Effetto moiré: ecco perché è così difficile fotografare i tabelloni alla stazione

di Sofia Ciatti
5 Min.

Avete mai provato a fotografare il tabellone orario di una stazione?

Siamo in stazione da tre ore, fissiamo il tabellone in attesa che pubblichino il numero del binario dal quale partirà il nostro treno, in ritardo di 130 minuti. Il numero compare: scattiamo una fotografia del tabellone stesso e la inoltriamo a nostra madre per farle sapere che finalmente partiremo.

La fotografia, però, è completamente sgranata, pixellata, quasi con delle striature “arcobaleno” e non si legge neppure la destinazione, figuriamoci il numero del binario.

Effetto moiré

Come mai succede questo? Siamo noi troppo emozionati per la partenza e quindi non riusciamo a tenere ferma la mano? O forse dobbiamo acquistare un nuovo cellulare?

Niente di tutto questo. Abbiamo appena sperimentato l’effetto moiré.

Cos’è l’effetto moiré?

Il termine moiré deriva dal francese e indica una particolare tipologia di seta che, grazie ad un processo di cardatura specifico, presenta un effetto cangiante, creando quasi delle onde luminose sul tessuto stesso.

L’aspetto che il tessuto acquisisce con questo processo di lavorazione viene descritto con il termine marezzato o marezzatura.

In tempi più recenti, nell’ambito dell’ottica e dell’industria grafica e fotografica, il termine ha subìto uno slittamento semantico, passando a designare l’interferenza che si osserva fra due reticolati identici: quest’interferenza produce la comparsa indesiderata di striature sfumate, simili a quelle del tessuto che porta lo stesso nome.

Effetto moiré
Effetto moiré su tessuto

In altre parole, questo difetto si verifica quando si riproduce, mediante retinatura (operata dallo schermo del nostro cellulare), un’immagine già retinata (lo schermo del tabellone orario della stazione).

Si crea così un effetto ottico derivante dalla sovrapposizione delle due retinature, che dà vita ad una terza trama, la quale, a sua volta, riduce la risoluzione e la qualità dei nostri scatti.

Questo medesimo effetto si ottiene, per esempio, fotografando qualsiasi altro schermo con il cellulare oppure anche una zanzariera.

Allora come facciamo a scattare una foto nitida al tabellone della stazione?

L’effetto moiré è facilmente aggirabile con una macchina fotografica, modificando per esempio l’angolo di scatto oppure applicando un filtro apposito o ancora modificare la lunghezza focale o la distanza dal soggetto.

Se stiamo utilizzando un cellulare, ahimè, l’unica possibilità è rimuovere questo difetto in un secondo momento, durante la post-produzione della fotografia, con qualche software apposito (Lightroom, di Photoshop).

L’effetto moiré nell’arte

Se agli addetti ai lavori del comparto grafico e fotografico l’effetto moiré appare come una fastidiosa interferenza da emendare, alcuni artisti vi basano intere produzioni della propria carriera. È il caso di Ólafur Elíasson, artista danese di origini islandesi.

Effetto moiré
Under the Weather

Elíasson ha realizzato, in occasione di una mostra personale allestita a Palazzo Strozzi (Firenze) lo scorso gennaio, Under the Weather, una monumentale installazione site specific realizzata grazie all’effetto moiré.

Fonti: Fondazione Palazzo Strozzi Firenze, Treccani, Artbooms, Fotografare In Digitale, Occhio del Fotografo.

Di Sofia Ciatti


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