Outing vs Coming out sul caso Mengoni e Mahmood

di Dudnic Radu
4 Min.

Nella società moderna, la vita personale di personaggi pubblici, inclusi gli artisti, spesso diventa terreno fertile per controversie e speculazioni. I commenti post-Festival di Sanremo, trasmessi nella serata del 13 febbraio durante il programma “Che sarà…” su Rai 3, non sono stati un’eccezione. Ciò che è emerso è stato un doppio caso di outing, ovvero la divulgazione pubblica dell’orientamento sessuale di due artisti senza il loro consenso esplicito. “Outing” e “coming out” sono termini spesso fraintesi o confusi, consideranti anche -erroneamente- sinonimi. Queste terminologie dovrebbero invece delineare linee etiche e confini morali che non possono più essere ignorati. In questo articolo parleremo della differenza tra outing, considerato un gesto violento, e coming out, atto di dichiarazione e visibilità della propria identità sessuale e di genere.

Il recente caso di “Outing” andato in onda Rai 3

I giornalisti Peter Gomez e Roberto D’Agostino hanno apertamente divulgato l’orientamento sessuale di Marco Mengoni, vincitore del festival di Sanremo nel 2023, e Mahmood, sesto classificato in gara quest’anno. I recenti casi di outing hanno scosso le acque, evidenziando quanto sia difficile sfuggire agli stereotipi e alla violazione della privacy. Nel tumulto delle dichiarazioni rilasciate dai due giornalisti si è manifestata una lacuna tra il significato di “outing” e “coming out”. Nella comunità LGBTQIA+, c’è stata invece una crescente consapevolezza e rispetto per il delicato processo del “uscire fuori”. Qual è quindi la differenza tra “outing” e coming out?

Differenza tra “outing” e il rispetto per il “coming out”

Il termine inglese “coming out” ha una profonda connotazione simbolica, significando letteralmente “uscire fuori“, un atto di dichiarazione e visibilità della proprio orientamento sessuale e/o di genere. In particolare, si fa riferimento al percorso di prendere atto della propria omosessualità e farla sfociare nell’accettazione. Questo concetto viene spesso confuso (talvolta anche dalla comunità LGBTQIA+) con il termine “outing”, il quale indica la divulgazione non consensuale dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere di un individuo. Mentre il coming out rappresenta un atto di coraggio e autodeterminazione, attraverso il quale una persona decide consapevolmente di rivelare la propria identità sessuale e/o di genere, l’outing è una violazione della privacy e dell’autodeterminazione di un’individuo.

L’atto del “Coming out”

Il coming out rappresenta un momento di grande importanza e significato per chi lo vive. Le persone bisessuali, transgender e intersessuali possono affrontare sfide particolari nel processo di evoluzione sessuale, dovute alla complessità delle loro esperienze identitarie e alle pressioni sociali esistenti. Tuttavia, per molti, il coming out rappresenta un passo fondamentale verso l’accettazione di sé e la costruzione di relazioni più autentiche.

Nel simbolo “dell’uscire fuori” si parla di un atto di coraggio e autodeterminazione, che può avere luogo in diversi contesti e con varie modalità. Alcune persone scelgono infatti di fare coming out solo con amici intimi, mentre altre lo comunicano ai familiari o colleghi di lavoro o social media. Questa decisione dipende da molteplici fattori, tra cui il contesto sociale, la percezione di sicurezza e la considerazione dei potenziali rischi e benefici conseguenti da questa scelta.

Il processo di “coming out” non è né lineare né conclusivo, ma piuttosto complesso e graduale. Può ripresentarsi più volte nella vita di una persona, in relazione a cambiamenti di contesto o relazioni interpersonali. Le persone LGBTQIA+ valutano attentamente i pro e i contro del fare coming out, considerando la possibilità di discriminazione, ostracismo, rifiuto o violenza.

Conclusione

È essenziale comprendere la differenza tra questi due concetti e promuovere il rispetto per il processo di coming out. Nessuno dovrebbe sentirsi minacciato o discriminato per essere chi è. Senza far suscitare paura di discriminazioni o ritorsioni per chi lo vive, è fondamentale educare la percezione comune sulla sensibilità e sull’accettazione delle differenze, creando spazi sicuri e solidali per tutte le persone, inclusa la comunità LGBTQIA+. Dobbiamo smettere di fare di tutto per far sentire le persone come “altre” e iniziare a celebrare la bellezza della varietà umana. In fondo il mondo ha bisogno di più autenticità.

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