Cos’hanno in comune Cospito, il 41-bis e Fratelli d’Italia?

di Mirko Aufiero
6 Min.

Cospito: chi è l’anarchico che sta facendo lo sciopero della fame da 100 giorni in carcere? E cosa c’entrano Fratelli d’Italia e il 41-bis?

Nelle ultime settimane si è spesso sentito parlare di Alfredo Cospito, anarchico attualmente detenuto sotto il regime di 41-bis. È ormai da più di 100 giorni che egli fa lo sciopero della fame, protesta silenziosa contro questo regime carcerario duro. 

La questione è arrivata anche in Parlamento: qui, l’onorevole Donzelli, basandosi su informazioni top secret, ha accusato il Pd di collaborare con mafia e terroristi al fine di eliminare il 41-bis.

Chi è Alfredo Cospito: le origini 

Cospito - anarchici

Classe 1967, Alfredo Cospito nasce a Pescara ma si trasferisce a Torino, dove riesce a fare carriera nel mondo anarchico della città. È stato redattore del foglio anarchico rivoluzionario Kno3 (formula del nitrato di potassio, usato per fabbricare fumogeni), ed è considerato uno dei leader della Fai, la federazione anarchica informale

Cospito e la Fai sono volti noti alle forze dell’ordine; questa associazione anarchica, infatti, è un movimento composto da più celle volte all’intimidazione armata rivoluzionaria, ed è considerata dagli inquirenti come una associazione a delinquere di stampo terroristico

Gli attentati e le condanne 

Cospito prima e durante lo sciopero della fame

La prima condanna per Cospito arrivò nel 2013 a causa dell’attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. In quell’occasione, l’anarchico sparò alla gamba di Adinolfi, gesto in seguito rivendicato dal Nucleo Olga della Fai.  

Ciò gli valse la condanna a 10 anni e 8 mesi di carcere, ma, mentre si trovava a scontare la sua pena, venne accusato anche di un altro attentato: nel 2006, infatti, egli aveva piazzato due ordigni in due cassonetti all’ingresso della Scuola carabinieri di Fossano. 

Questi ordigni non causarono né morti né feriti, ma Cospito ottenne in ogni caso una condanna per strage insieme alla compagna Beniamino: 20 anni a lui e 16 a lei. In seguito, nel 2022, la Cassazione ha stabilito che si trattasse di strage contro la sicurezza dello stato, reato che prevede l’ergastolo e il 41-bis

Così, a partire da maggio 2022, egli si trova recluso al carcere duro, misura disposta per quattro anni. A partire però dal 23 ottobre, il giorno successivo all’insediamento del governo Meloni, Cospito ha incominciato uno sciopero della fame contro l’uso del 41-bis e dell’ergastolo ostativo. 

Gli inviti di Cospito all’insurrezione

Torino: chiesto l'ergastolo per Alfredo Cospito, protestano gli anarchici

Cospito, prima di finire al 41-bis, ha inviato all’esterno numerosi scritti in cui afferma la necessità di una insurrezione armata, indicando gli obiettivi da colpire e la strategia da seguire. 

Il leader anarchico prescrive dunque di scontrarsi “armi in pugno contro il sistema” e scrive: 

«Non basta la ’controinformazione’ […] questa diventa rivoluzionaria quando alimenta l’azione, quando diventa strumento per i nuclei d’azione permettendo loro di armonizzare i propri attacchi e innescare l’insurrezione generalizzata». 

Donzelli, Fratelli d’Italia e quei documenti segreti

Mentre sui media si discute della situazione di Cospito, anche in Parlamento si è capita l’importanza della questione e la possibilità di sfruttarla come arma politica

Lo ha compreso bene l’onorevole Donzelli di Fratelli d’Italia, il quale, in un intervento alla Camera, ha fatto riferimento alla visita che alcuni parlamentari del Pd hanno fatto a Cospito in carcere. Il deputato, infatti, li ha accusati di collaborare con l’anarchico e con le mafie e di incitarli a continuare le proteste per revocare il 41-bis. 

Donzelli fa ripiombare la destra di governo nella vocazione minoritaria

Fin qui nulla di strano, solite scaramucce tra partiti. Il problema nasce quando Donzelli, nel suo discorso, fa riferimento a delle conversazioni avvenute tra Cospito e alcuni mafiosi con lo scopo di mostrare una collaborazione fra questi con lo scopo di abolire il carcere duro

Questa accusa però nasce da informazioni che il deputato non avrebbe dovuto possedere poiché riservate: egli, infatti, le ha ottenute in maniera informale da Andrea Delmastro, sottosegretario del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), nonché suo amico e coinquilino. 

Ciò ha causato non poco imbarazzo nella maggioranza, tanto che lo stesso ministro della Giustizia Nordio ha dovuto chiedere un’indagine interna al capo di gabinetto del Ministero e nemmeno Giorgia Meloni è intervenuta a difendere uno dei suoi fedelissimi. 

Scritto da Mirko Aufiero


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