Gli Italiani morti in Ucraina: chi la guerra la vive davvero

di Elisa Quadrelli
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 4 Min.

Anche alcuni italiani sono morti nel conflitto Russia-Ucraina, che sta dividendo silenziosamente il mondo.

Benjamin Giorgio Galli

Per la precisione sono tre. Benjamin Giorgio Galli, di 27 anni, soldato nella legione internazionale di difesa di Kiev; Edy Ongaro, di 45 anni, che combatteva per i separatisti filorussi, ed infine il più recente morto, il 28enne Elia Putzolu, combattente per la Russia.

Non sono gli unici stranieri ad essere stati uccisi nella guerra ancora in atto. Anche due inglesi e un uomo del Marocco sono morti lottando per l’Ucraina

Elia Putzolu

Nel leggere di queste morti si prova un moto di solidarietà per le persone straniere coraggiose che hanno combattuto per liberare l’Ucraina dalla morsa russa, ma allo stesso tempo una grande amarezza nel sentire ancora più da vicino gli echi di una guerra che dura da troppo tempo, tra le morti di chi lotta perché spera in qualcosa di migliore.

Però c’è ancora chi vuole la guerra, ed è perché la guerra non la ha mai vista, se non dalla poltrona di casa sua. 

Qualsiasi sia il lato del conflitto per cui lottavano si tratta di uomini come noi, che come noi avevano una vita normale, degli affetti, dei sogni, degli ideali. Le vite incenerite dalla guerra tuonano nel silenzio del dolore dei loro cari, nella paura degli altri soldati, nell’impotenza di chi ha solo due mani per pararsi gli occhi davanti a un paesaggio bombardato.

Edy Ongaro

La tristezza della guerra vede mille soldati inceneriti ed anonimi, lottare per qualcosa di troppo grande, troppo lontano dalle loro piccole vite. Sapere i loro nomi deve diventare un pugno nello stomaco di chi vuole ignorare il conflitto, di chi lo ritiene giusto. Sapere i nomi di chi muore per una causa non sua è il prezzo dello spettatore.

Piccole vite incenerite sotto gli occhi di uomini che hanno perso il lume della ragione e muovono i fili di milioni di vite. Potremmo essere noi, potrebbe essere chiunque, perché la guerra non guarda in faccia nessuno. Oggi siamo spettatori, e nel nostro sgomento paghiamo un prezzo molto più basso di chi fa la comparsa e nemmeno voleva partecipare.

Scritto da Elisa Quadrelli


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