Caos in Messico, cosa sta succedendo?

di Emanuele Lo Giudice
Pubblicato: Ultimo aggiornamento il 5 Min.

In manette il figlio del re della droga el Chapo, la guerriglia è scoppiata per le strade del Messico. Diversi i morti negli scontri iniziati dopo l’arresto di Ovidio Guzmán-López.

Figlio del signore della droga “El Chapo“, Ovidio Guzmán-López è stato arrestato nello Stato messicano di Sinaloa. Da fonti del governo, Guzman è stato già trasferito in un carcere di massima sicurezza del Messico.

Tanti gli appelli delle forze dell’ordine ai cittadini, i quali sono stati invitati a rimanere a casa data la pericolosità delle strade in questi giorni. L’arresto, avvenuto a Culiacan (capitale di Sinaloa), è stato seguito da azioni di rappresaglia. Diversi appartenenti al Cartello di Sinaloa hanno infatti dato il via ad una guerriglia urbana ampia, che ad oggi ha portato i blindati nelle strade dello Stato, il quale obiettivo sarebbe il ristabilimento dell’ordine pubblico.

“Si stanno verificando incidenti e blocchi stradali in diversi punti della città, chiediamo alla cittadinanza di non uscire” è l’avviso di Castañeda, Ministro della sicurezza di Sinaloa, dove anche gli aeroporti hanno subito chiusure e interruzioni.

El Chapo ed El Raton: di chi stiamo parlando?

Joaquín Archivaldo Guzmán Loera (El Chapo), nato a La Tuna, è diventato ben presto uno degli uomini più conosciuti del Sud America. A capo del cartello di Sinaloa, la sua figura risaltò per i metodi spietati con cui tentò di stabilire il controllo nello Stato di Sinaloa, entrando in contrasto sin da subito con il Cartello di Tijuana. Obiettivo di entrambi? Il traffico di cocaina verso gli Stati Uniti. È proprio negli USA che El Chapo sta scontando oggi il proprio ergastolo, all’interno di una prigione di massima sicurezza. Arrestato nel 2016 ed estradato negli Stati Uniti, l’uomo più ricco del Messico ha lasciato il proprio Cartello nelle mani dei propri familiari e del figlio (i Chapiti).

El Raton, figlio del Chapo, narcotrafficante e re delle anfetamine, ha continuato a guidare parte del Cartello di Sinaloa dopo l’arresto del padre. Già arrestato nel 2019 e rilasciato poco dopo a causa del “Culiacanazo” (rappresaglie da parte dei suoi uomini), sulla sua testa pendeva una taglia di 5 milioni di dollari. L’arresto è avvenuto pochi giorni prima dell’arrivo del Presidente USA Biden in Messico. Biden parteciperà all’imminente X Vertice dei Leader dell’America settentrionale, anticipando inoltre di un giorno il proprio arrivo a Città del Messico.

L’arresto e il caos in Messico

L’arresto è avvenuto nella giornata di Giovedì 5 Gennaio 2023, alle 5 della mattina. “Un colpo importante al cartello del pacifico” ha assicurato il Ministro della difesa messicano. Washington era dietro El Raton dal 2008, accusandolo anni dopo (2019) di traffico di cocaina, metanfetamina e marijuana. Parte della guerriglia è avvenuta all’aeroporto internazionale di Culiacan, dove la fusoliera di un aereo civile è stata colpita dai proiettili. L’aeroporto è stato poi successivamente chiuso.

Il pezzo grosso de Los Chapitos è ora a Città del Messico, lasciandosi dietro 29 morti e più di 30 feriti nella guerriglia che il su arresto ha generato. L’estradizione negli Stati Uniti non sembra comunque vicina, essendo necessario ancora parecchio tempio per l’espletazione delle formalità legislative messicane. Il Messico rigetta, inoltre, le supposizioni secondo le quali l’arresto di Guzmán-López fosse un regalo per l’arrivo di Biden nel paese. Il Ministro degli Esteri messicano ha assicurato che nessun agente statunitense ha partecipato all’operazione.

Scritto da Emanuele Lo Giudice


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