Bari, papà assiste dal carcere alla laurea della figlia

di Francesco Alessandro Balducci
3 Min.

Arriva da Bari una storia d’amore che oltrepassa ogni genere di barriera. Sia essa fisica, psicologica o, in questo caso, architettonica. Una neo-dottoressa ha chiesto e ottenuto che suo padre potesse assistere alla sua seduta di laurea. Nulla di strano, se non fosse che questi è attualmente detenuto in un penitenziario italiano. Nonostante questa restrizione apparentemente insormontabile, però, è riuscito ad essere presente, seppur non fisicamente, ad uno dei giorni più importanti della vita di sua figlia.

IL FATTO

L’aula Don Tonino Bello della sede del Dipartimento di Formazione, Psicologia e Comunicazione dell’Università di Bari “Aldo Moro” era il luogo scelto per la discussione della tesi di laurea. L’Università mette a disposizione la possibilità che, ad assistere alla tesi di laurea, possano esserci anche persone attualmente lontane fisicamente dal luogo in questione. L’iniziativa è emersa in seguito alla situazione di emergenza legata al Covid-19, che ha costretto l’Università alla somministrazione delle lezioni per via telematica. Ma l’Università ha scelto di mantenerla anche ora, che la DAD è stata abbandonata quasi del tutto. E che le lezioni sono tornate ad essere in presenza.

Grazie a questa iniziativa, però, tra i presenti in aula c’era anche il padre della ragazza in questione. Ovviamente collegato online, dal luogo di detenzione.

La tesi di laurea, tra l’altro, verteva anche su un tema molto vicino ai sentimenti che si sono venuti a creare tra padre e figlia in quel momento. Infatti, l’elaborato riguardava l’importanza delle relazioni familiari, con un collegamento alla situazione di detenzione dei ristretti. La commissione era presieduta dalla professoressa Loredana Perla, direttrice del dipartimento Forpsicom, e composta dai professori Armando Saponaro (relatore) e Pasquale Musso.

L’iniziativa ha potuto avere riscontro pratico nella realtà, grazie alle attività promosse dal gruppo di lavoro per le azioni progettuali tra Università di Bari e le amministrazioni penitenziarie. Ma anche grazie alla sinergia messa in campo con Magistratura di sorveglianza, operatori penitenziari e direzione della struttura penitenziaria, in cui è detenuto il papà della studentessa.

Scritto da Francesco Alessandro Balducci


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