New York, La Corte d’appello revoca la condanna di Harvey Weinstein

di Dudnic Radu
4 Min.

Un terremoto giudiziario scuote il movimento #MeToo. La Corte d’appello di New York ha revocato la condanna di 23 anni di carcere per reati sessuali inflitta a Harvey Weinstein, l’ex potentissimo colosso di Hollywood. Un duro colpo per le sue accusatrici e per il movimento.

I giudici hanno stabilito che il processo del 2020 non è stato condotto in maniera equa. Ora le controaccuse gravano sulla legittimità della condanna. La revoca non significa assoluzione. Weinstein potrebbe essere processato nuovamente, ma la sua posizione è cambiata, e migliorata.

fotografia architettonica della vista interna del tribunale di primo grado

Harvey Weinstein – Il processo

-New York. La Corte d’appello dello Stato ha fatto un’inversione di rotta su una delle condanne di Harvey Weinstein per reati sessuali. In una scelta divisa (4 a 3), i giudici, una maggioranza di donne, hanno puntato il dito verso il giudice James Burke, che presiedette il caso nel 2020. Il punto di svolta per il processo è stato il fatto che il giudice Burke abbia permesso ai pubblici ministeri di portare a testimoniare donne che accusavano il produttore di “Pulp Fiction” e “Shakespeare in Love” di aggressione sessuale, senza che tali accuse fossero parte dei capi di imputazione.

«Nel nostro sistema di giustizia, l’accusato ha il diritto di essere considerato responsabile solo del crimine di cui è accusato». La corte di appello dello Stato di New York.

Lauren Young, Dawn Dunning e Tarale Wulff hanno portato la loro voce in tribunale sulla base di una legge statale che permette di citare “atti precedenti” per evidenziare un modello comportamentale dominante. La Corte d’appello ha ribadito che, nel sistema giudiziario statunitense, l’imputato è responsabile solo degli atti specificamente accusati. Il giudice Burke ha concesso ai pubblici ministeri di interrogare Harvey Weinstein su eventi non formalmente documentati. Eventi risalenti anche a decenni prima, comprendenti litigi familiari e atteggiamenti violenti. Le accuse infatti arrivavano a ponderare episodi risalenti a 40 anni prima, mai formalizzate in maniera approfondita.

La situazione attuale

Il produttore di Hollywood, oggi 72enne, è attualmente detenuto in un carcere a Rome, New York. Weinstein proclama la sua innocenza, sostenendo che i rapporti fossero sempre stati consensuali. Il produttore cinematografico ha accuse che gravano sulla voce di più di cento donne coinvolte. L’attrice Ashley Judd, una delle voci del coro, ha espresso al New York Times la sua delusione riguardo alla decisione della Corte d’Appello, definendola “ingiusta nei confronti delle sopravvissute”.

«noi viviamo nella verità, sappiamo cosa è successo». – ha ribadito l’attrice Ashley Judd.

L’avvocato di Weinstein, Arthur Aidala, ha sottolineato che: “Questa non è solo una vittoria per Weinstein, ma per ogni imputato in un processo penale nello Stato di New York”. Nonostante la conferma della condanna a 23 anni, Weinstein verrà trasferito in California, dove rimane valida la condanna a 16 anni per lo stupro di una donna a Beverly Hills, emessa nel 2022. L’ex produttore ha già annunciato il ricorso in appello. C’è chi invoca la massima severità per l’ex produttore e anche chi invece teme che la revoca possa innescare un pericoloso effetto domino, portando a soffocare la voce delle vittime per reati sessuali.

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