tempo non dispiacerebbe.

Scritto da Giorgia Lelii


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