Crolla un ponte in India: almeno 130 i morti

di Sofia Ciatti
4 Min.

Cos’è successo a Morbi

Oltre 130 persone sono morte nel crollo di un ponte pedonale sospeso sul fiume Machchhu, vicino alla città indiana di Morbi, nello Stato del Gujarat, India centro-occidentale. È accaduto domenica scorsa.
Stando a quanto è possibile ricostruire dalle testimonianze dirette e indirette, al momento del crollo il ponte stava ospitando la celebrazione di un rito religioso, motivo per cui oltre 400 persone lo stavano attraversando.
Le persone si erano radunate su di esso per i rituali della festa di Diwali, la cosiddetta “festa delle luci”, in cui si celebra la vittoria del bene sul male.
Di queste 400, oltre 130 hanno perso la vita immediatamente, altre 177 hanno ricevuto soccorso, ma ce ne sono moltissime che ancora risultano disperse.
Inizialmente i morti sembravano solo poche decine, ma adesso, secondo ciò che riporta il Times of India, i decessi certificati sarebbero 134 (qualcuno sostiene anche di più).
Un soccorritore intervistato dalla tv indiana NDTV ha detto che fra i morti ci sono anche “donne e diversi bambini piccoli”.
“È probabile che il bilancio continui a salire mentre le operazioni di ricerca proseguono”, ha detto il capo della polizia della città di Morbi.

Motivazioni, accertamenti e supporti

Il ponte al momento del crollo

Le cause del crollo del ponte, lungo 230 metri e largo 1,25, non sono ancora state chiarite: il governo dello Stato del Gujarat ha aperto un’indagine al fine di stabilire eventuali responsabilità.
L’inaugurazione del ponte si tenne ufficialmente durante la colonizzazione britannica, nel 1879: considerato alla stregua di un’attrazione turistica, era conosciuto come “Julto pul” e riaperto soltanto cinque giorni fa, dopo circa un semestre di lavori di restauro. Attualmente proseguono senza sosta le operazioni di soccorso, fortemente rallentate dalla scarsa visibilità delle ore notturne, per il recupero dei dispersi.
Sul posto sono giunti anche alcuni compartimenti dell’esercito, della marina, dell’aeronautica militare e della guardia costiera indiana, cui si aggiungono 200 volontari civili.

Ciò che è accaduto domenica non è la prima catastrofe architettonica connessa al fiume Machchhu a Morbi.
Nell’estate del 1979 una diga in terra battuta collassò per via di un’alluvione, provocando un’inondazione di imponenti dimensioni che sommerse la città e i suoi 60mila abitanti.
Le morti ufficiali censite dallo Stato furono circa un migliaio, ma in base ad altre stime se ne contarono oltre 25mila.

Scritto da Sofia Ciatti


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