Intelligenza artificiale sul lavoro e Generazione Z

di Dudnic Radu
6 Min.

Generazione Z: pionieri dell’era digitale

In una realtà sempre più digitalizzata, la Generazione Z è caratterizzata dalla sua innata familiarità con la tecnologia. Cresciuti nel turbinio digitale, i membri della Gen. Z sono i nati tra il 1995 e il 2005. Essendo la prima generazione ad essere nata tra innovazioni tecnologiche e social media, non sorprende che i “nativi digitali” abbiano una notevole dimestichezza nell’utilizzo delle tecnologie emergenti.

E’ ormai risaputo che l’impatto dell’Intelligenza Artificiale ha contaminato diverse sfere del mondo. Dall’utilizzo di ChatGPT per la stesura di un sermone, al finale di una saga ideato da una mente non umana, l’IA sta mettendo radici davvero profonde.

Ma c’è di più. Vediamo in che modo i giovani di oggi vedono il mondo del lavoro in correlazione con l’uso di strumenti automatici di machine learning (IA).

Generazione Z vs mondo del lavoro

L’ingresso dei lavoratori della Generazione Z nel mercato del lavoro durante la pandemia globale è stato caratterizzato da difficoltà. Molti di loro hanno perso l’opportunità di acquisire competenze essenziali spesso apprese lavorando accanto a colleghi più esperti.

Tuttavia, essendo la prima generazione nata in un mondo digitale, è proprio la loro naturale affinità per la tecnologia che potrebbe fornire una soluzione per colmare queste lacune, soprattutto mentre l’Intelligenza Artificiale assume un ruolo sempre più importante nel panorama di lavoro moderno.

I nati a cavallo tra il secolo XX e il secolo XXI, mostrano un marcato orientamento verso il mondo degli affari, come generazione orientata verso il digitale. Essi sono la generazione più propensa ad avviare un’attività imprenditoriale e l’unica generazione il cui primo business sarebbe nel campo tecnologico. Guardando alla generazione Z da una prospettiva economica, questo massiccio segmento di consumatori rappresenta già un potere d’acquisto globale stimato di $150 miliardi.

Generazione Z incontra IA

Mentre i dibattiti sull’IA spesso si dividono tra scenari distopici e utopici, la Gen. Z tende a propendere per la visione ottimistica, accettando e adattando prontamente l’IA nella loro vita quotidiana e nella loro routine lavorativa.

Gli esperti notano che l’apertura dei membri della Gen Z verso la tecnologia e la loro volontà di adattarsi all’IA li pongono all’avanguardia in questa nuova era lavorativa. Questa generazione tende ad adottare un’ottica ottimistica sull’IA, incorporandola facilmente nella loro vita quotidiana e nelle attività professionali.

Le “nuove leve” vantano infatti un’istinto per orientarsi verso l’innovazione tecnologica e una predisposizione ad abbracciare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. L’impatto dell’IA si è esteso in diversi ambiti della nostra realtà.

In un mondo in cui l’IA sta rapidamente diventando una parte cruciale del panorama lavorativo moderno, tutto si riduce alle esperienze digitali, che la Generazione Z sembra ben comprendere.

IA strumento innovativo o succubanza?

Ecco alcune delle modalità in cui i membri della Generazione Z stanno già adoperando l’utilizzo l’intelligenza artificiale nella loro vita quotidiana:

  1. Compiti scolastici: i testi scritti da strumenti di linguaggio A.I., come Playground di OpenAI, sono ad oggi difficili da distinguere da quelli scritti da esseri umani. (Vice)
  2. Settore finanziario: i membri della Gen Z stanno comunicando con istituti finanziari tramite l’intelligenza artificiale. Il settore sta integrando più chatbot per la rilevazione delle frodi, app fintech e altro ancora. (ZDNET)
  3. Creazione di contenuti: il gigante delle immagini stock Shutterstock ha annunciato un piano per rendere disponibili immagini generate dall’IA sul suo sito web. Compensano così anche i creatori il cui lavoro ha contribuito ad addestrare l’IA.(Freethink)

Dati e implicazioni

Mostriamo di seguito i dati di una rivoluzionaria indagine annuale condotta da WP Engine e dal Center for Generational Kinetics (GenHQ.com). Questo studio esplora gli aspetti chiave della relazione della Gen Z e li confronta con quelli delle altre generazioni: Millennial, Gen X e Baby Boomer in tre regioni globali.

In un sondaggio personalizzato di 30 domande, lo studio è stato condotto su 1.528 partecipanti in Europa occidentale (Regno Unito, Irlanda, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Svizzera), includendo un campione sovrastimato di 500 persone nel Regno Unito, di età compresa tra 14 e 59 anni, che utilizzano regolarmente uno smartphone, ed è stato ponderato per i dati demografici attuali di censimento suddivisi in età, genere, etnia e regione di ciascun paese. Il sondaggio è stato condotto online dal 19 settembre 2019 al 1 ottobre 2019. Il margine di errore dello studio è di +/-3,1%.

  • Il 60% non può stare senza accesso a Internet per più di 4 ore senza sentirsi a disagio.
  • Il 51% prevede che Internet guidi le decisioni quotidiane, e considera questa come una norma entro 5 anni o meno.
  • Il 51% dà valore alle relazioni digitali ed è amico di qualcuno che conosce solo online.
  • Il 74% crede di poter far parte di un movimento sociale, anche partecipando solo tramite i social media.

Circa l’80% dei membri della Gen Z crede che tutti i software e i siti web incorporeranno capacità di apprendimento digitale/intelligenza artificiale nei prossimi cinque anni. Per la Generazione Z, la generazione più dipendente da Internet nella storia, il mondo fisico e il mondo digitale si sono fusi in un modo che nessuna generazione prima di loro aveva mai immaginato.

Gen Z e l’IA: un connubio di successo

Che la prospettiva sull’innovazione sia utopica o distopica, una cosa rimane chiara: bisogna abbracciare i cambiamenti dei tempi in cui si vivono. Ogni generazione presenta differenti lacune o “bias”, che possono tuttavia essere colmati.

Se avere uno sguardo più lungimirante ha aiutato le generazioni precedenti a forgiare la propria fortuna, anche in solitaria, cavalcare l’onda tecnologica sembra la spiccata abilità della Generazione Z. Essa infatti si ritrova ad interagire con l’IA molto meglio di chi ha qualche anno in più. La corretta padronanza della tecnologia sembra essere il cavallo di battaglia dei “nativi digitali”, che si sono distinti per la loro visione poliedrica, fondendo la dimensione digitale con quella, in questo caso, lavorativa.

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