Calliope: la musa ispiratrice della Poesia

di Costanza Maugeri
6 Min.

Ma qui la morta poesì resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
e qui Caliopè alquanto surga

Purgatorio, Canto 1, vv 7-9

Calliope amata, invocata, nominata dagli io lirici celeberrimi, ispiratrice di poesia e bellezza. Oggi scopriamo, insieme, chi è la Musa dello Spirito lirico.

Il canto delle nove muse

Apollo and the Muses by Simon Vouet, c. 1640. 

Le divinità minori del Pantheon greco sono le muse. Quest’ultime sono 9 sorelle che, attraverso il loro canto, custodiscono la memoria delle passate cose. Figlie di Zeus e Mnemosine, dea della memoria. Ella le ha partorite dopo la vittoria del Re dell’Olimpo sui Titani, vittoria resa immortale dal canto delle figlie.

  • Calliope, la della musa poesia epica.
  • Clio, la musa della Storia.
  • Euterpe, la musa della la poesia lirica.
  • Erato, la musa della poesia corale e amorosa.
  • Melponene, la musa della Tragedia
  • Polimnia, la musa degli inni religiosi e dell’oratoria.
  • Talia (o Thalia), la musa della Commedia
  • Tersicore, la musa della danza.
  • Urania, la musa dell’astronomia

Le nove muse sono legate ad Apollo, Dio della Musica, dell’Intelletto e loro protettore.

Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille

Iliade, Proemio

Calliope: la musa del canto poetico

Calliope “dalla bella voce” è la maggiore tra le Muse. Ha due figli Orfeo e Lino. Quest’ ultimi avuti da Apollo. Ella, considerata la più saggia tra le Muse, è chiamata a giudicare la disputa su Adone. Ella decide che che la dea dell’Oltretomba Persefone e la Dea della Bellezza Afrodite devono trascorrere con il Dio lo stesso arco di tempo. Dea della Poesia epica, aulica. La più alta tra i generi poetici.

La Musa è invocata dai poeti quando l’evento da narrare è particolarmente complesso e richiede un sostegno all’ingegno lirico importante.

L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo
errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolori patì in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Ma non li salvò, benché tanto volesse,
per loro propria follia si perdettero, pazzi!,
che mangiarono i bovi del Sole Iperίone,
e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.

Odissea, Proemio

Calliope: la rappresentazione visiva

Del 570 a.C. è il cosiddetto vaso François, dipinto da Kleitias e Ergotimos, sul quale Calliope è rappresentata alla testa delle altre Muse mentre suona un Flauto di Pan. Nelle attestazioni successive, in tutte, verrà rappresentata con una lira, strumento, tipicamente, associato al canto.

Altra caratteristica della rappresentazione è la presenza della tavoletta di cera e della stilo che rimandano, invece, alla scrittura. Nella rapprentazione moderna sono sostituiti da dei libri epici.

Il caso della Commedia

Per correr miglior acque alza le vele
omai la navicella del mio ingegno,
che lascia dietro a sé mar sì crudele; 3

e canterò di quel secondo regno
dove l’umano spirito si purga
e di salire al ciel diventa degno. 6

Ma qui la morta poesì resurga,
o sante Muse, poi che vostro sono;
e qui Calïopè alquanto surga, 9

seguitando il mio canto con quel suono
di cui le Piche misere sentiro
lo colpo tal, che disperar perdono. 12

Per percorrere acque migliori
la navicella dei mio ingegno alza le vele,
lasciando dietro a sé un mare così crudele;

e canterò del secondo regno
nel quale l’animo umano si purifica
e diventa degno di salire al cielo.

Ma qui la poesia dai morti, rinasca,
o sante Muse, poichè sono vostro;
e qui risorga ancor più Calliope,

che segua il mio canto con quella voce
di cui le misere Piche sentirono
la superiorità, a tal punto che disperarono il perdono.

Dopo aver attraversato il Regno Infernale, Dante sente la necessità di potenziare il suo intelletto per “correr miglior acque”. Egli per riuscire nell’impresa della narrazione del Purgatorio invoca le Muse, in particolar modo Calliope, le chiede di aiutarlo nel Canto. Canto di cui le Piche, figlie di Piero, trasformate in uccelli, sentono così tanto la superiorità da perdere speranza nel perdono.

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