Futura (2021): giovani e avvenire

di Emanuele Fornito
5 Min.

Che futuro c’è per i giovani italiani? Siamo sicuri che ci sia davvero futuro?

Un’inchiesta nazionale sull’avvenire

Film collettivo dei tre registi Francesco Munzi, Alice Rohrwacher e Pietro Marcello, Futura si pone l’obiettivo di riproporre ciò che Pier Paolo Pasolini fece nell’ormai lontano 1965 con il capolavoro Comizi d’amore, incentrando però l’inchiesta sui giovani italiani, i quali, nelle proprie diversità, sono i veri protagonisti del film, assieme ai propri pensieri riguardo la vita e il futuro. Dal profondo sud al profondo nord, passando per realtà particolari e caratteristiche, i registi hanno incontrato, come raccontato anche nel film, l’ostacolo della pandemia, che ha dato loro la possibilità di riascoltare quelle voci dopo un evento così traumatico.

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I tre registi (da sinistra a destra): Francesco Munzi, Alice Rohrwacher, Pietro Marcello

L’importanza dell’iniziativa

Quella di Munzi, Rohrwacher e Marcello è stata un’intuizione fondamentale, che rende Futura una preziosissima testimonianza su quello che è uno spaccato sociale tanto importante quanto ignorato: quello dei giovani. I tre comprendono infatti il disagio che c’è alla base dell’esistenza delle nuove generazioni, un disagio spesso incompreso e recriminato dagli adulti, ma che in realtà si fa carico di ciò che di sbagliato c’è nella società odierna.

E’ interessante notare che i ragazzi da luoghi più disparati del Paese siano accomunati da timori e paure comuni, che portano a riflettere di quanto potente e presente sia il concetto di futuro, il quale non dà più motivazione ma angoscia.

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La (poca) consapevolezza

Una delle componenti che emerge dal film è inoltre una scarsa consapevolezza che i giovani manifestano riguardo le proprie vite. Sono pochi i ragazzi intervistati ad offrire riflessioni non convenzionali e lucide sulla tragica situazione che stanno vivendo, mentre molti hanno fatto propria una prospettiva di vita “classica”, la quale non permetterà mai loro di esprimere davvero il proprio io, il quale trova nella giovinezza l’ultimo periodo delle loro vite in cui possa emergere, e che è destinato a morire quando questi ragazzi entreranno nel fantomatico “mondo lavorativo”. Questo non è ovviamente biasimabile, in quanto è una naturale risposta alla paura dell’ignoto, di ciò che non è sicuro, di un futuro che promette loro sempre meno spazio.

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La bellezza formale

Al di là del contenuto, Munzi, Marcello e Rohrwacher dimostrano particolare attenzione all’aspetto formale, andando a caratterizzare il film di bellissime inquadrature, con colori vivi ed affascinanti, unendo dunque impegno sociale a bellezza artistica ed estetica. Molto apprezzabile è anche la voce fuori campo di Alice Rohrwacher, che accompagna lo spettatore nel viaggio intrapreso, riflettendo spesso su quanto emerso dalle parole dei giovani intervistati.

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In conclusione

Come già anticipato in apertura, Futura è un’opera davvero importante per il periodo storico in cui è inserita. Il film riesce infatti a dare voce ai giovani, i quali spesso non riescono a far sentire al mondo le proprie tragicità interiori.

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Scritto da Emanuele Fornito


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