Calcio | Superlega, la sentenza della Corte di Giustizia Europea

di Antonucci Carola
6 Min.

Nella giornata di ieri, giovedì 21 dicembre, la Corte di Giustizia Europea ha emesso la sentenza in merito al ricorso promosso dalla Superlega contro il presunto monopolio illegale di Fifa e Uefa. Vediamo più nel dettaglio la vicenda.

La sentenza che riaccende gli animi tra dissensi e consensi

La sentenza promossa dalla CGUE diventa una svolta decisiva nella storia del calcio. «Le regole della FIFA e della UEFA sull’approvazione preventiva delle competizioni calcistiche interclub, come la Superlega, sono contrarie al diritto dell’Unione Europea», sono queste le parole con cui viene presentata la sentenza.

Dei 12 club che, nel lontano aprile 2021, avevano varato la Superlega, sono rimasti solo in 2: Real Madrid e Barcellona. Entrambe le squadre sono associate in una Società di Superlega Europea (ESLC), supportata dall’agenzia di marketing A22. È proprio questa società che ha presentato il caso davanti al tribunale Mercantile di Madrid. Da qui, il ricorso alla Corte di Giustizia.

Superlega sentenza, Ceferin è contro
Aleksander Ceferin, link foto

La Uefa non prende bene la notizia, annunciando l’intenzione di continuare con il modello europeo con annesse componenti, istituzioni dell’UE, governi e partner. Non manca poi di ricordare che un verdetto non significa necessariamente una convalida della Superlega.

Lo abbiamo detto più volte e lo vogliamo ribadire: il calcio non è in vendita. Oggi abbiamo avuto l’ulteriore conferma che quello della Superlega è un progetto chiuso, e non aperto. Noi non proveremo a fermarli, non lo abbiamo mai fatto.

il presidente dell’Uefa, Aleksander Ceferin, in conferenza stampa.
Superlega sentenza, Fifa non commenta
Fifa, Gianni Infantino. Link foto

La Fifa, invece, punta su una dichiarazione sulla linea dell’amarcord. «Il calcio deve la sua lunga storia di successi al modello della Fifa e della Uefa» comunica, aggiungendo che analizzerà quanto deciso ed emesso nella sentenza prima di poter commentare ulteriormente sulla vicenda.

Qui il comunicato integrale della CGUE.

Il progetto della Superlega

Prima di parlare della reazione dei club italiani, apriamo una parentesi sul progetto Superlega. Completamente rivoluzionato rispetto a quello avanzato due anni fa – e presentato qualche ora dopo la conferenza per la sentenza, direttamente da Madrid – garantirebbe più guadagni ai club che vi partecipano.

«Al centro della nostra visione ci sono 64 squadre maschili e 32 femminili che giocano a turni infrasettimanali in un sistema di campionati in tutta Europa, con sfide emozionanti e decisive durante l’intera stagione calcistica» comunica Reichart.

Tutta questa visione si fonde su 3 condizioni fondamentali: il merito, la non permanenza fissa dei membri e la partecipazione anche ai campionati di appartenenza.

La reazione dei club italiani alla sentenza della Superlega

Superlega sentenza
I tre volti originali del progetto, Real Madrid, Barcellona e Juventus. Corriere della Sera

Tra chi è contento e contrario alla notizia, entra in gioco Andrea Agnelli, ex presidente della Juventus. Risulta essere contento da quanto accaduto, in quanto uno dei volti promotori del progetto. Entra in scena con la canzone degli U2 “Where the Streets Have No Name“, un richiamo inconfondibile al senso di libertà. Inoltre, non poteva mancare il suo forte legame con la squadra bianconera, firmando il tweet della canzone sul social X con “fino alla fine”, lo storico motto della squadra.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si dichiara scettico. Non riesce a rispondere, infatti, alla domanda che fa il giro del web nelle ultime ore, quella che chiede le sorti dello scudetto italiano. Si allontana dall’idea che possa diventare “carta straccia”, ma «potrebbe diventare marginale», risponde.

Chi si schiera a favore di Uefa e Fifa è il presidente della Figc, Gabriele Gravina. La Figc ritiene, infatti, che la Superlega non sia un progetto compatibile con la tutela dei campionati nazionali e per questo, si ritiene contraria. Ad unirsi alla “protesta” anche la Lega Serie A e alcuni club italiani, Inter e Roma, che comunicano il loro dissenso. Il Napoli, invece, si ritiene pronto a dialogare.


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